Picchiaduro a scorrimento: ne è passato di tempo

Non è facile parlare dei picchiaduro a scorrimento, almeno non a cuor leggero. Uno dei generi che ha fatto la storia dei videogiochi e che, oggi, rischia di essere davvero dimenticato dalle nuove generazioni. Quante ore abbiamo passato davanti ai coin-up del bar? Quanti soldi abbiamo rubato dalle tasche dei nostri genitori? Quante volte ci siamo promessi che sarebbe stata l’ultima partita, per poi inserire altri cinque gettoni? Con questo articolo vogliamo fare un piccolo viaggio con tutti voi, per rivivere, o far vivere per la prima volta ai giovanissimi, un pezzo di storia dei videogames.

Cosa sono i Picchiaduro a scorrimento?
Definire un genere di videogiochi, è come definire un genere artistico in generale: quasi impossibile. Troppe sono le sfumature, i contrasti, le uguaglianze e le diversità, ma noi, in base all’esperienza, vogliamo darvi una definizione base, classica oserei dire. I picchiaduro a scorrimento sono un mix perfetto tra platform e picchiaduro a incontri e rigorosamente in 2D. Per intenderci hanno elementi in comune, a livello di meccaniche di gioco, con Super Mario e Street Fighter. Ma, ovviamente, sono molto di più. I più famosi davano la possibilità di spostarsi nella profondità. Un esempio su tutti è Double Dragon. Il gioco consiste nello scorrere nei vari livelli e prendere a calci e pugni, con combo strepitose, i malcapitati di turno che attaccano in gruppo il nostro eroe. Qualche volta avremo la possibilità di raccogliere armi, come coltelli, mazze da baseball e più raramente armi da fuoco, ma per un tempo limitato. Alla fine di ogni livello ci aspetta un boss grande e grosso. Se i primi livelli sono facilmente governabili, seguitando i ritmi si fanno sempre più serrati, le mandibole si stringono, ed il joypad rischia di rompersi in ogni istante. È un genere che non perdona. La trama è spesso molto semplice, e consiste, ad esempio, nel salvare un’amica da una banda di teppisti, senza usare le buone maniere. Se avete avuto una giornata pesante, non c’è niente di meglio di un picchiaduro a scorrimento, che gli anglofoni chiamano side-scrolling beat ‘em up.

La nascita. La Golden Age. Il declino.
Già nel 1976 Sega lanciò Heavyweight Champ, e seguirono negli anni titoli in cui la lotta e le arti marziali erano il punto forte, come Karate Champ, Kung-Fu Master, Karateka, Bruce Lee, ma siamo ben lontani da quello che, oggi, nell’immaginario collettivo è il picchiaduro a scorrimento. È nel 1987, con Double Dragon, prodotto da Technos Japan Corporation e prodotto da Taito, che inizia la cosiddetta Golden Age di questo genere. Basti pensare che nel 1990 erano già stati prodotti altri due capitoli, per non parlare del lavoro di altre software house che si gettarono a capofitto per fare altrettanto con un proprio titolo. I fratelli Billy e Jimmy Lee divennero delle celebrità, tanto che la Marvel nel 1991 produsse un fumetto sulla loro storia. Salvare Marian dai banditi aveva quasi soffiato il posto alla principessa Peach di Super Mario. Altri videogiochi, come The King Of Dragons o Altered Beast, ripresero le meccaniche del gioco, pur cambiando completamente le ambientazioni, le epoche, introducendo elementi Fantasy e Medievali. Siamo a ridosso degli anni 90′, e nel gioco era possibile trovarne tutte le caratteristiche: musiche, giacchetti di jeans, bikers, bandane, taglio di capelli, scenari che ricordano sempre i bassifondi di New York, molto presenti nei film dell’epoca. Nel frattempo andava fortissimo anche il picchiaduro ad incontri, come Street Fighter o King Of Fighter, e questo stimolava ancora di più l’interesse per quelli a scorrimento. Il successo dei side-scrolling beat ‘em up fu strepitoso, tutti facevano la fila nella sala giochi per poter giocare una manciata di minuti. Poi però, già verso la seconda metà degli anni 90’, iniziò il declino.


Il declino
Non conosciamo il motivo che abbia portato questo genere a sparire quasi del tutto. Sicuramente entrarono in gioco più fattori, primo su tutti il crollo dei coin-up. La prima Playstation, il Nintendo 64, trasformarono definitivamente il videogiocatore, che non è più quello che esce per andare in sala giochi, ma quello che resta a casa. I picchiaduro a scorrimento sono giochi che hanno fatto la fortuna soprattutto per la possibilità di sfidare la sorte insieme ad un amico. Si creavano delle vere e proprie squadre, ci si allenava per mettere il record, da sfoggiare continuamente di fronte ai rivali. Non è un caso se morirono progressivamente tutti gli altri giochi in stile Arcade come Metal Slug, Puzzle Bobble, Super Pang. Un altro motivo può essere tecnico e precisamente nella natura del joypad delle console casalinghe: non è il massimo, non quanto la classica leva del coin-up, adatta a sessioni di gioco frenetiche. Ma soprattutto uno dei motivi più importanti è che la corsa alle tre dimensioni ha fatto sprofondare il 2D. La ricerca della perfezione, della somiglianza con la realtà, ha spinto le software house a generi che potessero dare più spettacolarità. Il divertimento e la frenesia iniziano a passare in secondo piano, a favore di sequenze video, effetti speciali, portando un po’ di cinema nei videogiochi.


È realmente morto? Conclusioni
Una risposta secca è si. Una risposta più sensata è non proprio. Se il picchiaduro a scorrimento è scomparso nella sua forma classica, tranne per qualche eccezione indie o straordinaria, come Double Dragon Neon, pubblicato nel 2012, seguita a sopravvivere fuso con altri generi. Molti platform mantengono diversi elementi, come Viewtiful Joe, oppure si unisce con hack and slash, come Devil May Cry, God Of War, Bayonetta, Ninja Gaiden. Dal paragrafo precedente si capisce piuttosto chiaramente che un revival del genere classico sarà quasi impossibile, essendone cambiate le condizioni rispetto al passato, ma ciò non ci impedisce di giocarci una seconda volta. Nei vari e-commerce, come quelli della Xbox, Playstation, Steam, o anche App Store e Google Play, è possibile trovarli ad un prezzo stracciato. Se la grafica non è un 3D mozzafiato ben venga: sarà un gioco che apprezzerete in eterno , perché un disegno non perde nulla nel tempo. Ma soprattutto a non perder nulla sono il divertimento e quell’amico che ci dà il cinque a fine livello.
