Anna dei Miracoli insegna al teatro Parioli, l’amore più puro e universale

Arriva al Teatro Parioli di Roma l’ultima fatica dell’ambizioso progetto di Emanuela Giordani. Tratta dall’omonima opera teatrale dell’americano William Gibson, Anna dei Miracoli racconta la storia di una ragazza emarginata e sola. Un male che accompagna la protagonista fin dalla nascita e la rende inadatta a fronteggiare la vita e ad essere accettata.
Helen keller è la secondogenita di un ordinaria e borghese famiglia americana di fine ottocento. All’età di 19 mesi rimane sordocieca a causa di un’ infezione e vivrà gran parte dell’ infanzia viziata, in un mondo privo di regole e disciplina. La famiglia si renderà subito conto delle difficoltà nell’offrire alla figlia lo stesso amore, insegnamento e prospettive, relegati alla sfera normo dotata della società. Vorrebbero addirittura che la figlia venisse reclusa, allontanata, dimenticata. Tenuta nascosta da un mondo che le farebbe solo del male e in cui lei non avrebbe mai un ruolo da protagonista.
Arriverà in loro aiuto Anna, un’esperta educatrice. Il suo ruolo all’interno della famiglia cambierà completamente le prospettive e trasformerà i dubbi, i tormenti e le insicurezze nella forma d’amore più grande e universale, il prendersi cura dei più deboli. Un amore diverso da quello di una madre e sua figlia, di due giovani innamorati o di un amicizia. In Anna dei Miracoli questo sentimento trascende ogni limite e barriera, si mette in discussione e si trasforma. E’ puro, come l’anima di una bambina che vorrebbe solo vivere spensierata la stessa vita che è concessa a tutti.
Emanuela Giordani adatta quest’opera teatrale in una realtà contemporanea e italiana. Lo fa con grande maestria utilizzando come cavalli di battaglia le luci e gli spazi. L’ambiente è minimalista, quasi ridotto all’osso. Non c’è inquinamento visivo né sonoro. Nessuna televisione, nessun soprammobile, amici, parenti o animali domestici. Tutto lo spettacolo ruota intorno alle interazioni dei personaggi, in particolare delle tre donne (madre, figlia, educatrice) che collaborano e tirano fuori una forza inaspettata, tipica della cooperazione e delle difficoltà del mondo femminile.
Lo stesso padre di Helen si apre a nuove idee e diventa una figura importante di crescita, sia per sé stesso che per la figlia. Lo fa in modo confuso, spesso contraddittorio, tipico di un ruolo che non gli appartiene. Eppure in questo acerbo stato di crescita, tira fuori determinazione, coraggio e comprensione. Un ruolo maschile di spessore e speranza, sempre più contemporaneo e desideroso di sganciarsi da molti preconcetti di cui egli stesso è schiavo.
Anna dei Miracoli è un’ode all’amore, nella sua forma più pura e universale. Un amore verso noi stessi, verso un mondo migliore e per tutto ciò che ci circonda. Un mondo in cui è possibile per tutti avere una possibilità, anche per una bambina sordo cieca che vuole essere capita e apprezzata. Le parole perdono di significato e durante lo spettacolo sono la musica e i corpi a raccontare la storia. Si muovono nello spazio, talvolta all’unisono, altre volte in dissonanza. La parte sensoriale riesce a riprodurre perfettamente le varie sfumature di ogni battaglia che viene raccontata. Una matrioska in cui Helen è il pretesto più ampio di analizzare le vite di tutti i protagonisti sul palco. Vite che devono cooperare, per poter amare, come non hanno mai creduto di poter fare.
Anna dei Miracoli è solo l’ultima di una programmazione imperdibile al Teatro Parioli di Roma, e sarà disponibile dal 24 al 28 aprile.