Le Console sono morte. Lunga vita alle console.

Da diversi giorni il mercato dei videogiochi, in particolare quello delle console casalinghe, è in fermento perché a soli tre anni dal lancio di Ps4 e Xbox One, parliamo già del futuro, precisamente con Ps4 Pro e Xbox Project Scorpio. Nemmeno a dirlo, i rumors diventano fittissimi e la rete impazzisce con stime di mercato, dati trapelati, ma quello che vogliamo chiederci oggi non è quanto saranno potenti, cosa cambierà per chi ha già acquistato le precedenti console, ma perché i possessori di console stiano cercando in tutti i modi di saperne di più su specifiche tecniche, perché sui forum e siti specializzati le discussioni somiglino fin troppo a quelle fatte da una vita per i possessori del PC. Insomma, perché un mercato, quello delle console, interessato generalmente ad inserire soltanto un dischetto per giocare, oggi sta lì a guardare se siano montate GDDR5, o se i giochi vadano a 60FPS?
Console War: una novità? Il Blast Processing
Non siamo di fronte ad una novità, certamente. La guerra sulle specifiche tecniche si è sempre combattuta e, cercando vecchie pubblicità, ci viene da sorridere nel vedere console ad 8bit essere presentate come l’ultima diavoleria elettronica, il massimo che il mondo potesse vedere. Anzi, in quegli anni le pagine della storia dei videogiochi andavano ancora scritte, ed ogni trovata tecnologica poteva essere fatale per l’avversario: le guerre si facevano principalmente dal punto di vista hardware e di programmazione.
Basti pensare al mondo delle console portatili: senza scendere nei dettagli, un esempio può essere quello del Sega Game Gear, che aveva uno schermo a colori, mentre il Gameboy soltanto in bianco e nero. Sega aveva vinto una battaglia contro Nintendo, da questo punto di vista, eppure sappiamo bene come è andata a finire, ma questa è un’altra storia. Ciò che conta davvero è che la battaglia per le specifiche tecniche non è certamente nuova. Un altro esempio che vogliamo riportarvi è quello del Genesis does what Nintendon’t slogan nato per sottolineare quanto il Sega Genesis (da noi conosciuto come Megadrive) fosse più potente del Super Nintendo. Perché Genesis poteva fare ciò che Nintendo non poteva? Ovviamente perché, secondo Sega, era più potente. È questa l’epoca del Blast Processing, termine coniato per spiegare una sorta di trucco del display del sistema in grado di dire una fluidità incredibile ai propri videogiochi. È proprio il caso di questo spot, che vi invitiamo a guardare, in cui si vede un Sonic The Hedgehog 2 scorrere in maniera pazzesca (ricordate che siamo nel 1993). Ma allora dov’è la novità?
Il popolo dorme sonni tranquilli
Abbiamo definito gli anni 80 e 90 come un’epoca di pionieri, ma c’è da aggiungere che anche gli acquirenti lo erano. Possedere una console non era ancora una cosa da tutti, ed è per questo che esistevano le sale giochi. Questo ora non ci interessa, ma, piuttosto, ci occorre per capire come tutti questi discorsi sulle specifiche tecniche fossero davvero per pochi. Al massimo si diceva più potente o meno potente, ma nessuno si sognava di intavolare un discorso fatto di bit, di schede grafiche, di processori, mentre oggi accade sempre più spesso. Il popolo dorme sonni tranquilli e sceglie la console in base al parco giochi posseduto.
Le esclusive sono il vero motore trainante delle console, perché se ami Super Mario non puoi in alcun modo acquistare una console Sega, e si può con sicurezza affermare che il fallimento ed il successo passassero nelle mani della migliore mascotte. Chiunque sia stato svezzato con la prima Playstation ricorda con affetto Crash Bandicoot e non di certo Sonic, eppure siamo sempre nella metà degli anni 90, anni in cui il porcospino blu riscuoteva grandissimo successo. Anche oggi le vendite sono determinate dalle esclusive ma qualcosa sta cambiando, e vogliamo capire cosa.
