Gli italiani rinunciano allo smartphone mentre mangiano

Era il 1995 quando, in Italia, i cellulari erano posseduti soltanto da 2,9 milioni di persone, mentre oggi siamo circa 47 milioni. Il boom vero e proprio fu con l’arrivo degli smartphone che dal 2009 da 1,2% divennero il 47,6% della popolazione. Internet, applicazioni, videogiochi, schermo a colori e in ultradefinizione, musica in streaming, sono state queste le rivoluzioni tascabili, che hanno trasformato un semplice cellulare in un personal computer. Dalle indagini condotte da Vodafone e Nielsen si evincono dati interessanti sulla frequenza d’utilizzo di questi dispositivi in base a fasce d’età differenti.
Lo studio è stato condotto su un campione di 30.000 persone provenienti da 60 Paesi diversi. Si potrebbe pensare che i giovanissimi siano quelli più dipendenti dagli smartphone: in realtà sono gli over 65 a non abbandonarlo quasi mai. Soltanto il 52% di loro è disposto a rinunciarvi, contro il 46% dei giovanissimi da cui ci si aspettava uno scarto maggiore. La ricerca inoltre ci fornisce dati interessanti sugli italiani, popolo meno propenso ad usare la tecnologia durante i pasti.
L’Italia infatti ha raggiunto la percentuale più alta d’Europa, con il 57%, contro Francia, Olanda, Belgio, dove rispettivamente solo il 20%, 27% e 30% della popolazione è disposta a rinunciarvi a tavola. La media europea si ferma sul 43%. I dati non sono comunque incoraggianti perché se la vetta è italiana con il 57%, ciò significa che il restante 43% non rinuncia ad utilizzare gli smartphone mentre mangia. Instagram, Facebook, Whatsapp, Twitter, e le varie applicazioni social e di messaggistica istantanea ci richiamano continuamente nel loro mondo, con le varie notifiche, luci, suoni. Forse è il caso di prendersi del tempo per sé stessi.