Inter – Milan 4-2, l’analisi della debacle rossonera
Il tabellino:
Inter – Milan 4-2
Inter (3-5-2): Padelli; Godin, de Vrij, Skriniar; Candreva (80′ Moses), Vecino, Brozovic, Barella, Young (94′ Biraghi); Sanchez (72′ Eriksen), Lukaku. A disposizione: Handanovic, Stankovic, D’Ambrosio, Ranicchia, Asamoah, Borja Valero, Agoume, Sensi, Esposito. Allenatore: Conte.
Milan (4-4-1-1): G.Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Castillejo (80′ Leao), Kessié (81′ Paquetà), Bennacer, Rebic (84′ Bonaventura); Calhanoglu; Ibrahimovic. A disposizione: Begovic, A.Donnarumma, Musacchio, Gabbia, Calabria, Laxalt, Saelemaekers, Biglia, Brescianini. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Maresca.
Marcatori: 40′ Rebic (M), 45′ Ibrahimovic (M), 50′ Brozovic (I), 52′ Vecino (I), 60′ de Vrij (I), 92′ Lukaku (I).
Note: Ammoniti Vecino, Skriniar, Barella, Lukaku (I); Kessie (M). Recupero 1′ e 4′.
La partita:
Due gol di vantaggio all’intervallo. Gioco fluido e veloce. Avversari dominati. Partita in discesa.
Avvio di ripresa. Brozovic e Vecino pareggiano in due minuti. Buio totale. Gol di de Vrij, poker di Lukaku. Sconfitta bruciante.
“Difficile spiegare cosa sia successo”, per dirlo con le parole di Ibrahimovic. In 25 minuti di confusione totale, il Milan getta via una vittoria che a fine primo tempo sembrava in pugno. È venuta fuori la differenza tecnica tra le due squadre, forse. È venuta meno quell’attenzione difensiva che non dovrebbe mai mancare, neanche in vantaggio, certamente. È emersa la timida personalità di una squadra che rappresenta ancora un cantiere aperto, molto probabile. Sta di fatto che il Milan ha sprecato una grande occasione per riacciuffare la zona Europa. Un’opportunità unica per regalare una gioia a dei tifosi ormai orfani di emozioni positive da tanto, troppo tempo.
Eppure i presupposti c’erano. Il primo tempo – sempre per parafrasare Zlatan, il migliore dei rossoneri – era stato pressoché perfetto. Gli uomini di Pioli avevano messo in campo una determinazione encomiabile. Quella che tutti gli allenatori di una squadra alla ricerca di una identità vorrebbero vedere.
Poi nel secondo tempo la squadra ha smesso di pressare, di fare girare il pallone con velocità e precisione, come nel primo. Ha visto la propria fiducia sgretolarsi via via che i cugini esultavano. Si è mostrata incapace di reagire e far male.
Un breve ed effimero moto di orgoglio sul 2-2, improduttivo. Un palo nel finale di Ibra. Poi nulla. Solo l’amarezza tutta rossonera per una partita che poteva essere quello che è stata solo in parte.
Certo, va dato merito a un’Inter caratterialmente solida, capace di un secondo tempo strepitoso. Ma l’analisi della debacle rossonera non può limitarsi a mirare la floridità del giardino del vicino.
La vittoria resta nel cestino, gettata via. Senza un perché.