Diablo – L’Eterno Conflitto elogia l’umanità
La serie di Diablo, giunta anch’essa al suo venticinquesimo anniversario, è sempre stata molto apprezzata dai fan per il suo stile fortemente dark fantasy, quasi horror, e per la possibilità offerta dal gameplay di sbaragliare orde di demoni, non-morti e creature di altro genere grazie ad abilità fisiche, magiche e ultraterrene.
Purtroppo la storia di Diablo, sebbene venga apprezzata e riesca ad appassionare (soprattutto all’inizio o prima dell’arrivo di un nuovo gioco sul mercato) al punto da essere stata arricchita negli anni con diverse opere letterarie, viene spesso accantonata velocemente in favore dell’endgame.
Non è un caso che queste opere letterarie non siano così facili da reperire già poco tempo dopo la prima edizione, nonostante siano state fondamentali per lo sviluppo della storia di Diablo, fornendo ispirazione per Diablo III e, sicuramente, anche per il prossimo Diablo IV.
È proprio il caso di dire: “un vero peccato”. L’universo narrativo di Diablo non solo è ammirevole e divertente da giocare, ma tramite la sua fantasia fortemente ispirata alla religione ebraica, presenta anche una filosofia affascinante.
Nell’universo di Diablo, l’Eterno Conflitto tra angeli e demoni conduce a un elogio all’umanità.
L’Eterno Conflitto e i nefilim
“Fermati un attimo e ascolta“, direbbe il buon vecchio Deckard Cain, perché non si può spiegare la filosofia di Diablo senza citare le origini di Sanctuarium: il mondo degli umani.
L’Eterno Conflitto ha inizio con lo scontro tra Anu, il sommo bene, e il drago Tathamet, il sommo male. Si narra che dai resti del drago nacquero gli Inferi Fiammeggianti, mentre da Anu deriverebbe il Paradiso Celeste.
La conseguente guerra tra angeli e demoni ebbe inizio quando Malthael, l’Arcangelo della Saggezza, trovò nel Pandemonio l’artefatto chiamato Occhio di Anu, meglio noto come Pietra del Mondo.
Tyrael, l’Arcangelo della Giustizia, fece erigere la Fortezza del Pandemonio per proteggere questo artefatto. Da allora la battaglia tra il bene il male divenne un “rubabandiera eterno” per il dominio della Fortezza.
Angeli e demoni sono immortali: possono perire sul campo di battaglia ma prima o poi si rigenerano nel cuore del Paradiso o dell’Inferno. L’Arcangelo Inarius arrivò a intuire l’inutilità di un conflitto dove nessuna fazione è in grado di sopraffare definitivamente l’altra, iniziando a chiedersi se ci fosse una via d’uscita e se fosse l’unico a pensarla in questo modo.
Paradossalmente, Inarius trovò il suo alleato nella fazione opposta: Lilith, figlia del demone Mephisto, il Signore dell’Odio e più anziano dei Primi Maligni.
Inarius e Lilith radunarono un gruppo di angeli e demoni ribelli, rubarono la Pietra del Mondo e la utilizzarono per creare Sanctuarium, la portarono sul loro nuovo mondo e la usarono di nuovo per nasconderlo a Paradiso e Inferno.
Gli angeli e i demoni di Sanctuarium vissero in armonia tra loro, si riprodussero persino, dando vita a una nuova specie: i nefilim, più potenti di qualsiasi creatura della luce e dell’ombra.
Furono proprio questi la causa dei dissidi su Sanctuarium: Lilith avrebbe voluto usare il potere dei propri figli per creare un esercito in grado di sconfiggere sia il Paradiso che l’Inferno, ma Inarius non era d’accordo, anzi temeva il potere dei nefilim.
Inarius bandì Lilith nell’Abisso (una sorta di Nulla), non prima che questa uccidesse ogni angelo e demone presente su Sanctuarium, dopodiché modificò la Pietra del Mondo affinché depotenziasse sempre più le successive generazioni di nefilim, fino a tramutare la loro razza in comuni esseri umani.
