I cavalli vanno a scuola a Piber

Strigliati, accuditi, coccolati. I cavalli lipizziani allevati a Piber sono l’attrazione turistica più frequentata della Stiria. La scuderia non è solo stalla, nursery, centro di allenamento, ma un piccolo borgo il cui lavoro è monopolizzato da quest’antica razza prescelta dagli Asburgo per il buon carattere, la facilità d’apprendimento e una naturale inclinazione per le andature dell’Alta Scuola. La storia del cavallo lipizziano nasce però altrove. Nel 1580 il fratello dell’imperatore Massimiliano II acquistò dall’arcivescovo di Trieste il piccolo villaggio di Lipizza per allevarvi i cavalli fatti arrivare dalla Spagna, dal regno di Napoli, dal Polesine e dall’Arabia. Per secoli gli equini furono chiamati “carsici”, solo nella seconda metà dell’Ottocento apparve il nome Lipizziani, dal luogo dell’allevamento.
Dopo la prima guerra mondiale, quando Lipizza passò all’Italia, l’Austria spostò l’allevamento a Piber, presso Graz. Oggi a Lipizza esiste dal 1989 un allevamento statale sloveno.
Da sei stalloni capostipiti ebbero origine i sei ceppi che si sono preservati fino ad oggi: Pluto, Conversano, Favory, Neapolitano, Maestoso e Siglavy.
Sono i nomi che si leggono nei box di Piber ospitanti questi campioni bianco-grigi, padri di tanti puledri il cui destino è fare bella figura nella Spanische Reitschule di Vienna, la scuola equestre più antica e prestigiosa del mondo.
SCUDERIE REGALI. L’arrivo a Piber sfoggia subito una sorpresa: non c’è puzza di cavallo. La segatura delle stalle, dei box, dei paddock è pulita e fresca, nessuna traccia di escrementi.
Gli ospiti quadrupedi vi sono trattati con i guanti e sembrano tutti appena usciti dalla doccia. La visita inizia dalla nursery dove i puledri rimangono con le madri fino all’età di sei mesi. Nascono con il mantello scuro che con il tempo e la muta del pelo diventa sempre più chiaro. La maggior parte dei puledri grigi diventano bianchi fra il sesto e il decimo anno di vita.
Staccati dalle giumente e dopo aver ricevuto i quattro marchi dell’allevamento, trascorrono le loro prime tre estati nelle malghe alpine della tenuta, seicento ettari d’erba e fieno, e gli inverni nelle accoglienti stalle per poi essere trasportati a Vienna, dove dovranno superare i test d’ingresso: portamento, scioltezza, duttilità e ubbidienza, per essere ammessi alla scuola d’equitazione spagnola. Dopo un blitz nella fucina del maniscalco con una video-proiezione illustrante la ferratura, si va ai box degli stalloni che per il pubblico sono fatti uscire nella corte d’allenamento, qualche nitrito risuona in risposta ai comandi tedeschi. Si passa per la rimessa delle carrozze, tutte funzionanti; ve ne sono di piccole per ladies, per un tiro da quattro per lunghi viaggi, di adatte alla caccia in english style, con sedili vis à vis per due coppie, piccoli birocci coperti, eleganti landau e anche grandi slitte in legno.
Una pausa nella sala-cinema mostra le prodezze dei Lipizziani a Vienna: l’esecuzione di levata, courbette, ballotade e della difficile cabriole, il più spettacolare balzo della scuola nel quale il cavallo salta con tutti i quattro arti e contemporaneamente scalcia all’indietro librando il corpo orizzontalmente nell’aria. L’ultima parte espositiva è alloggiata in un granaio del 1490, libri, foto, stampe, dipinti, briglie, speroni e staffe raccontano la storia di questi splendidi equini.
Nella collina di Piber oltre alle stalle, al museo, ai recinti d’allenamento, si trovano il castello settecentesco oggi ristorante, la chiesa del borgo, il Caballero Cafè, la Gasthaus per il pernotto, il maneggio e l’arena delle grandi parate.
INFO. Piber è una frazione di Köflach, in provincia di Graz.
Le scuderie sono visitabili tutto l’anno, tutti i giorni escluso il lunedì 9.30/12-13/17. Ingresso euro12.
Cinzia Albertoni
23 settembre 2013