Call Of Music – The Witcher 2 Assassins Of Kings
Eccoci di nuovo con la nostra rubrica Call of Music, in cui ci immergiamo nelle migliori OST per videogiochi mai composte! Nel primo capitolo vi ho parlato di Unravel, dolcissimo gioco indie, e delle sue atmosfere nordiche.20
Oggi ci addentreremo in un percorso più articolato, così come lo è il gioco in questione: The Witcher 2: Assassins of Kings.
Sviluppato nel 2011 dalla CD Projekt RED, casa di produzione polacca, è il sequel di The Witcher e mira ancora a ricostruire attraverso vari flashback la storia di Geralt, un Witcher, appunto, essere umano modificato addestrato nel combattimento, nell’alchimia e nei rudimenti di magia.
Solo prologo ci sono quattro diversi inizi giocabili in qualsiasi ordine, a circa metà gioco due strade con pesi totalmente differenti che influenzeranno profondamente la storia e sedici (e dico sedici) finali possibili. La trama quindi non è affatto lineare e tutto le scelte del giocatore sono fondamentali nel strutturare l’identità del personaggio.
La colonna sonora -scritta da due compositori con molte consonanti nel nome: Adam Skorupa e Krzysztof Wierzynkiewicz– riflette in maniera davvero fedele la complessità del gioco.
Fondata su temi epici, orchestrali, con presenze di synth e cori che cantano con tecnica ibrida (semi lirica, per capirci), ha la straordinaria particolarità di essere fruibile anche scardinata da quelle che sono le atmosfere del gioco.
Il che è abbastanza “strano” se ci fermiamo per un attimo a rifletterci sopra.
Le musiche ricalcano fortemente atmosfere polacche, logicamente a noi estranee. Nonostante ciò, la loro universalità è probabilmente legata a fattori empatici grazie alla presenza di un’orchestra.
Quasi ogni pezzo si avvale dell’utilizzo complementare di archi e fiati. Questi non suonano quasi mai lo stesso tema nello stesso momento, ma lo dividono in tanti punti cardine e se lo scambiano come se fosse una pallina da tennis. L’unico momento in cui l’orchestra e il coro alla fine si riuniscono sulle stesse tematiche è il climax della frase musicale che, molto spesso, corrisponde anche a ciò che il giocatore vive attraverso il personaggio.
È una tecnica apparentemente banale, ma molto difficile in realtà da usare. Così sapientemente come nel caso di The Witcher, poi, è, più che difficile,estremamente molto raro.
Uno dei brani più belli e ben costruiti di tutta la colonna sonora è sicuramente A nearly peaceful place, che fa dell’orchestra un tappeto di colpi di scena. Come tutto, in questo gioco, anche questo brano è estremamente malinconico: in fin dei conti, voi siete morti e non ricordate nemmeno come o perché.
Qui l’orchestra all’inizio sembra quasi non esserci e le prime note sono affidate a un flauto su un range medio. Subentra poco dopo un tappeto leggero di violini che in controcanto propone un sostegno al fiato iniziale, doppiato all’improvviso da un altro fiato con timbro simile ma spostato su un range molto acuto. Gli archi prendono improvvisamente forza e da tappeto diventano solido pavimento finché non subentra anche la voce di Iwona Malczewska. Dopodiché toccherà a lei, al fiato acuto e al primo violino portare il brano fino al climax finale, commovente e sospeso.
Piccola particolarità che però merita una nota a parte.
Per la promozione del gioco, la band polacca Riverside ha scritto una canzone ispirata a The Witcher “Forgotten Land”.
Anche se lontana dall’epicità della colonna sonora, questa canzone merita una menzione speciale prima di tutto perché non abbandona il discorso orchestrale, ma anzi inserisce alcuni violini che riprendono i movimenti lenti presenti in molti dei brani della OST; inoltre il testo racconta di terre desolate lontane, in cui le persone sono fiere dei loro poteri, si sentono re del mondo e in alcuni casi lo sono, costruendo i loro templi d’oro finché velocemente uno ad uno cadranno e loro, in fila, moriranno.
Vi ricorda qualcosa…?