Shovel Knight Dig: un platform o no?

Ricordate Shovel Knight di cui vi parlammo, gioco base e DLC compresi, qualche anno fa? Ecco, dimenticatelo, perché il nostro amato cavaliere azzurro, questa volta, ci porterà in un’avventura diversa e…profonda
Quanto profonda? Salverete una popolazione di capibara in difficoltà, o il vostro re e la vostra regina da morte certa per mano di un ingannevole servitore di corte che, puntualmente, vuole avvelenare la loro zuppa di tartufi? No, sarà profonda quanto un pozzo pieno di gemme. Chapeau! Direbbe qualcuno.
Shovel Knight Dig – Scava nel pozzo
Diciamo che, in questo caso, il cavaliere veste un ruolo decisamente più appropriato per l’arma che possiede; un cavaliere con la pala è insolito, ma uno che deve scavare giù in un pozzo pieno di gemme e mostriciattoli vari lo trovo calzante!
In questo capitolo della saga infatti non troverete il classico platform, seppur bellissimo, cui eravamo stati abituati, ma un roguelike, meglio roguelite, sviluppato verticalmente, per livelli successivi che non si trovano alla vostra destra o sinistra, ma in basso, scavando e spalando tutta la terra che troverete.
Potrebbe non apparire emozionante, ed effettivamente nelle prime discese non lo è affatto, ma provando ad approfondire il gioco si fa via via interessante ed innesca quell’ancestrale desiderio di scoprire e collezionare: il looting o meglio il saccheggio.
Casse del tesoro, gemme incastonate, oggetti unici e permanenti, reliquie che svaniranno alla vostra morte e tantissime altre cose da raccogliere vi spingeranno ad andare sempre più giù, nonostante la difficoltà dei livelli procedurali che potrebbero far storcere il naso ai videogiocatori più lascivi.
I livelli infatti seguono si uno schema, tanto che, al completamento di uno, le strade da poter percorrere per il successivo saranno sempre due, a vostra scelta, con dei cartelli che vi annunceranno cosa vi aspetterà una volta varcata la soglia, ma cambiano di volta in volta nell’ordine. Sarà difficile trovarne uguali.
Ma del platform cosa rimane?
In realtà molte cose. Siamo abituati alla concezione del platform come ad un qualcosa di fermo, statico, senza renderci conto che la parola piattaforme è vuota. Ogni sviluppatore può intendere il platform come preferisce, e ne abbiamo visti diversi nella storia, da Super Mario a Crash Bandicoot, da Metroid a Cuphead.
Non è questa la sede per discutere il significato di un genere videoludico, qualora potesse essere definito così, ma gli amanti della saga, in parte giustamente, si domandano cosa abbia a che fare Shovel Knight Dig con i precedenti titoli, oltre alla presenza di certi personaggi e all’immancabile pala.
La struttura è diversa eppure siamo sempre lì: superare e saltare su piattaforme, ossia ostacoli e/o piani di appoggio di vario genere, completare livelli, raggiungere la fine di alcuni per affrontare il boss di turno, recuperare potenziamenti, alcuni utili, altri totalmente inutili, come la bellissima armatura d’oro.
Si tratta, volendo insistere ancora sul genere videoludico, di una reinterpretazione del platform, di un modo diverso di esplorare il mondo, pur mantenendo alcuni schemi tradizionali, come quelli appena citati.
Ma allora perché differisce da tale genere? Perché non è considerabile, per ciò che interessa a noi in questo articolo, uno Shovel Knight canonico? Il looting e l’elemento roguelite, la proceduralità dei livelli, che si sviluppano poi verso il basso, mischiano le carte nel mazzo creando un mix originale. Non è da tutti prendere un proprio masterpiece e stravolgerlo in questa maniera!
NPC e Power-up
Shovel Knight: Dig è pieno zeppo di potenziamenti temporanei e permanenti, di reliquie, di chiavi e stanze segrete, di armature da acquistare dopo aver recuperato gli schemi per la loro costruzione da portare poi al fabbro! Si, perché nel corso della vostra discesa, anzi, nel corso delle vostre innumerevoli discese, incontrerete personaggi unici che, una volta aiutati, restituiranno il favore una volta fuori dal pozzo.

Non basta scendere e spalare terre e teste di nemici vari per raggiungere il proprio obiettivo, anzi, è necessario creare una propria strategia, munirsi delle giuste cose, personali, per affrontare cattivoni sempre più cattivi e cercare di capire la trama, presente in tutti gli Shovel Knight.
L’impatto iniziale con il gioco può non essere esaltante, ma vi ritroverete a pronunciare una delle frasi più famose di tutte le terre emerse dell’universo: “questa è l’ultima, poi spengo!”. Il risultato è quello di ritrovarsi con la Nintendo Switch, piattaforma di riferimento in questo caso, alle due di notte nel letto!