La Roma di… Febbraio

Un Febbraio strano quello della Roma che, pur giocando un ottimo calcio, manca alcuni obiettivi e ne centra altri. Alla qualificazione per gli Ottavi di finale in Europa League contro lo Shakhtar Donetsk, superando il Braga con scioltezza, seguono le sconfitte con Juventus prima e Milan dopo, facendo sfumare l’idea di prendersi con la forza un posto in zona Champion’s. Uno scivolone al quinto posto con il terzo posto comunque ancora nel mirino
Tre sono gli eventi che hanno determinato il cammino giallorosso a Febbraio
1 – Juventus – Roma
Una sfida decisamente strana ed amara quella di Torino che vede i bianconeri vincere per due a zero senza imporsi nel gioco. Questo non significa che la Juventus non abbia meritato la vittoria, ma fa strano vedere nel tabellone delle statistiche soltanto tre tiri in porta per i padroni di casa (e due gol) contro i quattordici della Roma.
I giallorossi si presentano con facilità in prossimità dell’area avversaria con ottimi fraseggi e verticalizzazioni, tenendo per alcuni quarti d’orologio il pallino del gioco, eppure il cinismo sottoporta non ha visto Szczesny preoccuparsi più del dovuto. Fortuna? Forse, ma soprattutto tanta strategia
Andrea Pirlo ha preparato così la sua gara: “Abbiamo studiato la partita al contrario rispetto all’andata cercando di difenderci bene e trovare soluzioni a palla recuperata perché la Roma porta tanti giocatori in avanti e lascia spazi”
La Juventus perse per 2 a 0 contro l’Inter il 17 Gennaio, dopodiché seguirono quattro partite a porta inviolata e, ironia della sorte, di nuovo gol subito contro l’Inter in Coppa Italia. Una difesa ricompattata ed una forma ritrovata che permettono all’allenatore di non temere troppo le scorribande avversarie.
La Roma invece guarda attonita al gol da maestro del solito Cristiano Ronaldo al 13’ del primo tempo senza ribaltare, seppur parzialmente, il risultato: con ben 9 tiri da fuori area e 5 al suo interno non c’è stato davvero nulla da fare.
Peccato, perché la Juventus al momento è il rivale in classifica che nessuno vuole fronteggiare: l’Inter, attualmente prima in classifica, sa che non può sottovalutarla e le pretendenti in zona Champion’s sanno che, miracoli sportivi a parte, un posto sarà dei bianconeri.
2 – La Roma in Portogallo
Con tutto il rispetto per gli avversari, terzi nel proprio campionato e reduci da un periodo davvero ottimo, non c’è stata, come si suol dire a Roma, trippa pe gatti.
La Roma vola all’Estàdio Municipal de Braga sapendo di incontrare un avversario alla propria portata, ma comunque temibile, perché l’Europa non è solita fare sconti, soprattutto il Braga che vinse sempre contro le italiane (ben tre eliminazioni subite)
Nonostante le statistiche vedano un possesso palla a favore dei portoghesi, 52,4% contro i 47,6% ed i tiri in porta quasi identici, nove contro otto, la Roma non ha davvero mai subito il gioco avversario.
Complice forse il gol a bruciapelo di Dzeko al 5’ del primo tempo, con un tocco da attaccante vero che insacca il cross basso di Spinazzola (da segnalare l’ottimo filtrante di Diawara proprio per il terzino).
La partita è in discesa, con qualche segnale di rivalsa portoghese che non impensierisce mai troppo Pau Lopez. Due a zero per la Roma, fuori casa, con Mayoral che sigilla la vittoria all’86esimo.
La partita di ritorno invece vede una Roma disattenta accogliere il Braga. Volendo essere onesti anche qui i giallorossi hanno condotto il pallino del gioco, ma alcuni passaggi sbagliati e leggerezze hanno costretto il portiere a sporcarsi i pantaloncini, per concludere con una autorete di Cristante. In ogni caso il Braga non si è mai reso pericoloso e nonostante il rigore sbagliato di Lorenzo Pellegrini la Roma riesce a violare la porta avversaria ben tre volte. Chapeau
Prossima fermata Shakthar Donetsk dell’ex Paulo Fonseca
3 – Roma – Milan
La telecronaca di una volta era solita dire “una partita al cardiopalma!”. Nei primi 15 minuti la Roma ha difficoltà enormi nel gestire il pallone e vengono annullate due reti al Milan per fuorigioco, segno che la squadra di Pioli ha avuto sin da subito la capacità di riversarsi nell’area avversaria.
Il pressing asfissiante è l’arma con cui battere i giallorossi e lo abbiamo già visto in altre partite, una su tutte quella contro la Lazio. Le verticalizzazioni rapide ed il fraseggio corto nella propria area vengono meno quando hai di fronte un centrocampo solido, compatto ed aggressivo su ogni pallone. Villar è solo nella mediana, con Veretout costretto a rincorrere palloni e sulla trequarti, forse, troppi uomini: qualcuno un passo indietro, per aiutare ad impostare, sarebbe stato utile.
Pau Lopez disattento su un retropassaggio sporco di Fazio per poco non faceva segnare Ibrahimovic, ma per il resto della partita ha parato davvero l’imparabile, subendo una rete soltanto allo scadere del primo tempo, su rigore, dopo aver indovinato anche la traiettoria.
Il secondo tempo è stato certamente più combattuto dai giallorossi che trovano anche il pareggio con un bel tiro a giro di Veretout, ma la gioia dura poco ed il Milan si porta in vantaggio con un gol di Rebic che riesce a saltare la marcatura di Mancini, perfetto fino a quel momento.
Il Milan vince una partita che qualunque fosse stato il risultato non avrebbe dato spazio a rimpianti o polemiche: Roma disattenta, ma un pareggio, forse, sarebbe stato più giusto.
Conclusioni
Ho sempre sostenuto che fossero Febbraio e Marzo i mesi in cui iniziano a vedersi davvero i cavalli vincenti, con squadre pronte ad allungarsi e staccarsi l’una dall’altra, fisici che tengono ancora o crollano e così via.
La Roma sbaglia ancora contro le grandi, due su due, eppure tranne la partita sfortunata contro il Benevento, vince in Europa e con le altre senza alcun grattacapo. È certamente una squadra che può e che deve finire in Champion’s League, ma deve fare più attenzione.