Nessuno è perfetto è la tragicomica ossessione dell’uomo medio

In Nessuno è perfetto, siamo nella finale dei mondiali di Calcio del 2006. L’Italia sta per diventare campione del mondo e le piazze sono gremite di gente con il fiato sospeso. Non c’è evento né condivisione più importante per il popolo. Quella sera, quell’unica sera, tutto il mondo è riunito davanti alla televisione. Tutto il mondo, o quasi. Un attore di scarso successo si trova in una stanza d’albergo in compagnia di una giovane donna straniera. Si sono conosciuti poche ore prima, è nata della simpatia e dopo qualche bicchiere di vino, sono saliti in camera per proseguire la conoscenza.
Tutto sembra andare per il verso giusto, si ride e si scherza. Si parla di vita, esperienze e sogni e per una notte, si è più propensi a dimenticarsi dei dolori e le insoddisfazioni. O almeno in apparenza. Vito si dichiara un lupo solitario, sempre in cerca di avventure e maliziosa compagnia. E’ interessato alla finale di calcio, ma solo nella misura in cui accende una soddisfazione inconsistente che possa mascherare la frustrazione della sua vita professionale ed emotiva. Regina, d’altro canto, è una ragazza follemente innamorata del suo fidanzato che l’aspetta a casa. Vuole divertirsi e trovare un amico che possa ascoltarla e capirla.
In Nessuno è Perfetto emerge quanto i protagonisti siano schiavi delle loro illusioni e disposti a tutto, pur di continuare a crederci ciecamente. La tragicomica esibizione espone le contraddizioni di due persone semplici, ma dal grande caos interiore; insicurezza, fragilità e in una certa misura anche cattiveria. Pronte a tutto per arrivare al proprio scopo. Lo scopo di Vito, interpretato da Maurizio Micheli, è tentare di avere un rapporto sessuale con Regina. Per raggiungere questo obiettivo, vivrà una notte insonne in cui si troverà a fare da confidente e trovare escamotage psicologici e comunicativi continui, pur di forzare una situazione evidentemente già scritta. Lo scopo di Regina, è all’apparenza innocente, rivela una truffa a tutti gli effetti ai danni del povero Vito, in un colpo di scena finale completamente inaspettato.
La commedia racconta l’alternanza dei canonici ruoli di vittima e carnefice, parlando (come è prassi fare nelle commedie) per esagerazioni. Vito è un uomo, come tanti, a cui sembra interessare solo il sesso. L’appagante piacere fisico di una notte è lo strumento necessario per convincerlo che lui in realtà è una persona di successo. Esercitare l’atto fisico lo culla di quell’illusione, perché una donna si è concessa a lui. Ancor di più se straniera, così diversa e lontana dal suo mondo. Un mondo che non vuole guardare né affrontare.
Regina è una donna innamorata di sé e delle sue convinzioni. In preda a un delirio di onnipotenza innalza il suo fidanzato alla figura di un Dio, da venerare e ossequiare. Lui è perfetto e tutti gli altri uomini sono degli inetti, incapaci e senza spina dorsale. Tutti devono sapere quanto il suo uomo sia speciale, lo stesso Vito che sente parlare più di lui che della vita di Regina. Emerge quanto poi in realtà, escludendo il colpo di scena finale, persino Regina sia incapace di amare. Schiava di una versione di amore possessiva e soffocante, in cui non c’è spazio per il singolo individuo. Un ossessione che si trasforma in possessione, seppur in forme diversa, per entrambi i protagonisti.
Nessuno è perfetto, scritto e diretto da Maurizio Micheli, riesce a raccontare questa matrioska di universi, attraverso una sola notte. Tutto lo spettacolo è incentrato su una serie di botta e risposta tra i due, dal sapore umoristico ma al contempo crudo. Elisabetta Mandalari nei panni di Regina, interpreta una straniera estremamente veritiera, infastidita e in preda ad esternazioni dicotomiche di violenza e affetto, in cui il suo doppio fine risulta ancora più inquietante dalla sua gestualità, volutamente estrema.
Alla fine nessuno ne esce vincitore e la morale mette tutti a nudo, spettatori inclusi. Nessuno è perfetto, è la dimostrazione di quanto l’apparenza sia ingannevole e di quanto dentro ognuno di noi, ci sia un ossessione da combattere e trasformare. Lo spettacolo è parte della stagione 2023/24 del teatro Ciak di Roma.