“Senza famiglia”, i lati oscuri del focolare domestico
Animanera, per la regia di Aldo Cassano, presenta al Crt di Milano, dopo l’irriverente “Fine Famiglia”, il sequel “Senza Famiglia”, commedia dark velata da toni ironici.
La famiglia italiana, soggetta negli ultimi cent’anni ad una profonda evoluzione, si presenta, oggi , smembrata e dilaniata da lotte interne che l’allontanano sempre di più dall’idilliaca immagine di “nido” in cui rifugiarsi. Il denaro, le gelosie, le lotte per l’eredità e l’egoismo sono solo alcune dei tarli che la corrodono.
“Senza famiglia”, con un bisturi da chirurgo invisibile, taglia con una fredda precisione e entra, mostrando e evidenziando, le ombre che aleggiano sulle dinamiche familiari. Una madre, donna frustrata e depressa, un padre libertino, lungi dalla figura del pater familias, due figli adulti con problemi al relazionarsi e infine una nonna, anziana ma risoluta a modo suo, si alternano sul palco, litigando e odiandosi interpretati da Matteo Barbè, Natascia Curci, Giovanni Franzoni, Nicola Stravalaci e Debora Zuin.
La nonna, femminista nostalgica degli anni ’70, donna ricca e trasgressiva si accorge, al limite della sua vita, di aver avuto un atteggiamento troppo tollerante nei confronti della figlia, la quale non ha, perciò, appreso a vivere. Inizia così un percorso educativo intensivo volto a insegnare la ribellione alla figlia. I suoi ideali vengono inculcati, in maniera frettolosa e perentoria, a sua figlia, la quale spinta da un desiderio irrefrenabile di approvazione, esegue alla lettera i suoi ordini con conseguenze irreparabili.
I genitori rappresentano i primi modelli da seguire, sono i primi esseri umani con cui si viene a contatto e spesso, sono visti come maestri indiscutibili con cui si instaura, spesso, una competizione dettata dalla voglia di emularli, accompagnata spesso da un rifiuto adolescenziale verso i loro dettami. L’egoismo genitoriale, spesso, obbliga i figli a ripercorrere strade e sogni che non vorrebbero che distruggono la loro vita. E’ questo in sintesi il pensiero e la caratteristica di “Senza Famiglia”.
Le battute ironiche e sarcastiche, i monologhi riflessivi e interrogatori risvegliano nella mente dello spettatore domande sui rapporti tra genitori e figli, sull’educazione corretta, sulla disputa tra ribellione e accondiscendenza, sul problema della comunicazione intergenerazionale.
Una visione pessimista e in alcuni casi lontana dalla realtà tipica del nucleo fondamentale della nostra società ma ricca di spunti su cui riflettere.
Info:
Teatro CRT Salone via Ulisse Dini 7 dal 12 al 22 gennaio
orari: da martedì a giovedì ore 21.00 – venerdì ore 21,30 – sabato ore 19,30 – domenica ore 16
www.teatrocrt.it
Alessandra Pizzilli
20 gennaio 2012