El Shaarawy, il Faraone è l’uomo in più di Mourinho

Corre verso la Curva Sud tinta dalle bandiere al vento. El Shaarawy si prende l’abbraccio dei tifosi giallorossi in delirio per la rete che al 90’ rompe l’incantesimo che aveva bloccato la Roma sullo 0-0 contro il Monza. Emozioni non per cuori pavidi quelle dell’Olimpico dove i fantasmi di un pareggio opaco vengono infine scacciati via dalla magia del Faraone di Mourinho.
Una partita non brillante quella della squadra di casa, spesso macchinosa e prevedibile, ma soprattutto sfortunata. Diverse le occasioni da gol per i giallorossi, complice anche la superiorità numerica per l’espulsione di D’Ambrosio. Ottima la prova dell’ormai consacrato estremo difensore brianzolo De Gregorio, mentre le assenze del duo fantasia Dybala-Pellegrini sembrano condannare l’estro romanista in una stantia manovra d’attacco.
Così mentre, nei minuti finali di gara, nella mente di molti si concretizza l’ipotesi di un pari amaro, con le nuvole che si addensano sulla squadra giallorossa e Mourinho per i tre punti sfumanti, la Curva Sud non smette di cantare a squarciagola. Il cuore nell’antico Egitto era considerato la sede del pensiero e delle emozioni, l’artefice di tutti i sentimenti e di tutte le azioni. È con il cuore che il tifo romanista spinge i suoi giocatori oltre l’ostacolo ancora una volta.
Al 90’ un pallone vaga in area dopo un tiro murato dalla difesa brianzola ad Azmoun, buona la prova dell’iraniano. Nell’area scatta la cresta del Faraone, El Shaarawy si coordina e, in un momento che sembra durare intere ere, trafigge De Gregorio. Lo stadio può esplodere di gioia per la rete che decide il match e rompe la maledizione del gol.
Nell’Antico Egitto il cuore degli uomini era soggetto dopo la morte alla “pesatura”. Se il cuore, gravato da troppe colpe, faceva pendere la bilancia in negativo il defunto veniva condannato. Solo un Faraone, l’uomo in più di Mourinho, poteva risollevare i cuori mai domi dei tifosi della Roma e portarli dalla condanna all’estasi dei giusti e dei degni.