Festival Teatro Nel Bicchiere a Scansano: la cultura come base fondante di una comunità
Il Festival Teatro Nel Bicchiere , festival culturale dai linguaggi multipli che si svolge a Scansano dal 23 luglio al 10 settembre 2022, è giunto alla sua XI edizione. Questo anno è stato arricchito da residenze artistiche internazionali.
Ideato e fortemente voluto da Alessandra Lazzari e Tanita Spang è un festival importante. Perchè non è pensato come strumento di marketing turistico, ma piuttosto di promozione culturale per il territorio stesso e la comunità che lo abita.
Esso infatti traccia percorsi partecipativi e culturali per ogni età, consentendo così la creazione di un’identità collettiva e di appartenenza. Cosa per niente scontata laddove, come qui a Scansano, mancano luoghi di aggregazione.
Perfino il bel teatro all’italiana, ultimato nel 1891 grazie ad un lascito importante del Notaio Filippo Castagnoli, da qualche anno viene usato solo per eventi occasionali e non ha una sua propria stagione.
Ed è un gran peccato perché Scansano è un bellissimo paese a forte struttura medievale. A differenza di altri borghi maremmani, ha conosciuto un momento di gloria tra il 1700 e la fine del 1800, grazie all’estatatura, il fenomeno di migrazione stagionale “amministrativa” .
Per la malaria infatti, considerata tra le cause principali di morte, fu stabilito il trasferimento estivo dell’apparato amministrativo pubblico dal capoluogo Grosseto a Scansano, baricentro geografico del territorio provinciale. Ciò ha contribuito a determinare un forte incremento nella popolazione, arrestatosi poi negli anni ’60.
Oggi Scansano si è un po’ spopolato, raggiungendo quasi lo stesso numero di abitanti che aveva nel 1861.
Festival Teatro Nel Bicchiere e tradizione vinicola del territorio
Il Festival Teatro Nel Bicchiere, portato avanti con entusiasmo ma anche tanta ostinazione, oltre che presentare una selezione importante di spettacoli e performance, riavvicina a questa bellissima terra di Maremma, alle sue tradizioni. Prima fra queste è la produzione vinicola, iniziata già su larga scala in epoca etrusca, come documenta il bel Museo Archeologico e della Vite e del vino di Scansano.
Tanti infatti i produttori vinicoli che hanno deciso di supportare questa importante iniziativa culturale. Prima di qualsiasi spettacolo/performance infatti, gli spettatori sono invitati a degustare una selezione di vini delle maggiori cantine del territorio presentati da sommelier della Scuola Europea Sommelier. Ricordiamo Montecivoli, Tenuta Petramora, Casavyc, Cantina dei Vignaioli, Celestina Fè, Terenzi, Podere Casina, I Botri di Ghiaccio Forte, Poggio Brigante, Pierini e Brugi, Santa Lucia. E il momento “del bicchiere” diventa momento importante di incontro, di scambio, di confronto e di partecipazione tra gli abitanti-spettatori.
Festival Teatro Nel Bicchiere, senza pietre non c’è arco!
La comunità infatti, più chiusa inizialmente, comincia ora a partecipare attivamente.
Qual è la pietra che sostiene il ponte, chiedeva in Le città invisibili, il Kublai Khan a Marco Polo? Il ponte, rispondeva il veneziano, non è sostenuto da questa o quella pietra, ma dalla linea dell’arco che esse creano. Allora perchè mi parli delle pietre ribatteva Khan. Voglio sapere solo dell’arco! E Polo risponde: Senza pietre non c’è arco!
Pietra fondamentale è stata la generosità della famiglia Trerè, che ha reso disponibile la sua casa per l’ospitalità e le residenze artistiche dal 2021. In questo processo di cittadinanza attiva, ricordiamo anche la famiglia Riva Frattino e Maria Kremer Garber.
Ecco forse a Scansano, grazie alla perseveranza di Alessandra Lazzari e al sostegno dell’amministrazione comunale, si sta delineando quella “linea dell’arco”.
