Barbablù: il male assoluto e le sue declinazioni

Barbablù è la nuova produzione di Campsirago Residenza con la regia di Michele Losi e la drammaturgia originale di Sofia Bolognini. È stata presentata in prima nazionale nella intima e raccolta sala della Cavallerizza, Teatro Litta Milano dal 5 al 9 marzo 2025. Dalla seconda metà di marzo 2025 lo spettacolo inizia la sua tournée italiana, che si intensificherà poi nel 2026.
I toni non sono però quelli della favola di Perrault che pure nasconde il macabro. Manca soprattutto la promessa del riscatto, dell’emancipazione tipica della fiaba. Non si fanno cessioni a strutture di potere narrativo che agiscono su cuori e menti e vorrebbero un lieto fine. La scrittura infatti sembra suicidaria e crea da subito malessere.
Barbablù: in scena c’è il male assoluto declinato in modi diversi.
Sul palco ci sono un baule e due bambini: un fratello e una sorella, interpretati dai giovani attori Sebastiano Sicurezza e Benedetta Brambilla. Vestono abiti campagnoli che ricordano quelli di un tempo lintano.
Ci sono sembrati inizialmente, piccole vittime inconsapevoli da iscrivere nel ciclo “i bambini e l’orco”. Due bambini indifesi minacciati da un mostro. Una sorta di riscrittura che possiamo far risalire al mito greco di Crono.
Le note di regia ci dicono invece che si ispirano, oltre alla storia di Gilles de Rais, ai due gemelli della Trilogia della città della scrittrice ungherese Ágota Kristóf, esiliata in Svizzera dopo l’invasione del suo paese da parte della Russia nel 1956. L’esperienza traumatica dell’esilio, di un’identità cancellata dopo l’orrore della seconda guerra mondiale, si traduce nel suo stile narrativo inquietante e sconcertante.
Ed infatti mano a mano che lo spettacolo avanza, li vediamo abitare fuori dalla dimensione dell’infanzia, esiliati ed espulsi dalla loro identità di bambini.
Inizialmente testimoni del male, crescendo compiono con naturalezza atti di violenza propri di chi l’ha vista, vissuta, assorbita sin da piccolo al punto da considerarla normale.
Lo spettacolo sembra snodarsi attraverso tanti quadri che declinano il male in ogni forma. C’è la guerra che con la sua violenza prepara la dittatura successiva, la violenza sulle donne, la pedofilia, il potere e il suo esercizio arbitrario, il piacere di uccidere, il silenzio della vittima. Anche la natura sembra impazzire, con la gallina che mangia il suo stesso frutto simbolo di vita: l’uovo.
Iniziano con una sorta di “ciak si gira”. È il rumore secco che fa un vecchio baule chiudendosi. Al suo interno racchiude una massa informe di lingue di stoffa, strisce lunghe e sottili che verso la fine vengono vomitate sulle assi del palco come strisce di lava incandescenti, serpi pronte a seminare veleno.
Danno vita ad un macabro arabesco informe ed infinito come se il male non avesse mai fine e fosse pronto a prendere forme sempre nuove lasciando solo macerie, scampoli di vita, coriandoli di umanità.
Violenza chiama violenza dunque, perché il male è in ognuno di noi e ha anche il nostro nome.
MTM La Cavallerizza – dal 4 al 9 marzo 2025 – Anteprima Nazionale
Barbablù
regia Michele Losi
in scena Benedetta Brambilla e Sebastiano Sicurezza
drammaturgia Sofia Bolognini
scene e costumi Michele Losi e Annalisa Limonta
suono Luca Maria Baldini e Stefano Pirovano
luci Stefano Pirovano e Alessandro Bigatti
produzione Campsirago Residenza
con il sostegno di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo –
Edizione 2024/2025