Indie Italiani – Daymare: 1998 con Intervista

Benvenuti in questo nuovissimo numero della rubrica dedicata agli Indie Italiani! Ogni 7 del mese un appuntamento con giochi, autori, interviste made in Italy. Nel precedente numero avevamo avuto modo di giocare l’italianissimo Fall Of Light ed oggi? Scopriamolo!
Circa un mese fa, 7 Dicembre
Le città iniziano a tirar fuori gli addobbi, il freddo a farsi pungente, l’aria assume quel profumo e quel colore algido, ma pieno di calore che solo il Natale riesce a donare. Arriviamo ad Olevano Romano, alle porte di Roma, con il paese che fa ancora fatica a metter fuori il naso per andare a lavorare, tra passi incerti su quale direzione prendere, perché il posto in cui dobbiamo andare ci porterà verso un cimitero, a scoprire il cuore più nero, più cupo, più crudele di questa ridente cornice. Lo sguardo dei passanti inizia a caricarsi degli auguri, mentre il nostro sa che dovrà sopportare il terrore. Saliamo le scale, apriamo la porta, inizia l’incubo: inizia Daymare: 1998.
Invader Studios
In realtà una volta varcata la soglia non è iniziato affatto un incubo, ma una piacevolissima mattinata in compagnia di Michele Giannone, Co founder e PR & Business Dev, e del team Invader Studios. L’impatto e l’accoglienza sono stati meravigliosi ed abbiamo avuto la fortuna di assistere al dietro le quinte dello sviluppo di Daymare: 1998, ambizioso titolo che, per chi non lo sapesse, strizza l’occhio ai survival-horror di Capcom. Visitare uno studio tutto italiano, è stata una piacevolissima sorpresa. Oltre ad averci concesso una lunga intervista, che potrete vedere per intero più in basso, abbiamo avuto modo di provare Daymare: 1998.

Daymare: 1998
Non possiamo dirvi troppo, perché molte informazioni sono ancora top secret, ma lo abbiamo giocato per più di un’ora, provando le diverse versioni, dall’Alpha alle ultimissime o, potendo notare sin da subito l’immenso lavoro che c’è dietro questo progetto. Una volta preso il gamepad l’impressione è quella di avere tra le mani un gioco di quelli che vengono definiti “tripla A”.
Daymare: 1998 è un survival-horror in terza persona che nasce ex-novo, dopo un primo esperimento da parte del team di realizzare un remake di Resident Evil 2. Capcom, purtroppo, aveva già in mente di rispolverare il capitolo di Rebecca e Leon ed il progetto fu così abbandonato. Il colosso giapponese però, notando il loro lavoro, li invitò nei loro studi: sicuramente un grandissimo incentivo per lo sviluppo di quello che oggi è Daymare: 1998.
Bisogna chiarire sin da subito, quindi, che il gioco nasce sì da un tributo alla saga di Resident Evil (anche Dead Space ed altri), ma non è affatto un clone. Provandolo, anzi, abbiamo avuto modo di notare numerose differenze e peculiarità che rendono Daymare: 1998 un gioco assolutamente originale.
Pur essendo un TPS, con telecamera over-the-shoulder a la Resident Evil 4, con impronta shooter, numerosi sono gli enigmi da dover risolvere. Non aspettatevi quindi di entrare a gamba tesa con mitragliatore e bazooka, piuttosto guardatevi intorno. L’ambiente circostante infatti potrà tornarvi molto utile e non ci riferiamo al classico barile rosso luccicante visibile da anni luce di distanza, piuttosto ad elementi in grado di fare la differenza tra la vita e la morte. Sta all’astuzia e all’intelligenza del giocatore trovarli.
Piacevole sorpresa sono stati gli enigmi old school, che ricordano videogiochi di qualche decade fa. Armatevi quindi di carta e penna che, di tanto in tanto, vi tornerà davvero utile! I continui e nostalgici rimandi alla cultura pop anni ‘90, disseminati in tutto lo scenario, sono stati la ciliegina sulla torta, se non addirittura la punta di diamante di questo titolo, che punta tutto sul rappresentare l’epoca d’oro dei survival horror e tutti quegli elementi che li hanno contraddistinti, senza rinunciare all’impiego di tecnologie all’avanguardia ed elementi di gameplay sicuramente attualizzati.
Dal punto di vista grafico è un piacere guardare Daymare: 1998. Il motore grafico Unreal Engine 4 ed il lavoro che il team svolge quotidianamente con impegno ci getta in un’atmosfera cupa, in cui il buio sembra palpabile. Daymare:1998 non è un gioco che consigliamo di giocare con cuffie e luci spente, se avete un cuore debole. Grazie all’utilizzo delle tecnologie Reallusion’s iClone e Faceware Facial Mocap il titolo risulta ancora più cinematografico, perché il volto assumerà espressioni naturali.
Intervista a Michele Giannone
Dopo aver provato Daymare: 1998, in cui Michele Giannone ci spiegava, passo passo, l’evoluzione, la storia, le caratteristiche del titolo, abbiamo avuto modo di parlare non solo di Daymare stesso, ma della scena videoludica italiana, degli sforzi e del duro lavoro che c’è dietro lo sviluppo di un videogioco, del loro viaggio ad Osaka negli studi Capcom, della location Olevano Romano come base operativa e di tante altre curiosità.
Nel video che vedrete non ci sarà semplicemente l’intervista al Co Founder PR & Business Dev degli Invader Studios, ma una bella storia che soprattutto i più giovani, che forse sognano di entrare in questo mondo, dovrebbero ascoltare. Daymare: 1998 è uno degli esempi che, in Italia, si possono sviluppare grandi giochi, in uscita su PC, PS4 ed Xbox One nel 2018.
In questa prima parte avremo modo di conoscere gli Invader Studios, di capire chi c’è dietro Daymare:1998, com’è nato il gioco, se Capcom li ha invitati per troncare il loro lavoro, come spesso si sente dire su Internet, o per spingerli verso un nuovo lavoro.
In questa seconda parte invece Michele Giannone chiarirà il significato della parola Daymare, ci spiegherà il gameplay, chi sono i protagonisti, se c’è o meno una trama.
In questa terza ed ultima parte parleremo della situazione dello sviluppo dei videogiochi in Italia. Come si diventa sviluppatore di un videogioco? Quali studi bisogna intraprendere? Poi per concludere il divertente botta e risposta finale, con delle conclusioni davvero inaspettate.
Articolo di Marco Piacentini e Fabrizio De Moro
Videomaker Francesca Maffia
Numeri Precedenti della collana Indie Italiani
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