L’arte della commedia: continuità tra vita e teatro

Fausto Russo Alesi porta al Piccolo Teatro di Milano dal 24 ottobre al 5 novembre 2023 L’arte della commedia di Eduardo, scritta nel 1964 e rappresentata per la prima volta a Napoli l’8 gennaio 1965 al Teatro San Ferdinando. É un’opera in due atti, poco rappresentata perché ambigua e scomoda.
Può essere infatti considerata come un embrione di manifesto vagamente polemico dell’attore napoletano a difesa del teatro, considerato di nessuna utilità dallo Stato che lo vorrebbe relegato a momento di intrattenimento e divertimento. Lontano quindi dallo strumento di riflessione e educazione civica capace di fare luce, attraverso la finzione, su vizi, storture, carenze morali e sociali.
Fausto Russo Alesi la riprende con coraggio, in un momento dove ci si interroga sull’identità e l’utilità del teatro e della cultura.
In scena lui è un capocomico, Oreste Campese, che si reca dal prefetto. Il suo capannone, dove con la sua compagnia faceva teatro, ha preso incidentalmente fuoco. Solo la valigia di trucchi e parrucchi, essenza del teatro perché massimo simbolo della finzione, è rimasta indenne. La scena è quasi sempre vuota, con un tavolo e qualche sedia che vengono spostati. Sullo sfondo c’è una grande porta.
Il prefetto riceve inizialmente divertito il commediante. Gli confessa di aver avuto aspirazioni attoriali da giovane, subito abbandonate perché buffonesche e ridicole. Dopo uno scambio di battute, il dialogo diventa più serrato e denso di non detti. Il primo tempo risulta infatti lento e un po’ pesante.
Fausto Alesi ne dà una restituzione veritiera e non scivola qui nella tentazione di compiacere il pubblico alleggerendo le parole amare di Eduardo. Sembra infatti di sentire la voce grave di Eduardo, che sfida pazienza ed intelligenza del prefetto, con giri di parole, esempi contorti, metafore.
Tra i gesti impacciati di Campese, e quelli dapprima cerimoniosi poi stizziti del prefetto, un brillantissimo Alex Cendron, emergono i problemi del teatro visto da due parti opposte.
Il prefetto imputa la crisi dello stesso all’incapacità degli artisti di scrivere testi validi ed interessanti per il pubblico, il capocomico alla censura statale e all’autocensura indotta dalla paura. «Perché l’autore dev’essere coraggioso? Se ci vuole coraggio per dire una verità in teatro, vuol dire che nell’aria qualche cosa che fa paura ci sta. Eccellenza, se non c’è la censura, c’è l’autocensura, a cui l’autore deve spontaneamente sottostare. Infatti, la gente di teatro muove i propri passi in funzione di una volontà precisa, di un indirizzo obbligato, non verso lo scopo vero, che sarebbe quello di dare al pubblico l’immagine della verità”.
Il prefetto spazientito decide di mandare via Campese che insistentemente lo invita la sera stessa a teatro. Farà infatti un ultimo spettacolo dall’emblematico titolo “Occhio al buco della serratura” per mostrare come teatro e vita, finzione scenica e realtà vissuta, siano una cosa sola.
Esasperato il prefetto gli consegna un foglio di via, per lasciare gratuitamente il paese e spostarsi in un altro come “les commediens” cantati da Aznavour , la cui voce riempie il teatro : “Venite a vedere gli attori, a vedere i musicisti, a vedere i prestigiatori, Che arrivano”!
Ma erroneamente consegna al capocomica la lista delle persone che hanno udienza quel giorno.
Ed inizia il secondo tempo che è esilarante, spumeggiante, divertente, la rappresentazione teatrale dell’arte della commedia, parafrasando la commedia dell’arte. Forse un pizzico grottesco complici anche alcune modifiche e adattamenti introdotti da Fausto Russo Alesi che firma la regia.
L’arte della commedia: è la vendetta di Campese. Infatti chi potrà dire se le persone che hanno udienza siano cittadini reali o commedianti mascherati?
Anche di fronte ad un morto, che non si capisce se sia reale o teatrale, teatro e vita, finzione scenica e realtà vissuta, si fondono in una cosa sola, facendo saltare i paradigmi sociali. E se davvero sono attori, aveva annunciato Campese, non saranno personaggi “in cerca di autore” ma attori in cerca di autorità per capire davvero se il teatro è utile!
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 24 ottobre al 5 novembre 2023
L’arte della commedia
di Eduardo De Filippo
adattamento e regia Fausto Russo Alesi
con (in ordine di locandina) Fausto Russo Alesi, David Meden, Sem Bonventre, Alex Cendron, Paolo Zuccari, Filippo Luna, Gennaro De Sia, Imma Villa, Demian Troiano Hackman, Davide Falbo
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
musiche Giovanni Vitaletti
luci Max Mugnai
consulenza per i movimenti di scena Alessio Maria Romano
assistente alla regia Davide Gasparro
assistente ai costumi Rossana Gea Cavallo
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale
e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Elledieffe
si ringrazia per la collaborazione il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Orari: dal martedì al sabato, ore 19.30; domenica, ore 16. Lunedì riposo.
Durata: 180 minuti incluso intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org