Familie Flöz con Teatro Delusio al Teatro Menotti

Familie Flöz, il collettivo berlinese tanto amato dal pubblico del Teatro Menotti di Milano è tornato in questo bel teatro con due spettacoli: Teatro Delusio di Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler, Michael Vogel e Feste, di Andres Angulo, Björn Leese, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk, Michael Vogel.
Dal 4 al 9 marzo 2025 ha fatto nuovamente il tutto esaurito incantando con il suo linguaggio stilistico originale.
Nel primo spettacolo, Teatro Delusio, ci sono tre attori sul palco.
Non parlano. Lasciano che a farlo siano i loro corpi filiformi e snodati che sembrano moltiplicarsi dando vita ad innumerevoli personaggi. Cambiano velocissimamente d’abito e indossano spesse maschere artigianali. Sono create da Hajo Schüler e coprono l’intero volto, modificando così la loro identità. Sembra aumentare allora la loro libertà di percorrere nuovi circuiti espressivi. Proprio come quando si parla una lingua straniera e quasi inconsapevolmente, modifichiamo gesto e comportamento perfino nel ritmo.
C’è poi qualcosa di forte che il pubblico avverte: quelle maschere che sembrano cancellare la singola individualità, al contempo ne racchiudono e sintetizzano tante altre.
Non c’è spazio dunque per l’ego del singolo attore, ma solo per un rito colletivo, corale, che investe anche gli spettatori.
In Teatro Delusio il collettivo berlinese porta un teatro nel teatro. La scena diventa il dietro le quinte di un palco dove si alternano cantanti d’opera, prime donne, ballerine, maestri di danza, moschettieri.
Ci si diverte moltissimo intuendo cosa succeda sul “finto” palco dalle entrate/uscite di scena dei diversi personaggi, dalle luci, dagli abiti, dalla musica e dagli applausi. C’é anche un regista, il solo che si illuda di dirigere almeno lì sul palco, la vita. Se gli altri personaggi teatrali talvolta muoiono per poi, ça va sans dire, resuscitare tra gli applausi del pubblico, lui sarà il solo a morire dietro le quinte. Perchè, anche a teatro, la morte non si fa dirigere.
Nel frattempo tra le entrate ed uscite di scena si intrecciano amori, rivalità, gelosie. Si ride come ridevamo da bambini per le comiche.
La finzione del teatro si fonde quindi con la vita vera, ma sempre finta, dietro le quinte.
Li si muovono tre tecnici di scena. Vi passano infatti parte della loro esistenza, lavorando, litigando tra loro, mangiando. Ognuno cerca poi una scappatoia alla grigia quotidianità. Il più alto, lo fa rintanandosi in un angolo nascosto per leggere. Gli altri due, approfittando di essere soli dietro le quinte, si ammantano degli abiti di scena e vivono, nascosti agli occhi di tutti, i loro momenti di gloria.
Quando cala il sipario i tre bravissimi attori ci danno le spalle per godere del tripudio del pubblico del teatro che è davanti a loro con il quale ci hanno fatto divertire.
Teatro Delusio
Di Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler, Michael Vogel
Un’opera di Paco González Björn Leese Hajo Schüler Michael Vogel
Con Andrès Angulo, Dana Schmidt, Björn Leese Johannes Stubenvoll , Daniel Matheus, Michael Vogel Thomas van Ouwerker , Sebastian Kautz , Hajo Schüler
Regia e Scenografia Michael Vogel
Musica Dirk Schröder
Maschere Hajo Schüler, Costumi Eliseu R. Weide, Disegno luci Reinhard Hubert
Direttore di produzione Gianni Bettucci, Assistente di produzione Dana Schmid
Una produzione Familie Flöz, Arena Berlin e Theaterhaus Stuttgart
Feste
di Andres Angulo, Björn Leese, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk, Michael Vogel Con Andres Angulo, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk
Regia Michael Vogel, Co-Regia Bjoern Leese
Maschere Hajo Schüler, Set Felix Nolze, Rotes Pferd, Costumi Mascha Schubert
Sound Design Dirk Schröder, Musica Maraike Brüning, Benjamin Reber
Maraike Brüning Piano, Benjamin Reber, Majella Münz, Marie-Louise Wundling Cello
Canzone “Hold on“ Marlena Käthe
Luci Reinhard Hubert, direttore di produzione Gianni Bettucci,
Assistenti di produzione Dorén Grafendorf, Carolin Hartwic
Produzione Familie Flöz in coproduzione con Theaterhaus Stuttgart, Theater Duisburg, Theater Lessing Wolfenbütte con il supporto del Hauptkulturfonds.