In linea generale possiamo affermare con sicurezza che gli acquirenti delle console erano quella fetta di mercato che non voleva rinunciare alle esclusive, ma soprattutto non voleva avere nulla a che fare con configurazioni, assemblaggi, cavi. Perché acquistare un PC, installare un sistema operativo, installare il videogioco, configurarlo e giocarci poi con il mouse e la tastiera, ad un costo quasi certamente superiore, quando posso collegare ad una TV un dispositivo pensato ad hoc per i videogiochi, senza pensare a nulla? Anche un bambino di tre anni può inserire una cartuccia e toglierla. Inoltre un gamepad è sicuramente più intuitivo di una tastiera, con tutti quei tasti.
Le console stanno morendo? Il mobile
Dopo il grande successo di Playstation 2 e Nintendo Wii negli anni 2000, senza dimenticare le altre console casalinghe prodotte come la Xbox, la tradizione seguita anche in questo decennio con Playstation 4 su tutti, con i suoi 40 milioni circa di unità vendute, ma come abbiamo detto più di una volta qualcosa sta cambiando. Per capire il cambio di direzione, seppur lento ed ancora impercettibile, bisogna guardare al mondo mobile. Nintendo 3DS ha venduto moltissimo, ma non è riuscita a replicare il grandissimo successo del suo predecessore, il Nintendo DS, perché? Le motivazioni sono molteplici, ma una è di fondamentale importanza: gli smartphone.
In realtà è Internet ad aver cambiato tutto. Internet nei telefoni, per dirlo ancora più semplicemente. Avere la possibilità di essere continuamente collegati ha cambiato tutte le nostre abitudini, rendendo superflui notebook, netbook, gli stessi tablet (viste ormai le dimensioni generose della maggior parte degli smartphone) ed anche le console da gioco portatili. Molti potranno non essere d’accordo con questa lettura che, pur restando un semplice punto di vista, e non una verità, deve far riflettere.
Il consumatore medio non ha interesse quanto il cosiddetto hardcore gamer di acquistare una console. Si diverte moltissimo con Angry Birds, Clash of Clans, Candy Crush Saga, facendo registrare alle software house mobile numeri da capogiro, da far impallidire Nintendo, Microsoft e Sony messe insieme. Il consumatore medio che abbandonò il PC negli anni 90 per salire a bordo delle console, semplici e divertenti, ora sta facendo la stessa cosa, abbandonando progressivamente le console a favore di un mondo “più smart”. La semplicità è la chiave di volta. Qualcuno però ci potrebbe far notare che, in realtà, i numeri registrati dalle console, non sono scarsi, anzi.
Effettivamente i videogiochi e le console vendono moltissimo, molto di più degli anni 90. No, non siamo contraddittori, perché c’è una spiegazione anche a questo. I videogiochi, qualsiasi sia la loro forma, dal mobile al fisso, sono ormai un fenomeno popolare ed inevitabilmente anche in un mercato in contrazione, riescono a far registrare grandi numeri. Ora anche un genitore di 50 anni, che prima rimproverava il figlio per le ore spese davanti la console, impiega del tempo a divertirsi con qualche videogioco (Sì, proprio come quando vi invitano su Facebook). In sostanza è cresciuto a dismisura il numero dei videogiocatori e quindi le vendite sono sempre positive. La spaccatura non si è avuta soltanto con il mobile, ma già nel 2006, con Nintendo Wii, si iniziò a parlare di hardcore e softcore gamer, cioè quelli che si cimentano in giochi “seri” e quelli che preferiscono farsi una partita a Wii Sports, magari in famiglia. Ciò che è cambiato, quindi, è il mercato. Ora non c’è più una figura omogenea del videogiocatore, ma ce ne sono diverse.
