Riscoprire Days Gone (per PC e non) nel 2021

Molti giocatori sembrerebbero aver voluto riscoprire Days Gone nelle ultime settimane, complice la sua presenza tra i giochi gratuiti del PS Plus del mese scorso, il dibattito scatenato da John Garvin e la petizione per Days Gone 2, e soprattutto dall’arrivo del titolo anche su PC.
Quale migliore occasione, dunque, per riscoprire la tanto discussa esclusiva sviluppata da Bend Studio?
Days Gone – Un open world mai visto prima?
L’open world di Days Gone è stato ampiamente trattato in un articolo della rubrica “Objection!”, pubblicato nel periodo dell’arrivo del gioco su PS4. L’opinione di base rimane la stessa: un open world post apocalittico ben pensato, popolato da furiosi (freakers) che hanno delle caratteristiche precise (debolezza alla luce, attratti dai rumori, nidi, orde) delle quali Deacon St.John, il protagonista del gioco, dovrà trovare i punti deboli per avere la meglio in diverse situazioni (soprattutto contro le orde). Oltre ai furiosi, i nemici possono anche essere umani (o animali), tra predoni che tendono agguati lungo le strade, e la setta dei Ripugnanti: fanatici drogati che cercano nuove reclute tramite la tortura, uccidono i loro nemici, ma non toccano i furiosi. Tutto questo in un mondo dov’è necessario procurarsi ogni risorsa, compreso il carburante per la moto, esplorando quel che resta dell’Oregon (ora chiamato “Incubo”) o guadagnando fiducia e crediti presso gli accampamenti, ognuno dei quali ha una propria filosofia di vita e può offrire servizi diversi dagli altri.
L’open world è probabilmente l’elemento tutt’ora unico di Days Gone. Bend Studio ha saputo applicare benissimo il post apocalittico a un genere videoludico che ancora non vi si era affacciato, creando un videogioco palesemente action ma con meccaniche survival abbastanza influenti, soprattutto giocando alle difficoltà maggiori. Un open world che spaventa per la sua pericolosità: quanto può essere conveniente avventurarsi di notte o con un temporale? Quanti furiosi si potrebbero incontrare? Quell’area potrebbe nascondere un’orda? Quella strada sarà sicura, o nasconde un cecchino da qualche parte?

Un open world che, infine, viene arricchito da elementi tipici delle esclusive Sony, presentando una narrazione altrettanto ben realizzata e con un comparto tecnico sopra la media del suo genere, curato soprattutto nelle cutscene. Ovviamente, il comparto tecnico dell’edizione PC è superiore a quello della versione PS4, essendo una versione arrivata anche due anni dopo sul mercato, ed è possibile ottenere un boost grafico anche giocando in retrocompatibilità su PS5.
Cos’è andato storto con Days Gone?
Nonostante le giuste critiche di John Garvin sul non comprare i giochi a prezzo pieno, e la buonissima campagna mediatica, volontaria e non, che sta ricevendo Days Gone in questi ultimi mesi, c’è un motivo valido per il quale Sony ha deciso di cancellare il sequel in sviluppo di questo titolo.
Nonostante le sue qualità, Days Gone è sicuramente l’esclusiva Sony più debole dal 2015 in poi.
Un videogioco che mette insieme due elementi, open world e post apocalittico, che mai erano stati uniti prima, ma si tratta di due caratteristiche abusate nei videogiochi odierni e non così innovative in questo titolo.
Liberare accampamenti da predoni o Ripugnanti, distruggere nidi di furiosi, sbloccare le strade per i viaggi rapidi, sostenere gli accampamenti alleati. Tutte attività che funzionano bene con il concept di Days Gone, ma con il rovescio della medaglia di essere attività abusate nel genere open world, così come altrettanto abusato è il tema di “sparare agli zombie” (e ai superstiti malvagi). Non bastano la moto e le orde, Days Gone non ha il gameplay di Horizon Zero Dawn, o l’unicità di Spider-Man, e non è un vero survival come The Last of Us.
Il titolo di Naughty Dog è un altro dei motivi per cui molti potrebbero aver snobbato l’esclusiva di Sony Bend. Era il 2019, l’anno di Resident Evil 2 Remake, l’anno prima di Resident Evil 3 Remake e The Last of Us Parte II: nello scegliere un “videogioco di zombie”, quante possibilità aveva Days Gone?

L’open world di Days Gone ha la qualità di essere ben integrato con la main quest, ma anche tenendo conto di un parere soggettivo, è innegabile una certa ripetitività sia nelle missioni primarie che secondarie, che va ad allungare un po’ troppo la storia.
Infine, Days Gone è anche l’esclusiva Sony meno curata tecnicamente, nonostante tutto, con animazioni in combattimento e nei dialoghi con gli NPC che non vedranno un miglioramento nemmeno su PC, oltre a visibili cali di framerate e qualche pop-in delle texture presenti nella versione PS4.

Days Gone non è proprio l’esclusiva Sony per vendere le console, eppure è stata scelta per un porting su PC, ed è risaputo che, nonostante le voci su futuri accordi per il PC gaming, la politica di Sony è attualmente quella di sfruttare il PC per spingere nuovi gamers ad acquistare PlayStation.
Days Gone potrebbe essere l’esclusiva Sony più commerciale, adatta quindi a pubblicizzare PlayStation a un pubblico generalista, ma potremmo considerarla, a giudicare dalle notizie degli ultimi mesi, la pedina sacrificabile per il multipiattaforma. Comunque sia, rimane un ottimo videogioco che evidentemente ha persino ispirato un po’ quel The Last of Us con il quale viene confrontato (ad esempio, in The Last of Us Parte II troviamo l’orda di infetti che aggredisce Abby, o la setta dei Serafiti in lotta con il WLF), e potrebbe interessare a chi apprezza il genere open world, specialmente ora con le prestazioni grafiche migliorate da un PC (o da una PS5).