Cursed to Golf – un roguelike con le palline

In estate generalmente ogni videogiocatore lascia spazio a qualche gioco rilassante, meno impegnativo, da portare sotto l’ombrellone al posto del sempreverde cruciverba. Poi il sottoscritto decide di cimentarsi in Cursed to Golf, un gioco di golf che definirlo gioco di golf è estremamente riduttivo (e poi c’è anche chi mi batte portando Elden Ring e Diablo Immortal)
In Cursed to Golf lanciare la pallina è il fulcro del gioco (non lo avreste mai detto, eh?), ma dovrete controllare così tanti aspetti, biomi, carte ed imprevisti che ogni tiro sarà frutto di una precisa strategia. Dimenticate le traiettorie chiare, precise, tra prati inglesi e qualche duna di sabbia: qui avremo laghi da attraversare, dinamiti da far esplodere, sfidanti inattesi da battere per giocarvi…la vita!
Si, perché il nostro protagonista, un grande campione di golf, si appresta a fare il suo tiro vincente quando, all’improvviso, un fulmine lo colpisce in pieno; tutti lo danno per morto. Morto lo è per davvero, ma la sua anima si risveglia in una sorta di Purgatorio del Golf dove incontrerà lo Scozzese, titolare di una curiosa catena di strumenti golfisti chiamata Eterni-tee, e che, come il Virgilio dantesco, lo guiderà illustrandogli un modo per tornare sulla terra.
Per far scorrere di nuovo linfa vitale nelle proprie vene dovrete semplicemente superare 18 buche dove il “semplicemente” non è mai stato così ironico. Affronterete quattro biomi differenti, ognuno con quattro buche mai identiche a se stesse (tranne quella con il boss di turno) senza possibilità di salvare o di portare con se potenziamenti. Qualcosina potrete portarla, anche un piccolo modo per fare un checkpoint (non aggiungo altro), ma guai a morire di nuovo: tornerete alla prima buca.
18 volte in buca per la vita
In Cursed to Golf non avrete colpi infiniti, ma un contatore che, raggiunto lo zero, segnerà il game-over. Fatta questa doverosa premessa inizierete a capire che dovrete studiare attentamente ogni buca ed ogni bioma per andare avanti.
I biomi in particolare avranno delle caratteristiche peculiari che vi porteranno a cambiare stile di gioco rispetto a quello precedente e ad utilizzare carte differenti. In Cursed to Golf infatti potrete utilizzare alcune carte a mo ‘di potenziamento temporaneo, così da aiutarvi ad essere in vantaggio. Potrete essere bravi e precisi quanto volete: le carte saranno fondamentali.

Alcune aggiungeranno colpi, altre trasformeranno la pallina in un razzo, altre in uno scavatore in grado di farvi scendere (quando dovrete scendere) più velocemente e così via. Inizialmente un giocatore come il sottoscritto, che non ama power-up e preferisce basare il suo stile di gioco sulle sue capacità, potrà trovarsi disorientato, ma ogni videogioco ha le sue regole, e alla fine sono state padroneggiate (con scarsi risultati!).
Studiate il bioma, il livello, poi il vostro stile di gioco e stravolgetelo cercando di creare una tattica vincente e di mandare il vostro colpo più vicino alla meta prestabilita: andare verso la buca infatti non prevede un percorso univoco e preciso. Dovrete essere in grado di programmare il tragitto e di capire quale sia il più conveniente: alcuni livelli, per intenderci, hanno più di una buca da poter scegliere!
Buche a piccole dosi
Cursed to Golf si presenta come un platform bidimensionale, con una grafica ed un comparto sonoro che fanno il verso a titoli del passato, ed il suo gameplay è relativamente semplice da padroneggiare. Il problema sta nel level design, spesso labirintico e troppo limitante per il videogiocatore: vi troverete a cercare di capire dove passare per vincere, quasi fossero uno o massimo due i percorsi vincenti, vanificando, di fatto, il senso dell’ampiezza del livello.
Colpire in maniera esatta la pallina diventa, per certi versi, quasi secondario, perché non saranno le vostre abilità ad essere interrogate, ma la vostra capacità di pianificazione (spesso difficile, appunto, per la profondità del livello).
Ciò che farete più frequentemente sarà dunque incrociare le dita e sperare di non dover ricominciare daccapo il gioco, di nuovo, considerando che un errore di percorso potrebbe costarvi troppo cara la pelle; i livelli richiedono tempo, non sono così rapidi, quindi 18 buche saranno un’impresa, a volte, frustrante.
In genere in quasi tutti i roguelike e roguelite resta qualcosa nelle nostre mani del precedente tentativo, come una valuta spendibile o le abilità del personaggio sbloccate: in Cursed to Golf nulla di tutto ciò se non per una manciata di eccezioni che non cambieranno però, in sostanza, la vostra esperienza.
Questo causa non tanto un senso di frustrazione, assolutamente soggettiva, quanto una inevitabile ripetitività. Prese le misure con il bioma di turno, le difficoltà saranno sempre le stesse e non avrete alcuno strumento per “fare prima”
Divertente lo è, molto, ma a piccole dosi giornaliere.
Il gioco è disponibile per Steam, Nintendo Switch, Playstation ed Xbox