Gli scontri tra Inarius e Lilith portano Paradiso e Inferno ad accorgersi di Sanctuarium. Gli arcangeli del Concilio di Angiris, a capo del Paradiso Celeste, votarono per il destino dell’umanità, decidendo infine di risparmiarla e di non interferire sulle vite degli umani, ma dovettero anche proteggerla dai demoni.
Mephisto propose loro un accordo: una tregua, in cambio gli sarebbe stato consegnato l’arcangelo Inarius, che egli lasciò imprigionato e torturato per l’eternità.
Io sono Itherael, l’Arcangelo del Destino. E’ mio dovere registrare ciò che è e ciò che sarà nella Pergamena del Fato. Ma tu, nefilim… tu non sei nella Pergamena. Il tuo destino non è scritto.
Itherael – Diablo III
Immaginate una partita di Calcio tra due squadre perfettamente bilanciate: stessi pregi e stessi errori, la partita non può che finire in perfetta parità, ma ecco che a un certo punto, durante un’azione innocua, entra un giocatore in più per una delle due squadre e segna, ed è tutto lecito!
Alla squadra che vince andrebbe bene un evento del genere, ma cosa ne penserebbe la squadra sconfitta?
Inarius e Lilith avevano capito che affinchè una routine eterna potesse cambiare, serviva un elemento diverso, ma se è vero che Inarius non ne poteva più di combattere inutilmente, non ci stava neanche a rischiare di essere sconfitto definitivamente, così come Mephisto che, da buon Signore dell’Odio, detestava anche chi aveva cambiato quella guerra eterna che la sua stessa figlia aveva riconosciuto come inutile.
Angeli e demoni non riuscivano a capire che gli umani sarebbero stati il futuro dell’Eterno Conflitto. Purtroppo, il primo a comprenderlo fu il più giovane e più pericoloso dei Primi Maligni: Diablo, il Signore del Terrore.
L’ambizione di Rakkis e di Zoltun Kulle
In tutto ciò, gli esseri umani dovrebbero solo servire gli angeli per ottenere protezione contro i demoni? Eppure fu proprio un arcangelo a depotenziare i nefilim, senza che questi avessero ancora commesso alcun peccato contro il Paradiso Celeste.
Il primo mortale a porsi una domanda simile fu Zoltun Kulle, il mago Horadrim al quale furono affidate le Pietre dell’Anima.
Gli Horadrim erano sette mortali scelti dall’Arcangelo Tyrael per combattere i tre Primi Maligni, ovvero Diablo, Mephisto e Baal, esiliati dall’Inferno dai quattro Maligni Minori (i demoni, essendo malvagi per natura, si fanno anche la guerra a vicenda) e spediti su Sanctuarium.
Fondando l’ordine degli Horadrim, Tyrael donò agli umani il potere per difendersi dai demoni e impedire che questi potessero tornare di nuovo nel loro mondo, il tutto senza agire personalmente. Il voto di Tyrael fu l’ago della bilancia che portò il Concilio di Angiris a risparmiare l’umanità, ma cosa sarebbe potuto accadere se gli Arcangeli avessero saputo che i Primi Maligni erano finiti su Sanctuarium?
Le Pietre dell’Anima sono artefatti in grado di imprigionare le anime dei demoni: se un demone viene ucciso, prima o poi si rigenererà nel cuore degli Inferi Fiammeggianti, ma se rimane imprigionato non potrà più nuocere a nessuno, o almeno così credeva Tyrael…
Se dovessimo vivere nell’universo narrativo di Diablo, sarebbe difficile non dare ragione a Zoltun Kulle. Egli studiò le Pietre dell’Anima e capì di poterle duplicare e addirittura migliorare, creando così la Pietra Nera delle Anime: un artefatto in grado di imprigionare molte più anime sia dei demoni che degli angeli, al fine di utilizzare il potere racchiuso per risvegliare nell’umanità le antiche capacità dei nefilim, per non dover più temere i demoni né dipendere dagli angeli.
