Una giornata fatale al Teatro India

Fino al 19 maggio è possibile assistere allo spettacolo di Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley. “Una giornata fatale” al Teatro India.
La scintilla che ha messo in scena questo spettacolo è l’accostamento alle opere di Franz Kafka. Negli spazi del bellissimo teatro verranno celebrati estetismi e poetica: elementi che distinguono da 60 anni il lavoro di Eugenio Barba al teatro Odin Teatret in Danimarca. Sarà celebrato questo compleanno con anteprime, masterclass, e spettacoli inediti.
La vicenda del danzatore omonimo del protagonista della metamorfosi, Gregorio Samsa, è un imprigionamento a ripetizione ossessiva delle proprie azioni materiali. L’uomo moderno, nella famiglia, nella società, trova troppo spesso il suo vero sviluppo nell’isolamento in quanto la comunicazione e gli episodi non risolti infantili sono innumerevoli. La diversità a qualche individuo lo rende inconcepibile, illeggibile ai propri simili, rapporti basati sulla spensieratezza di anni passati e scelti sulla base di “io” profondamente diversi, oggi sono del tutto un confronto tra stranieri. Si diventa incomprensibili con le persone che si erano scelte come propri simili. Al contrario del mondo animale dove nella sua danza, il protagonista tenta fughe, nel mondo degli umani il confronto è un arcano, non basta essere della stessa specie e sia il regista dell’opera che Frank Kafka, non hanno come minima intenzione quella di fornire una chiave di comprensione in quanto anch’essi sono privi del suo possesso. Il destino dell’uomo come in tutte le opere kafkiane e come in questo spettacolo, è in mano a una forza oscura non conoscibile. Gregorio Samsa nella sua allucinante danza di insetto, come il padre la definisce, disegna un severo deciso infimo e sordo mondo. Percepiamo esclusione, marginalità, paura del diverso, conflitti genitoriali fatti di troppi dettagli per poter essere spiegati a quarant’anni.
Una giornata fatale ci mette davanti la grande verità che un’opera simbolica non può essere in larga misura traducibile.
E che se dovesse arrivarci estremente diretta non sarebbe un invito alla crescita ed evoluzione umana. Questa è semplicemente un quadro di spunti vitali interessanti. La forza della trama, e qui ci riconduciamo direttamente a Kafka, come tutta la forza della letteratura del novecento è la sua irriducibilità a schemi univoci. Queste storie offrono più percorsi di interpretazione per volere dell’autore stesso. Il protagonista di una giornata fatale proprio come il protagonista della metamorfosi ha problemi non risolti col padre, passivo accetta la violenza del non ascolto della sua compagna, violento verso se stesso fisicamente e moralmente colpendosi più volte il volto, fa della sua camera, del suo spazio vitale, il suo quadrato di dolore. Egli pensa che la sua unica libertà sarà quella di correre, come più volte viene chiamata “verso la strada del fuoco.” Vedremo così il protagonista correre verso un sole: estivo, invernale, al tramonto, fioco. A simboleggiare che la sua unica via di liberazione sarà sempre correre verso qualcosa, mentre la sua corsa sarà fatale ed egli cadrà a terra con il suo sole spento ai palmi dei suoi piedi. I temi di riflessione sono molteplici, i traumi della nostra infanzia, il non riuscire a comunicare più con chi abbiamo una relazione. Rimanere passivi davanti questo come se ormai scelte del passato debbano essere catene d’acciaio con enormi sfere alla base.
Una delle scene più significative dello spettacolo è quando il protagonista nella sua danza di insetto, durante varie discussioni telefoniche con varie persone che riempiono la sua vita, grazie alla sua abilità tecnica danzerà intrecciandosi, quasi soffocandosi tra queste catene. Gregorio Samsa non lascia al termine dello spettacolo un vero sentimento da attribuirgli. La sua passività ci innervosisce, il suo correre verso un sole che si spegnerà con lui ci fa rabbia, l’accettazione che cercherà ancora nel padre tenerezza. Questo spettacolo teatrale è vivamente consigliabile, oltre che per la sua potenza musicale, profondità, e spunti di riflessione, soprattutto perché ci darà un compito, anzi un obbligo per tutti quelli che non hanno ancora potuto leggerlo : ovvero quello di rimediare, comprare, affittare in biblioteca o farsi prestare la Metamorfosi di Kafka. Quindi posate le letture moderne, gli ultimi libri del premio Strega (momentaneamente) e mettete sotto il vostro ombrellone questo capolavoro privo di tempo , di morale , di spiegazioni. Praticamente adatto ad ognuno di noi.