Indie Italiani – In Italia non esistono videogiochi

Eccoci qui con il settimo ed ultimo appuntamento della rubrica Indie Italiani! L’autunno è alle porte e lasceremo spazio a nuovissimi progetti ancora top secret, di cui ovviamente vi parleremo nella nostra piccola, ma grande famiglia Altea Gamer Squad. Oggi non voglio soltanto salutarvi come si deve, e ringraziarvi per il tempo speso nella lettura di questa rubrica, piuttosto voglio lasciarvi con dei dati decisamente interessanti che fotografano la situazione videoludica italiana. In Italia chi vincerà tra PC e PS4? E tra GTA V e Fifa 18? Andiamo a scoprirlo
I dati di AESVI
I dati che citeremo in questo articolo sono presi prevalentemente da un documento (che vi invito a leggere per intero) pubblicato da AESVI, Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani. Finalmente abbiamo dati che provengono da fonti di tutto rispetto e che è decisamente interessante andare ad analizzare.
Nei precedenti numeri della rubrica Indie Italiani ho cercato di focalizzare l’attenzione sul videogioco del caso e di intervistare i suoi sviluppatori. Oggi andiamo a vedere quale futuro avrà nel nostro paese questo “nuovo” media.
Dati curiosi
Il documento integrale che ho riportato poco sopra analizza dettagliatamente la situazione videoludica italiana, ma andiamo a vedere quali sono i dati più rilevanti e più curiosi. Partiamo immediatamente con una notizia bomba: il giro di affari attorno ai videogiochi sfiora il miliardo e mezzo di euro.
Questo semplice dato potrebbe e dovrebbe aprire un vortice di discussioni volte a mettere in luce quanto questo mercato non debba più essere trascurato. Pensare il videogioco come uno strumento di intrattenimento è certamente corretto, ma è evidente che non si tratti più semplicemente di questo. Il tema andrebbe affrontato in una sede separata vista la sua complessità, ma una premessa è d’obbligo: il videogioco non è soltanto intrattenimento, ma storia, racconto, emozione, competizione.
Nella pagina 17 del documento il 39% degli intervistati pensa immediatamente alla parola divertimento, ma è interessante notare come nella Top 5 con il 23% si piazzi la parola immersività. Il termine è abbastanza aleatorio e può voler dire tutto oppure niente: immersione nel paesaggio, nella storia, nelle emozioni che il contesto videoludico può suscitare, ma una cosa è certa: siamo abbastanza lontani dal puro e semplice divertimento. Tetris è diverso dai nostri cari ed italianissimi Last Day Of June o The Town Of Light.
Un altro dato interessante si ottiene confrontando i dati della pagina 12 con la 14 e la 8. Secondo voi su quale dispositivo gli italiani preferiscono giocare? Non parliamo di quello che amano di più, ma di quello più diffuso. So che molti storceranno il naso, ma al primo posto troviamo il mondo mobile e, a seguire, quello console e PC che distano, pensate un po’, soltanto del 2%. Se il dato mobile non è una sorpresa, perché tutti abbiamo uno smartphone, ad esserlo è la poca distanza tra le console ed i PC.
Bisogna però fare una precisazione. Se il mobile è in vetta con il 52% questo non significa che sia il dispositivo che gli italiani prediligono per videogiocare, e nemmeno che sia quello più fruttuoso dal punto di vista economico. A pagina 14 infatti viene analizzata la frequenza di gioco e a vincere questa volta sono le console. Con 8,3 ore settimanali di media si aggiudicano il podio, seguito dal mobile con 6,4 e PC con 4,3. Se i videogiocatori PC sono prevalentemente nella fascia d’età che va tra i 25 e 65 anni (pagina 13), e quindi quella più impegnata nel mondo del lavoro, che toglie inevitabilmente tempo per il nostro hobby preferito, le console ed il mobile si distribuiscono in modo più equo.
