Gli sport nautici

Dalla motonautica allo sci nautico, dalla vela al windsurf, al kitesurfing, al rafting (solo per citare le grandi famiglie): il grande alveo degli sport nautici raccoglie interesse e passione in ogni parte del mondo, e la prevalenza di alcune attività è l’esito di fattori geografici e storici. Un breve sguardo a queste attività (vela esclusa, il cui vasto e meraviglioso mondo è descritto meglio qui, ai loro «usi e costumi».
Rafting
Perché si chiama così? È per via del verbo inglese «to raft» e dello strumento che si utilizza, un gommone autosvuotante e quindi inaffondabile chiamato proprio «raft», con il quale si attraversano discese e ripide fluviali. Avviato ufficialmente in Italia nel 1987, nel 2010 è stato integrato dal CONI tra le discipline della F.I.C.K (Federazione Italiana Canoa Kayak). I campionati mondiali sono coordinati dall’International Rafting Federation; l’International Canoe Federation (IFC), che comprende le federazioni di canoa e kayak nazionali, sancisce invece i livelli del «WW» in cui è decretata la scala di difficoltà della navigabilità dei fiumi. Sport realizzabile in equipaggi da 6-7 persone, il rafting permette un ampio raggio di «praticanti», senza limiti particolari di età e condizioni. Attrezzature di sicurezza, pagaie e sincronizzazione dei membri della squadra, il rafting offre divertimento e tecnica.
Kitesurfing
Sport di recente sviluppo (1999), unisce la forza dell’acqua a quella di propulsione dell’aria. Nel 2008 è stato dichiarato il mezzo con propulsione del vento più rapido al mondo in tutte le andature. Anche detto kitesurf o kiteboarding, consiste nella pratica del surf (dunque con la tavola, necessaria a planare sull’acqua e sulle onde) con l’aggiunta di un aquilone (da cui deriva il nome dello sport), precisamente comandato da una barra di manovra, che la collega alla vela attraverso poche «linee» (cavi) sottili della lunghezza di 25m circa. Caratteristico nel kitesurfing è il freestyle, soprattutto in condizioni di vento forte che consentono di sfruttare al massimo le potenzialità della vela. Ci sono poi il Freeride e il Kite Wave. Non si tratta qui di uno sport immediato; esso richiede una minima preparazione atletica e tecnica (la conoscenza dei venti, di modalità di decollo e atterraggio, conoscenze metereologiche essenziali), pur comprendendo un’attrezzatura semplice e rapidamente maneggiabile. Una delle tecniche di fondamentale importanza è quella denominata bodydrag di bolina, per il recupero della tavola in assenza del leash (che collega la vela alla tavola), di uso vietato. Luoghi particolarmente privilegiati per i venti e per le condizioni climatiche sono le coste del Ceará in Brasile, le isole Hawaii, le isole greche, il Sudafrica, le Isole Canarie e della Repubblica Dominicana.
Sci nautico
Uno sport nato da una moda (che al tempo, come tutte le mode, scomparve dopo poco): quella nata da alcuni giovani ragazzi della West Coast in America che, per divertimento, attaccavano delle corde di pochi metri ai pescherecci d’allora e si facevano tirare, sostenuti sopra a scatole di legno per il pesce. Alla fine degli anni ’20 in Austria nasce il Water-Walking, un’attrezzatura composta da due pseudo-sci in cui si potevano infilare i piedi e da due bastoni per le braccia con i quali attuare la spinta sull’acqua. L’invenzione dello sci nautico è attribuita però a Ralph Samuelson, che immaginò di riprodurre la dinamica dello sci sulla neve anche sull’acqua, tramite il traino da parte di un’imbarcazione. Progettò e testò quindi diversi tipi di sci d’acqua, facendosi costruire i prototipi degli attuali sci, con la punta rivolta verso l’alto, cui seguirono le evoluzioni di queste attrezzature e delle tecniche. Si svilupparono così le varie discipline dello sci nautico: il salto sulla rampa, lo slalom, le figure. Come è prevedibile non si tratta qui di uno sport connesso all’azione del vento: quest’ultimo è anzi un ostacolo all’esercizio dello sci nautico e dei suoi «derivati». Tra questi derivati o affini troviamo quindi il Wakeboard, la variante che somiglia allo snowboard della neve, o la disciplina dei (o «a») Piedi nudi, nata in America e cresciuta soprattutto in Australia, nella quale non si fa uso di nessuno strumento (sci, tavola), ma soltanto dei piedi, offrendo sensazioni e spettacoli particolarmente stravaganti. Anche l’Italia non manca di numerosi luoghi in cui sciare.
Windsurf
Una tavola con una vela attaccata e il vento fanno e non fanno il windsurf. Lo fanno perché ne costituiscono le componenti essenziali, non lo fanno perché il windsurf è uno sport molto più ampio. Il primo modello di windsurf (il nome dello sport qui coincide perfettamente con quello dello strumento, come nel caso del Kitesurf) fu sviluppato inizialmente nel 1935 ma conobbe il successo nel 1967, per opera dell’ingegnere J. R. Drake, che immaginò come si potesse (e soprattutto che si potesse) surfare sfruttando il vento con una vela, anche in assenza di onde. Dopo una travagliata storia di quote cedute per i diritti sulla produzione dei Windsurf, la svolta accade nel 1978 con una nuova tavola e un nuovo boma più leggero di quello in legno e più performante; da lì in poi ci fu il decollo di questa disciplina e dei suoi stili. Nascono, assieme alle prime competizioni e ai grandi talenti del Windsurf, il Freestyle, lo Wave. Al contrario della dinamica della barca a vela, con il cui concetto teorico il Windsurf ha a molto a che fare, in quest’ultimo il moto propulsore del vento incide sull’albero (sopravvento) portando su al contempo e insieme struttura e conducente. Esattamente come per la navigazione a vela, nel Windsurf si attuano le manovre di virata e strambata per l’inversione di direzione; le andature e l’eventuale planata sono decise dalle condizioni del vento, della struttura utilizzata e dello stile da adottare. Il record di massima velocità raggiunta in windsurf è stato toccato nel 2012 da Antoine Albeau, con il tetto di 52 nodi (circa 96km/h!).
Discipline che considerano il rischio, l’allenamento e un grande esercizio, ma capaci di regalare adrenalina, emozioni e incredibile spettacolo.