Nuvola di Fuksas: inaugurato il nuovo Centro Congressi a un mese dal referendum

Finalmente sciolti lacci e lacciuoli che da ben diciotto anni inficiavano il termine dell’opera. Ora, la cosiddetta Nuvola può librarsi nel cielo dell’Eur mettendo Roma in condizioni di competere con i più grandi centri congressuali europei.
Il 29 ottobre – a circa un mese dal referendum – è avvenuta infine l’inaugurazione, acquietando in qualche modo le amarezze dell’archistar Massimiliano Fuksas, il quale si era visto estromettere dalla supervisione dei lavori nella fase più delicata delle finiture, passata di mano all’ufficio tecnico della Eur SpA., la società che gestisce l’intero quartiere romano. E di tali motivi, per i quali Fuksas si era risolto di voler lasciare l’Italia, ci occupammo diffusamente nei nostri articoli del 2014 e 2015 su questo stesso foglio.
Le delusioni di Fuksas vengono peraltro ripagate dai 24 milioni della sua parcella, più un milioncino di contenzioso che si sta discutendo a fior di carte bollate. Nel progetto Nuvola è stata coinvolta anche la consorte di Fuksas, Doriana Mandrelli, che si è divertita a disegnare le poltroncine in legno dell’auditorium, 1800 posti assai “scomodi” secondo la prova-sedere di Sgarbi. Pare infatti che la signora Fuksas odi i divani amati dal marito e adori le “scomodità”. Rifugge tutto ciò che è soffice e confortevole. Forse una compensazione psicologica al contrario. Urge il parere di uno strizzacervelli perché il dubbio ci toglie il sonno.
Fischi per Virginia
In tale clima di più o meno represse polemiche, Virginia Raggi ha messo il dito sulla piaga quando, nel suo discorso di inaugurazione, ha ricordato l’enorme lievitazione nei costi dell’opera subita nel corso dei diciotto anni ( dai circa 236milioni di euro iniziali ai circa 475 milioni), suscitando alcuni fischi seguiti da un rumoreggiare di proteste in tutta la platea, probabilmente architetti invitati all’evento in quanto coinvolti in prima persona nell’esecuzione dell’opera.
Voce dal sen fuggita… l’aplomb della sindaca 5stelle ha subito un qualche step di imbarazzo di fronte a una categoria, quella degli architetti, che a tirarsela non scherza.
E quando ha dovuto posare per una foto col Premier Renzi intervenuto all’inaugurazione è visibile come il loro sia stato un contatto ben lontano dall’essere una vera stretta di mano.
Da qualsiasi prospettiva la si guardi, la creazione di Fuksas offre varie interpretazioni.
Enorme cetaceo bianco, o grande cuscino posato su un panchetto dell’Ikea? O cosa d’altro rievoca questa cosa galleggiante che lo stesso Fuksas si cruccia sia stata battezzata come una “nuvola” dai media? Probabilmente, l’archistar ha inteso rappresentare un luogo-non luogo, temporale e spaziale, qualcosa di stupefacente allo sguardo, lasciando al fruitore ogni libertà di fantasia.
Siamo dell’avviso che ogni opera frutto della creatività umana possegga un valore immenso, al di là degli sprechi, delle polemiche, del malaffare. Negli anni trascorsi, passando per l’Eur, andavamo di proposito a “controllare” a quale punto fossero i lavori della Nuvola. Ed ogni volta restavamo attoniti, l’occhio che si perdeva nell’intrico delle travature, miracolo della tecnica, utopia nella meccanica: un groviglio di ferraglie che mantenevano alta quella bolla di bambagia, alta da terra, tra “terra e cielo”, come ha rilevato presentando l’inaugurazione Cesare Bocci, il bravo attore che tutti riconosciamo in Mimì Augello nella serie di Montalbano.
E se Roma non saprà valersi di questo nuovo Centro – questo è il timore di Fuksas, che vorrebbe vendere la Nuvola ai tedeschi (sic!) – allora vuol dire che noi romani non abbiamo imparato nessuna lezione di buongoverno, avvalendoci di uno strumento che significa crescita del lavoro a tutti i livelli professionali. Volevamo una grande opera? Ora ce l’abbiamo in mano. O che noi romani dobbiamo andare a scuola dai cugini d’Oltralpe?