Questo significa due cose: la prima è che le sessioni di gioco su console sono più lunghe nonostante il volume inferiore di videogiocatori, la seconda che i videogiocatori PC sono i più “frettolosi”, anche più di quelli mobile. Inoltre i videogiochi mobile sono notoriamente più adatti a sessioni brevi e questo rende il confronto con il PC ancora più ambiguo. Non contento sono andato a vedere allora quali sono i 3 videogiochi più giocati per entrambe le piattaforme. Tra lo stupore e l’incredulità vedo che nella Top 3 per il PC trovo The Sims 4, Overwatch, e Call Of Duty WWII, di certo adatti a sessioni più lunghe della Top 3 mobile con Clash Royal, Candy Crush Saga e Clash Of Clans.
Una quota rosa interessante è l’assenza di divario tra uomini e donne fino ai 34 anni. Oltre quella soglia i punti in percentuale si allontanano anche di 7, ma prima di quella soltanto, al massimo, di 2. Questo dato non tiene conto delle frequenza di gioco, ma del fatto che abbiano giocato o meno negli ultimi 12 mesi. E’ comunque bello ed interessante sfatare un pregiudizio secondo cui le donne non siano attratte dal mondo videoludico.
La collana
I dati riportati sono importantissimi perché fotografano il nostro paese nel 2017, ma ad essere sotto i nostri occhi sono i titoli di tutto rispetto che sono stati rilasciati negli ultimi anni da editori e sviluppatori italiani. Mi dispiace se nella collana che ho curato non sono riuscito a citare, recensire, intervistare tutti quelli che avrei voluto. Al Milan Games Week di quest’anno sono stati presentati oltre 50 videogiochi, un numero altissimo per un’industria così giovane dalle nostre parti. Questo non può far altro che sottolineare quanto ormai il videogioco italiano sia una realtà concreta.
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Ho avuto la fortuna di poter parlare con gli sviluppatori, di vedere cosa c’è dentro e fuori uno studio di sviluppatori e di quanto lavoro ci sia dietro. Quante scommesse, quanti investimenti e quanti sogni per sviluppare un videogioco! Andiamo a dare una sbirciata veloce ai 6 titoli che ho curato quest’anno!
Chronicle Of Innsmouth: amanti della pixel art, dell’horror e delle situazioni tragicomiche delle avventure punta e clicca degli anni 90’, questo titolo è per voi! Giocato e finito tutto d’un fiato riesce a trasporre in chiave videoludica il capolavoro di H.P Lovecraft
Fall Of Light: Se Dark Souls non vi è bastato, se ICO vi ha fatto impazzire alla follia allora non potete mancare l’appuntamento con Fall Of Light. Vi consigliamo un joypad solido, perché lo butterete contro il muro diverse volte. Il divertimento, però, è assicurato.
Daymare 1998: Resident Evil 2 e Dead Space sono stati il vostro pane quotidiano? In questa video intervista abbiamo potuto toccare con mano uno dei titoli più promettenti del 2018. Ne sentirete parlare, ve lo assicuro! Poi se lo dice anche una certa Capcom…
Remothered Tormented Fathers: Spaventoso, originale, non il classico horror solo splatter e jump scare, ma molto di più. Primo capitolo di una trilogia dalla trama promettente, è stato in grado di tenermi incollato al monitor. Rosemary siamo tutti con te!
Last Day Of June: Toccante e commovente. Graficamente originale, bello, coinvolgente. Last Day Of June riesce a emozionare non solo per la sua trama, fiore all’occhiello del titolo, ma anche per la scelta minuziosa della colonna sonora, per i dettagli.
Non è un addio, ma soltanto un Arrivederci
Avremo sicuramente modo di parlare ancora dei videogiochi italiani, perché ormai si è capito bene che la strada è soltanto in discesa per i nostri sviluppatori ed editori, soprattutto dopo l’approvazione della Legge Cinema. Per restare aggiornati ricordatevi del nostro gruppo Altea Gamer Squad. Prima di salutarci però vi lascio un interessante servizio del TG 5 della durata di circa un’ora (ma ne vale la pena!). Ciao amici, a presto, e grazie ancora!