PS4 Pro e Scorpio sempre più PC
Basta andare su un paio di forum o social network per rendersi conto che siamo di fronte ad una probabile svolta storica. Le console iniziano a somigliare sempre di più a dei PC. Abbiamo detto che il mercato si è diversificato, creando tantissime figure di videogiocatori (che poi non sono nettamente divise, perché posso giocare ad Angry Birds, ma allo stesso tempo con Ps4 e PC). È questo il caso di una particolare fetta di videogiocatori che inizia ad interessarsi sempre di più alle specifiche tecniche, parlando di Ram, schede grafiche, Api, risoluzioni, FPS. Queste non sono cose che sta dicendo la redazione di 2duerighe.com, ma l’annuncio di due console casalinghe, come PS4 Pro di Sony e Scorpio di Microsoft. Per far smuovere due colossi del genere evidentemente qualcosa bolle in pentola, e cioè una parte, sempre crescente, di giocatori che, forse, inizia a rendersi conto dei limiti delle console, del costo eccessivo dei videogiochi, della mancanza di personalizzazione del proprio sistema operativo e della mancata possibilità di poter aggiornare il proprio hardware.
Discorsi che per il PC gamer sono all’ordine del giorno, iniziano ad interessare anche quegli utenti che, negli anni 90, acquistavano la console per Mario o Sonic. Con quanto abbiamo detto finora, però, dovremmo aver capito che un paragone del genere non ha più senso. Chi acquista PS4 è ancora quello che non vuole pensare a nulla e spendere il meno possibile, ma vicino a lui, ora, c’è anche una figura che invece vuole interessarsi. Forse questa figura è stanca della staticità delle console, costrette per almeno tre o quattro anni, nella migliore delle ipotesi, a restare identiche a se stesse nell’hardware. Forse vorrebbe avere la possibilità di cambiare, di scegliere. Ecco, la chiave di volta per questi videogiocatori non è semplicità, come per i possessori del mobile, ad esempio, ma scelta.
L’idea di poter avere un menù opzioni, in cui scegliere la risoluzione e le impostazioni grafiche, inizia a stuzzicare questa figura che ancora non si mostra con chiarezza, ed è per questo che, in questo articolo, non si può delineare con precisione. Non conosciamo ancora le strategie di mercato di Sony e Microsoft, ma possiamo immaginare che non siano indifferenti ai numeri che il mondo del PC sta registrando negli ultimi anni. Oltre ai punti di forza classici come, appunto, la possibilità di aggiornarsi, viene ad aggiungersi Steam e tutto il sistema delle chiavi di licenza, che permettono al videogiocatore di pagare molto meno un gioco, oltre la metà in certi casi, e di non pensare più a patch, backup, installazioni varie. In questo caso è il PC ad aver fatto un passo verso le console, semplificandosi un po’, e riscuotendo un grande successo. Secondo DFC Intelligence il mercato PC raggiungerà nel 2020 cifre attorno ai 42$ miliardi.

Conclusioni
Mi rendo conto che in questo articolo possono esserci molti punti da dover precisare, mezze verità, voci popolari, ma si tratta di una piccola analisi, di punti di vista tenuti insieme per cercare di leggere il futuro. L’articolo vuole generare altre domande ed altre risposte, non mettere il punto a qualcosa che deve ancora essere definito. Ciò che mi ha colpito è proprio questa differenziazione del mercato, questa stratificazione di videogiocatori che si toccano ed amalgamano in continuazione. Sul treno sono il giocatore con lo smartphone a casa nascondo un terribile segreto: Playstation, PC, Console portatile, o ancora smartphone? Il volto del videogiocatore sfuma sempre di più ed è per questo che sento che qualcosa cambierà inevitabilmente. Forse il primo passo sta per essere compiuto con Scorpio e PS4 Pro, ma bisogna attendere. Vi lascio con un bellissimo estratto del telefilm The Big Bang Theory per farvi notare ciò di cui abbiamo discusso finora, ma soprattutto per lasciarvi un sorriso.