Joe e Mac: Caveman Ninja – Il senso del remake

Joe e Mac: Caveman Ninja è uno storico titolo degli anni 90’ ambientato nell’allora tanto in voga preistoria (vi dice niente Flintstones?), che uscì dapprima soltanto sui cabinati e, solo in seguito, anche per le console casalinghe. La natura arcade era palpabile già all’epoca e riscoprirlo oggi, dopo più di trenta anni (sigh!), fa sorridere, in senso buono.
Una recensione su un remake probabilmente non ha molto senso, però possiamo non solo analizzarne, per deformazione personale, alcuni aspetti delle meccaniche videoludiche, ma anche cercare di comprenderne i motivi commerciali.
In parole povere: che senso ha rilanciare un gioco di trenta anni fa se l’intento non è quello di modernizzarlo, rilanciarlo da zero in un reboot, oppure resuscitare una saga dopo aver proposto un seguito con tutte le caratteristiche attuali?
Joe Mac: Caveman Ninja – collochiamolo nel 2022
Rispondere alla domanda appena posta è davvero difficile, ma per farvi comprendere il senso del discorso va fatta una premessa: Joe e Mac, il remake, è lo stesso identico gioco del passato, ma con una grafica completamente rivisitata; le meccaniche sono le stesse.
Quando ci si imbatte in un titolo di molti anni fa difficilmente si riesce a godere della sua esperienza. Alcune volte il fattore nostalgia ci permette di idolatrare giochi che, all’epoca, non erano granché, ma che amavamo semplicemente perché non avevamo alternative, i gettoni erano pochi nelle tasche, ed il nostro occhio era molto meno critico di quello attuale.
Alcune volte invece un buon titolo dell’epoca non riesce, banalmente, a stare al passo con i tempi, non riuscendo a declinarsi, a rispondere ai paradigmi contemporanei; può darsi che non fosse un titolo mediocre, ma il mondo intorno ha corso davvero tanto.
È per questo che titoli come Joe e Mac o alcuni dei Wonder Boy, oppure il già recensito Toki, sempre dal sottoscritto, riescono sì a divertire, ma allo stesso tempo a creare quel senso di frustrazione dovuto a meccaniche di gioco che non riusciamo più a digerire.
Per uscire dal campo dei platform, è un po’ come immergersi, di nuovo, nelle telecamere fisse dei primissimi Resident Evil: ad alcuni piace, ma la maggior parte di noi non riuscirà neanche a colpire uno zombie. Eppure il gioco, all’epoca, era davvero buono; siamo noi ad essere cresciuti.
Che senso ha allora pubblicare un gioco se non c’è il minimo tentativo di modernizzarlo? È una questione di rispetto per il titolo originale? Forse si, o forse no, ma la tentazione è quella di credere che riproporre un titolo tale e quale sia molto più semplice.
Il rispetto di un’opera
La tentazione è anche quella di mettersi nei panni di un’amante della saga che scopre di poter abbracciare di nuovo uno dei suoi videogiochi preferiti, ma che, una volta accesa la console, si ritrova un titolo completamente diverso. Nessuno potrebbe toccare al sottoscritto, cambiandone anche una sola virgola, Metal Slug.
Lasciare Joe e Mac: Caveman Ninja tale e quale è probabilmente la mossa più saggia non solo a livello commerciale, ma anche etico, così da non attirare le inimicizie di quella nicchia di persone nostalgiche (che poi è quella che lo acquisterà, non di certo le nuove generazioni).
Allora la domanda da fare è un’altra: esiste un metodo alternativo, valido, pur sempre rispettoso, di interpretare e/o integrare un’opera? Se è vero che in Joe e Mac: Caveman Ninja sono presenti due modalità di gioco, quella Arcade e quella Estesa, con più contenuti, è anche vero, lo ripetiamo, che le meccaniche sono le stesse.
Probabilmente una nuova avventura, anche breve, con nuovi paradigmi e difficoltà avrebbe reso un remake discreto in una carta vincente per la software house; i costi sarebbero stati differenti e l’attrattiva sarebbe rimasta la stessa probabilmente, ma la strana abitudine, non solo della nostra Microids, ma di tutte quelle che propongono i remake, è quella di restituirci il gioco identico a sé stesso senza molte aggiunte.
Il risultato è che, dopo una ventata nostalgica, che frutta certamente una bella somma, viene poi a crearsi sfiducia in questo genere di operazioni. Siamo abituati, dalla Virtual Console in poi di Nintendo, a tuffarci di nuovo in vecchie avventure, così come erano al tempo, ma gli intenti erano dichiarati a priori: questo è Mario, questo è Pokemon Blu e Rosso e così via.
Nel caso dei remake invece gli sviluppatori modellano di nuovo il titolo e molti si aspettano quel quid in più che viene troppo spesso a mancare, allontanando di fatto sia le nuove che le vecchie generazioni.
Joe e Mac è divertente, sia chiaro, ma come per tutte le opere che subiscono un remake, forse era il caso di fare un piccolo passo in più.