C’è chi aiuta a tendere i nastri festosi e colorati sulla piazza, chi fa le schiaccine da accompagnare al vino come il Dolce Forno del paese e chi, come la famiglia Sabatino dell’Enoteca Scansanese, porta formaggi e salame. Tanti i ristoratori che preparano i pasti per gli artisti italiani e stranieri in residenza o per gli attori, adeguandosi ai loro orari “notturni “ da fine spettacolo. Ricordiamo La Contrada del Dentro con lo chef Giuliano Tonini, Gusto di Maremma, Il Rifrullo, la pizzeria Civico 4, e i produttori del Tipico Maremmano.
C’è anche chi offre i propri spazi per performance site-specific. Come l’imprenditore Roberto Bossi, che apre il suo agriturismo biologico di Sasseta Alta, un angolo di mondo dalla realtà sospesa, adagiato tra le colline, con un vero biolago su cui si affaccia un teatro in pietra.
Tanti gli spettacoli in cartellone. Per la prosa ritroviamo Carrozzeria Orfeo, Motus, Roberto Latini, Instabili Vaganti; per la danza Sanpapiè e Luna Cenere. Uno spazio particolare è riservato ai bambini con Illoco Teatro, Famiglia Carromatto e Zaches Teatro, una compagnia di teatro e danza fondata a Firenze nel 2007, che ha portato nel bel Teatro Castagnoli, Cenerentola.
Cenerentola di Zaches Teatro
Lo spettacolo di figura ha colpito grandi e piccoli per la potenza delle immagini create, la sperimentalizzazione della voce, la sincronia dei movimenti. Tanta è la forza vitale dei tre generosi attori che su una scena di fumo e carbone si muovono inizialmente come corvi rapaci.
Sono loro che decidono quando e cosa deve fare Cenerentola, una marionetta portata, che nonostante la morbidezza del tessuto, assomiglia, per rigidità dei movimenti ad un manichino. E come tale è privo di identità: deve solo obbedire ed essere sottomesso.
Se gli artisti hanno lavorato per sottrazione, offrendo quadri puliti ed essenziali, il pubblico potrà arricchirli della propria esperienza sensoriale. In controluce per esempio si intravede il metodo “educativo” di condizionamento infantile precoce, quella “pedagogia nera” come la scena, volta a reprimere la parte vitale, creativa e attiva del bambino, alias Cenerentola.
Ma anche se i corvi hanno assoggettato parte della sua esistenza, un sussulto di autoconsapevolezza trasformerà quella marionetta portata in una giovane donna pronta a scappare dalla scena senza scarpette e senza principe, attivando così la sua propria realizzazione e non il destino già scritto da altri.
Così è o mi pare realtà virtuale aumentata:
Il Festival Teatro Nel Bicchiere ha portato poi a Scansano Così è (o mi pare) una riscrittura per realtà virtuale aumentata di Così è se vi pare di Luigi Pirandello, adattato e diretto da Elio Germano.
Il progetto di Fondazione Teatro della Toscana, Infinito Produzioni Teatrali, Gold Productions segna l’inizio di un nuovo cammino creativo condiviso con Germano, dove le nuove tecnologie partono dal teatro e ad esso ritornano.
É sicuramente la prima esperienza per la maggior parte del pubblico. Ogni spettatore riceve un visore, una specie di grande maschera da sub e degli auricolari. Consigliamo, appena seduti, di scusarsi con i vicini di destra e sinistra.
Perchè, una volta indossata la maschera e quando l’operatore darà il via, si entra, quasi fisicamente in una storia, in una scena. Ci si sta proprio dentro. Come se terza e quarta parete fossero evaporate insieme alla quinta e a tutta la delimitazione prospettica della scena.
Girando lo sguardo, oltre ad urtare inevitabilmente il vostro vicino, vedrete come sia impossibile arrivare a vedere tutto in una visione sicura e composita. Perchè centro e orizzonte cambiano appena si sposta la prospettiva e il visore lo permette.
Esattamente come succede per i giudizi che esprimiamo convinti che la nostra posizione sia l’unica. Il visore, se da una parte consente uno sguardo altro, non ancorato da una rigida visone prospettica, dall’altra amplifica lo sgomento davanti alla grande domanda su cosa sia reale e cosa sia vero.