Friedkin Roma – salta davvero la trattativa?

Il campionato è fermo, per motivi certamente seri ed urgenti, ma a non esserlo sono le trattative di mercato, non soltanto dei giocatori, ma delle società stesse. La Roma, che sembrava ad un passo dall’avere un nuovo presidente, il texano Dan Friedkin, si trova probabilmente ora in un momento di stallo, ma non di chiusura.
Fare previsioni è difficile, perché le variabili in gioco sono moltissime, ma un affare da circa 700 milioni di dollari non termina di certo da un giorno all’altro, anche perché sul tavolo delle trattative ci sono ancora diversi punti da sciogliere.
Friedkin Roma e la Champion’s League
Non sarà di certo la qualificazione alla prossima edizione della Champion’s League a compromettere l’acquisizione della società, ma in una situazione di borsa così complessa, causa Covid-19, una differenza di circa 40 milioni di euro non è certo da sottovalutare.
Il debito della Roma, di circa 270 milioni, sarebbe stato assorbito da Friedkin, che si sarebbe trovato, eventualmente, a dover fronteggiare non solo i circa 40 milioni in più della mancata Champion’s League, ma anche una ricapitalizzazione di circa 150 milioni alla quale Pallotta ha contribuito con 89 milioni.
Una Champion’s League che cambia il valore dei giocatori, in entrata e in uscita. Un dato innegabile che, pur essendo puramente teorico ed impossibile da quantificare, va tenuto in conto.
Per ora il campionato è fermo e non è ancora stata presa alcuna decisione ufficiale: scudetto, retrocessioni, accesso alle coppe, tutto in un grande punto interrogativo.
Quanto vale la Roma?
Con il Codiv-19 cambiano gli equilibri in borsa e quell’offerta di circa 700/750 milioni di dollari di cui si è tanto parlato nei mesi scorsi potrebbe non essere attuale. I titoli in borsa cambiano repentinamente e la storia recente della società ce lo insegna: siamo passati dalla notizia di una chiusura imminente, con quotazioni in rialzo, ad una rottura definitiva, con un tracollo delle quotazioni.
Misura. Ci vuole misura per interpretare questi dati complessi, ma è inevitabile che ora il gruppo Friedkin faccia un passo indietro, perché la differenza può essere di diversi milioni, non un gioco.
Questo però deve far riflettere su quanto sia scivolosa una trattativa simile, ma non chiusa. Chiusura significa mancata intesa, scarso interesse, cambio progetto: il Covid sta colpendo il mondo intero e credo che questo stand-by sia fisiologico, almeno da questo punto vista.
Lo stadio
Uno dei nodi più delicati dell’asse Friedkin Roma è proprio quello dello stadio. Uno stadio che significherebbe un balzo incredibile in borsa ed entrate enormi. La convenzione tra il Comune di Roma ed i proponenti c’è, ma va messa per iscritto: ci vorrà ancora del tempo, ma procede nonostante la quarantena. Un altro paio di maniche sarà l’approvazione in Campidoglio, ma sapremo qualcosa in più soltanto tra qualche settimana probabilmente.

In ogni caso non c’è nulla di definito, nel bene e nel male, pertanto la trattativa, a rigor di logica, non può fermarsi neanche per questo motivo.
Friedkin Roma salta davvero la trattativa?
I tre punti analizzati provano sinteticamente a far luce su una situazione delicata ed imprevedibile e che, per sua natura, non può dare ancora risposte certe. Ma sembra chiaro che una trattativa di questa portata non possa fermarsi improvvisamente: acquistare una società non è come acquistare un paio di scarpe ed ogni scelta, pur dipendendo da tante variabili, è ponderata in vista di un futuro e di un progetto a lungo termine.