Sustainability sport manager: una nuova figura per uno sport più green
La sostenibilità è al centro del programma di governo di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Il Next Generation EU, strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa, destina gran parte delle sue risorse alla transizione ecologica: dei quasi 750 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri, il 37% circa saranno destinati alla transizione ecologica. Un’opportunità unica per realizzare quella rivoluzione verde attesa da tempo, a cui tutti, compreso il mondo dello sport, vogliono contribuire.
Il sustainability manager novità per lo sport, ma non per gli altri settori
Molti di noi ne hanno sentito parlare solo di recente. Eppure il ruolo del sustainability manager è già abbastanza collaudato, in diverse realtà aziendali. Tale figura è nata ben cinque anni fa, con il decreto legislativo n. 254 del 30 dicembre 2016. L’atto normativo prevede l’obbligo di presentare una dichiarazione individuale di carattere non finanziario per le imprese di interesse pubblico, nonché la possibilità per tutte le altre di presentare una dichiarazione in forma volontaria e semplificata. La dichiarazione non finanziaria deve rendicontare su aspetti di carattere ESG (ambientali, sociali ed economici): sostenibilità aziendale; gestione del personale (tra cui politiche aziendali orientate alla parità di genere); impegno nella lotta alla corruzione e rispetto dei diritti umani. Da qui l’esigenza di istituire una figura ad hoc che ben conosca la realtà aziendale e possegga le competenze economiche e giuridiche necessarie per accompagnare l’organizzazione verso il cambiamento green.
Il sustainability sport manager
É in questo contesto che si innesta il sustainability sport manager. Il compito di questa nuova figura per il mondo dello sport è quello di applicare i criteri di sostenibilità in ogni attività della società sportiva, al fine di consentire l’ottenimento di vantaggi competitivi in uno scenario sempre più orientato al green. Deve avere la mente aperta al cambiamento e coniugare la gestione aziendale ordinaria con quelle attività innovative che l’evoluzione del contesto via via richiedono.
Requisito imprescindibile, poi, è il possesso di competenze specifiche trasversali. La sostenibilità, infatti, è da considerare come una radice che sta penetrando in tanti, differenti terreni.
La sostenibilità come incentivo trasversale
I fattori ESG stanno permeando nelle discipline giuridiche di molteplici settori dell’attività economica, da quello finanziario a quello industriale. Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un boom di produzione normativa in ambito ESG. E siamo solo all’inizio, considerando che le modifiche normative finora introdotte sono servite solo a preparare il terreno. Lo tsunami di novità normative ci travolgerà con la messa a terra delle riforme green che il Next Generation EU – (e, a livello italiano, il Piano nazionale di ripresa e resilienza,PNRR) – prevedono e finanziano.
Lo sport ha intuito la grande opportunità di poter contribuire a cambiare il mondo, e ricevere degli incentivi per farlo. E sta facendo di tutto per farsi trovare pronto.