Il caso Di Lorenzo, ovvero come votare due volte per le Elezioni Europee
Non sono neanche passati cinque minuti dall’inizio del Talkshow tedesco in prima serata “Günther Jauchs” e tra spettatori e invitati al programma televisivo serpeggia lo sconcerto. Pochi istanti prima il presentatore aveva chiesto a Giovanni Di Lorenzo, il direttore italo-tedesco del settimanale “die Zeit”, dove avesse scelto di votare, in Italia o in Germania. “Ho votato in Germania, ma due volte: una in un consolato italiano e un’altra in una scuola elementare di Amburgo” suonava la risposta. Il motivo? Il possesso di due passaporti, come confessa Di Lorenzo stesso immediatamente dopo. Il presentatore, colto alla sprovvista dalla dichiarazione inaspettata, sta per chiedere spiegazioni quando interviene Schäuble, ospite del programma e attuale Ministro delle Finanze tedesco. E ammette come effettivamente sarebbe opportuno trovare regole più severe contro il doppio voto. Il che implica di fatto implica che il doppio voto in Europa è una possibilità reale, anche se comunque illegale e perseguibile dal dirtto europeo.
Che il suo comportamento non dovesse essere poi così corretto, Di Lorenzo avrebbe dovuto saperlo, dato che sulla versione on-line del suo giornale era uscito pochi giorni prima un articolo dal titolo “Le falle nel sistema elettorale europeo”, che denunciava proprio la mancanza di controlli e di comunicazione tra le amministrazioni italiane e tedesche. La notizia diventa subito oggetto di attenzione sia dai quotidiani tedeschi, sia su Twitter, dove diventa uno dei trend più popolari. Significativo è il fatto che sono circa un milione solo in Germania i cittadini che potrebbero usufruire dello stesso privilegio riservato a Di Lorenzo. E il caso potrebbe anche lasciar sospettare, che la possibilità della doppia preferenza alle Elezioni Europee non sia limitata solo a chi detiene le cittadinanze di almeno due nazioni dell’EU.
Nonostante sia scandaloso che possa venir permesso ad un singolo di avere il doppio dell’influenza sulla composizione del Parlamento Europeo rispetto alla media degi altri, rimane un evenienza questa, che non ha il potere di sconvolgere l’esito complessivo del voto. Ciò che colpisce è nuovamente la fragilità del sistema-Europa che, nel cercare di tenere insieme istituzioni comuni e sovranità nazionali, l’unità e le differenze, non riesce a trovare altra soluzione al problema del doppio voto se non quello della responsabilità personale dell’elettore. Casi come quello del direttore di “die Zeit” mostrano nel girono stesso delle Elezioni Europee come, lungi dall’essere un realtà compiuta e perfettamente collaudata, l’UE produca in se stessa ancora stridenti contraddizioni. E potrebbero far sospettare che l’espansione del partiti euroscettici in tutta Europa non sia solo un fenomeno casuale, bensì favorito dalla stessa struttura attuale dell’UE, che offre troppo spesso il fianco a critiche contro se stessa. In una situazione come quella presente, il futuro dell’Europa sembra dipendere dal divario che sussiste tra critiche costruttive e quelle, oggi in ascesa, distruttive.
Daniele Di Giovenale
Twitter: @DanieleDDG