Energia pura al Sistina con Massimo Ranieri e il suo “Sogno e son desto.. in viaggio”

Energia allo stato puro; entusiasmo che squarcia l’animo umano, un entusiasmo da eterno bambino con l’orgoglio dei suoi 65 anni; forza e determinazione che solo un grande uomo prima e un immenso artista poi, trasmette al pubblico coinvolgendolo in uno spettacolo che dir sublime è poco; divertimento, ma anche commozione si alternano in un avvilupparsi senza tregua fra tradizione ed innovazione, fra vecchi e nuovi miti come in un sentiero percorso non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Tutto questo e molto altro è Massimo Ranieri.
Con la nuova direzione artistica di Massimo Romeo Piparo, la stagione del Teatro Sistina – considerato da sempre “tempio” della commedia musicale e teatro d’eccellenza della Capitale – apre i battenti con uno spettacolo che non è ardito definire “elegante”, un recital fatto di musica e parole, uno spettacolo che lascerà un segno indelebile negli annali di questo teatro e soprattutto nell’animo degli spettatori: “Sogno e son desto.. in viaggio”, scritto da Massimo Ranieri e Gualtiero Peirce, in scena al Teatro Sistina dal 13 fino al 24 aprile 2016.
“Sogno e son desto” – “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle” – è passato in televisione, ma questo non scoraggia le persone, che, giustamente, lo amano, lo seguono e lo vogliono vedere dal vivo. Perché è qui che Massimo dà il meglio di sé, dedicandosi e coinvolgendo completamente l’amato pubblico. Da grande istrione (“Quattro tavole in croce E qualche spettatore, chi sono lo vedrai”), canta recita, interpreta, gioca, ringrazia e vive il personaggio, come un eterno “guaglione”, ma con un’esperienza che pochi hanno e che è fatta di palco, grandi maestri in scena (Strehler in primis) e sudore, non di troppa accademia. Sì, perché solo nel vocabolario la parola “successo” viene prima della parola “sudore” e solo un immenso artista come Ranieri lo ha compreso. Infatti grazie alla bravura e alla padronanza acquisita negli anni, Sogno e son desto è un piacere per le orecchie, gli occhi e il cuore. Continua così il viaggio affettuoso, spettacolare e sorridente attraverso grandi canzoni, racconti particolari e colpi di teatro. I protagonisti, ancora una volta, non saranno i vincitori o le imprese degli eroi, ma i sognatori e gli ultimi, raccontando e cantando la vita di tutti noi. Nel duplice ruolo di attore e cantante, Ranieri porterà in scena il teatro umoristico e le più celebri canzoni napoletane. E naturalmente non mancheranno, accanto ai suoi successi, novità musicali e sorprese teatrali, proposte con la formula che nelle precedenti edizioni ha già conquistato le platee di tutta Italia. Platee che inizialmente saranno silenziose ed attente ad ogni singola parola dell’artista, ma che poi non resisteranno a cantare a squarciagola le più celebri canzoni interpretate da Massimo Ranieri che coinvolgerà il pubblico; il cantante infiammerà il teatro con la sua energia e la passione che, ormai, solo pochi artisti possiedono. In questo nuovo recital Massimo Ranieri, autore e protagonista assoluto, si dedicherà agli uomini e alle donne cantati dalla musica di Raffaele Viviani e di Pino Daniele, a quelli portati in scena dal teatro di Eduardo De Filippo e Nino Taranto. Ranieri, con uno sguardo vivo e attento al presente, andrà oltre la tradizione per interpretare i brani dei più celebri cantautori italiani e internazionali: da Fabrizio De Andrè a Francesco Guccini, da Charles Aznavour a Violeta Parra. Infatti va a ripescare i grandi classici del suo repertorio, aprendo lo show con Vent’anni, passando per una delle canzoni più rock in Italia, Se bruciasse la città, fino a Perdere l’Amore e Rose Rosse. Ma questa volta ci regala anche un Tenco romanticissimo, con Lontano Lontano, il Battisti di Io vivrò (interpretata con una così grande intensità da essere un pezzo disperato di teatro), e le macchiette napoletane di “E Allora?” Di Murolo. Oltre ad un Aznavour meno noto e delicato (“Quel che si dice”), al Venditti di Ricordati di me, al Viviani, a Massimo tanto caro, come un sentito omaggio a Domenico Modugno (“Amara terra mia”); il tutto intervallato da brani che spaziano da Shakespeare a Molière, accanto a poesie di Oriana Fallaci e Alda Merini ed a qualche ricordo personale, tratteggiato con grazia e nostalgia. Insomma un vero e proprio viaggio fra lo spazio ed il tempo, in un presente che sarà un muro ed un ponte fra il passato ed il futuro. Momenti di spassoso divertimento, arricchito da barzellette e battute, si alterneranno ad attimi di nostalgia e commozione che offriranno spunti di riflessione. Con lui, in scena, un’orchestra composta da: Max Rosati (chitarra), Andrea Pistilli (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati), Stefano Indino (fisarmonica), Alessandro Golini (violino). Maestro d’armi Renzo Musumeci. Ottime le luci del Light designer Maurizio Fabretti, coloratissime o fredde, che accompagnano le note ed i sentimenti: da sottolineare, il gioco particolare nel Don Raffaé di Dè Andrè, dove la luce diventa gabbia. Perché, come afferma Ranieri, “Un capocomico che si rispetti ha sempre una grande compagnia e tutti lavorano per tutti con tutti e.. portano l’acqua al mulino di tutti”. Gli spettacoli di Massimo non sono concerti, non sono teatro, ma sono quello che di meglio questi due generi sanno e possono offrire. Le canzoni “interpretate” da Ranieri arrivano al cuore, perché si sente l’anima. Dice Massimo: “Per me il coraggio e’ anche affrontare una tournée come questa, meravigliosa, ma faticosa sia fisicamente che psicologicamente, centinaia di chilometri ogni giorno e…”ad una certa età..” comincia ad essere pesante”. Il pubblico ringrazia e accompagna la fatica del grande Massimo, con standing ovation e applausi roboanti.
Un viaggio che inizia da giovani (“Vent’anni”), prosegue con l’esperienza (“Rose rosse”) e si conclude con la consapevolezza (“Perdere l’amore”); solo grazie al dolore si può apprezzare il vero valore della felicità. Per Massimo Ranieri bisogna sempre mettersi in gioco perché il brivido di non sapere cosa accade quando cadi, rischiando di farti molto male, è adrenalina pura; d’altro canto la vita è una sola e va vissuta fino in fondo, in tutte le sue sfaccettature; sognare , ma contemporaneamente essere svegli e attenti a ciò che ci circonda. E questo è il tema centrale dello spettacolo “Sogno e son desto” che rappresenta un grande inno alla vita, all’amore e alla speranza. Perché, oggi, per vivere al meglio, ci vuole coraggio.