Nuovi impianti per un nuovo calcio

Il Decreto legislativo n.38 del 28 febbraio 2021 prevede il riordino e la riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi, ma anche la disciplina relativa alla costruzione di nuovi impianti sportivi, nonché la ristrutturazione o di quelli già esistenti (compresi quelli scolastici).
Una premessa su carta, italiana, che mira senza dubbio ad accostarsi alle nuove opere sportive, collocate in giro per il mondo, che lasciano a bocca aperta i turisti sportivi.
Il decreto ora in auge innovava il lento e burocratico processo amministrativo, e sopratutto inseriva delle norme e standard per l’ammodernamento degli impianti.
Su questo decreto si dovranno basare, ad esempio, le due squadre capitoline: la Roma ha già un progetto in corso, sito in Tor di Valle con una capienza di 55.000 spettatori, estendibile, i rendering hanno stupito e nonostante le complicazioni, come il ritrovo di reperti storici nella terra dove dovrà poggiare il cantiere, l’avanguardismo della struttura lo porterà al centro della visibilità nazionale e in Europa.
Un investimento che sfiora il miliardo, una struttura dal design innovativo e la curva sud più grande d’Europa è la promessa che serbano con pazienza i tifosi giallorossi.
La Lazio pure ha mostrato interesse, Lotito nel corso di un evento per i 125 anni del club biancoceleste è tornato a parlare dello Stadio Flaminio: “Oggi abbiamo la possibilità di diventare punto di riferimento con una serie di iniziative che rappresentano l’orgoglio di essere laziali, come lo stadio Flaminio, perché vogliamo avere la nostra casa storica, quella che ci appartiene per quanto dimostrato. Sono convinto che lo stadio, se dipenderà dalla Lazio, verrà realizzato. E permetterà di avere un museo stabile oltre all’orgoglio di avere una casa tutta nostra”.
Lo stadio è una casa per i suoi tifosi, un punto di ritrovo popolato con cadenza spesso più che settimanale, e il cambiamento porta sia entusiasmo, sia pareri contrastanti o critiche per chi ha nostalgia di quelle mura che frequenta sin da bambino: ma che l’innovazione serva non c’è dubbio.
I nuovi impianti sportivi hanno abbracciato la tecnologia, sistemi di monitoraggio delle prestazioni degli atleti, sistemi di training attraverso realtà virtuali, attrezzature e sensori che massimizzano la funzionalità, tutte armi che i club devono imparare a gestire se vogliono competere.
Ma l’integrazione della tecnologia non è l’unicum, altre keywords sono sostenibilità e interazione sociale.
L’obiettivo di minimizzare l’impatto ambientale è perseguito da molte infrastrutture sportive sparse in tutto il mondo, le più degne di nota sono il Kaoshiung World Stadium di Taiwan, costruito con quasi solo materiali ecosostenibili nel 2009, ospita 55 mila persone ed è ricoperto da 9 mila pannelli fotovoltaici che permettono al Governo di vendere più di 1 milione di KWh all’anno.
La Mercedes Benz Arena ad Atlanta abbina pannelli fotovoltaici a un impianto idrico per minimizzare i consumi, similmente il Johan Cruijff Arena di Amsterdam ha scelto di installare un impianto eolico, ma a Londra risiede un gioiello completamente ecofriendly costruito nel 2019: il nuovo stadio del Tottenham conta il 100% dell’energia rinnovabile certificata a 0 emissioni, particolare attenzione all’inquinamento acustico, la raccolta differenziata, il divieto dell’uso di plastica e la raccolta di acqua piovana poi filtrata.