Zoltun Kulle era ambizioso e temerario, ma gli altri Horadrim temevano un intervento divino nel caso gli angeli avessero scoperto il suo piano, sebbene egli fosse pronto a una nuova generazione di nefilim in guerra contro il Paradiso e l’Inferno. Gli Horadrim fermarono Kulle poco prima che gli riuscisse a ultimare il suo rituale, ma i poteri da lui acquisiti lo rendevano immortale, per tanto gli riservarono un trattamento simile a quello dei Primi Maligni: separarono la testa dal corpo e sigillarono le due parti per l’eternità.
Tyrael: “Sei stato infido in passato. Come faccio a sapere che una volta resuscitato del tutto non sarai una minaccia ancora più grande?”
Zoltun Kulle: “Non puoi saperlo. Quindi devi chiederti… Cosa sei disposto a rischiare per salvare questo sventurato mondo?”
Zoltun Kulle e Tyrael – Diablo III
Zoltun Kulle non era di certo un pacifista, ma gli eventi nella storia di Diablo gli danno ragione. Il suo sapere era più grande del più corrotto degli umani, o del più devoto, poiché aveva intuito che il potere di un nefilim è superiore persino al più potente dei demoni e degli angeli, e dato che la guerra tra bene e male non è mai finita, era così sbagliato ambire a non essere più delle semplici pedine?
Zoltun Kulle era talmente abile nel riconoscere il potenziale delle cose da aver intuito, prima della sua ultima apparizione in Diablo III, che il vero nemico dei protagonisti era un altro.
Siamo tutti d’accordo che la fine incomba su di noi, ma sei davvero convinto che possano essere stati Belial e Azmodan a progettare questi eventi?
Zoltun Kulle – Diablo III
L’unico mortale che tentò un’impresa simile a quella di Zoltun Kulle, molti secoli dopo, fu Rakkis: un campione del culto di Zakarum nonché primo re della Marca dell’Ovest.
Nel suo viaggio a occidente, Rakkis scoprì antichi testi che parlavano dei nefilim e di come furono depotenziati dalla Pietra del Mondo. Per tanto, fondò la città di Cuor della Marca vicino alle rovine di Corvus, l’antica città dei nefilim, in modo tale da proseguire i suoi studi e capire se l’antico potere dell’umanità fosse davvero perduto per sempre.
Rakkis fu uno dei primi a capire che il potere dei nefilim non era del tutto svanito nello “squallore” dell’era moderna, notando come le rovine di Corvus sembravano reagire al suo passaggio. Un evento che rese ancor più motivata la sua opera.
Egli scoprì che la Pietra del Mondo era custodita in una fortezza eretta all’interno del Monte Arreat, situato a nord, nelle terre dei barbari. Purtroppo, Rakkis scoprì anche di non essere l’unico a custodire ancora il potere dei nefilim, in quanto nemmeno il suo esercito, il più potente del mondo, era in grado di vincere contro i barbari, i quali semplicemente ritenevano di avere il compito di dover difendere la Pietra del Mondo da qualsiasi invasore.
L’ambizione di Rakkis fu destinata a rimanere tale per sempre, dato che nemmeno suo figlio Korsic riuscì mai ad avere la meglio sui barbari delle terre del nord.
Se solo Zoltun Kulle avesse potuto vedere tutti questi eventi dalla sua prigionia eterna… Egli non solo aveva compreso il potenziale dell’umanità, ma anche il perché la sua scelta sarebbe stata la migliore per tutti.
Rakkis aveva davvero intuito la stessa cosa? O forse era solo assetato di potere, giustificato dalla sua religione? Dopotutto, ha mai provato a trattare con i barbari anziché limitarsi ad assaltare le loro terre? Tenendo conto che, come visto in Diablo II, qualcuno è riuscito in una trattativa con essi molti secoli dopo, e costui aveva certamente cattive intenzioni.
I barbari ignoravano cosa stessero realmente custodendo, Rakkis non fu in grado di comunicare con loro, Tyrael e gli Horadrim non avevano capito che le Pietre dell’Anima non sarebbero bastate a fermare i Primi Maligni, anzi avrebbero addirittura peggiorato la situazione.
L’Eterno Conflitto si è spostato definitivamente su Sanctuarium, la guerra tra angeli e demoni riguarda ora l’influenza sul libero arbitrio del quale sono donati gli umani, e questi ultimi hanno tutto il diritto di far valere la loro libertà.
Io sono molte cose, templare, ma non un bugiardo. Dopo tutti i segreti che ho imparato nel corso dei secoli, ho scoperto che la verità è molto più divertente.
Zoltun Kulle – Diablo III
La corruzione dei demoni e il sacrificio di Tyrael
Angeli e demoni avevano acconsentito a non interferire sulle vicende degli uomini, ma i demoni sanno essere persuasivi, oltre che furbi. I Primi Maligni aveva scoperto il funzionamento delle Pietre dell’Anima: l’Esilio Oscuro, ovvero la ribellione dei Maligni Minori con la cacciata dall’Inferno di Diablo, Mephisto e Baal, era un evento cercato dai Tre al fine di far agire Tyrael in aiuto degli umani.
Imprigionati nelle Pietre dell’Anima, i Primi Maligni sembravano apparentemente innocui, ma persino dalla loro prigione riuscirono a corrompere le anime degli esseri umani. Inoltre, utilizzando un essere umano come ricettacolo dei loro spiriti rinchiusi nelle Pietre, i Primi Maligni poterono tornare in forma demoniaca acquisendo un potere superiore dall’anima mortale consumata.
Diablo, in particolare, nel terzo capitolo della saga si rivela essere un vero genio. Come rivelato da un diario di Deckard Cain, essendo egli il Signore del Terrore è fisiologicamente impossibilitato nel provare paura, per tanto è stato in grado di architettare piani lunghi anni, o secoli, senza il timore di essere imprigionato o sconfitto definitivamente.
L’unico del Concilio di Angiris che aveva davvero capito che il ruolo degli angeli doveva cambiare, era Tyrael, che non solo si schierò a favore degli umani, ma decise anche di agire per loro conto.
Vent’anni dopo gli eventi di Diablo II, Tyrael si ritrovò in Paradiso sottoposto a giudizio, nonostante lui stesso fosse l’Arcangelo della Giustizia. A quel punto, pur di continuare ad aiutare liberamente gli umani, fece una scelta incredibile: si spogliò volontariamente della propria natura angelica, sacrificando il suo potere e la sua immortalità, al fine di diventare un uomo.
Tyrael è stato ingannato più volte dai suoi nemici, ma alla fine ha sempre avuto ragione sul potenziale degli umani. Se anche gli angeli avessero distrutto Sanctuarium, l’Eterno Conflitto sarebbe davvero tornato come prima? Cosa li avrebbe assicurati dal fatto che, in questa situazione eterna, non ci sarebbero mai più stati un’altra Lilith e un altro Inarius?
Gli umani hanno cambiato le cose per sempre ma gli angeli non lo hanno capito, mentre i demoni offrono il loro potere per corrompere le anime mortali.
L’universo di Diablo narra che gli umani possiedono sia sangue di angelo che di demone, e ciò significa che semplicemente possono scegliere tra bene e male. Il loro destino non è scritto nella Pergamena del Fato per il semplice fatto che possiedono il dono del libero arbitrio, e il loro potere è superiore a quello degli angeli e dei demoni perché gli umani sono i veri padroni della propria vita.
Come fa notare Itherael in Diablo III, non è impossibile che arrivi il giorno in cui saranno gli umani a votare per decidere il destino degli angeli. Nel mondo reale potrebbe già essere realtà: non è necessario combattere guerre contro il Paradiso, basterebbe ascoltare una religione per l’insegnamento dato e non come una fede cieca.
Malthael, l’Arcangelo della Saggezza divenuto poi l’Angelo della Morte, non riteneva giusto che il potere del libero arbitrio fosse affidato a degli esseri mortali, ma come fa notare Tyrael, è proprio il nostro tempo limitato a dar valore alle scelte che facciamo nel corso della vita.