Da sindaco sub a sindaco con badante

Non credevamo che l’ambita categoria dei badanti potesse invadere anche il Campidoglio. Stavolta però non sarà una bionda ucraina o una fascinosa rumena a salire le scale del Marco Aurelio. Infatti, allorquando l’ineffabile sindaco deciderà di togliersi le pinne e abbandonare le sue tartarughe, troverà intorno alla sua poltrona degli assidui “badanti” nominati d’emergenza a tutela e ausilio del suo operato (non si fa così per gli interdetti?). Ed è con giubilo (per restare in carattere col Giubileo), che Marino accoglie la notizia, facendo sapere via skype tutta la sua soddisfazione.
Com’è bello immergersi negli abissi marini, trastullarsi tra le alghe e i coralli, immemori di una fascia tricolore che riporta alla mente solo spiacevoli responsabilità, sdraiarsi tra le dune sotto il sole che regalerà al nostro eroe dei mari caraibici una bella faccia colore del bronzo.
E’ il colore esatto dell’incoscienza, anzi di quel coraggio al limite della temerarietà. Bisogna dargliene atto. Male non fare e paura non avere è il suo motto, come la sua propensione a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno quando, nel caos della città, alza in alto le mani in segno di “vittoria!”. “Ma de’ che!”, diremmo a Roma inciampando in una buca.
Il Tevere biondo, bell’eufemismo per non dire sporco, scorre tra le transenne a righe biancorosse degli eterni lavori in corso che si arrendono alla stessa eternità dell’Urbe, un fiume che scorre lento e torbido di storie antiche e moderne. E va a sfociare in quel Lido di Ostia, commissariata per mafia, mentre nella Capitale che quella mafia ha visto incancrenirsi è un’operazione che non si può fare perché bisogna salvare la sua immagine davanti al resto del mondo.
Così l’Italia ancora una volta avrà i suoi “doppioni”. Un doppio Papa, quello al soglio e quello emerito; un doppio sindaco di Roma, cioè Marino e il vice che bada a Marino. Bada ben, bada ben, ma fino a quando? Se il fiume non scorre all’indietro, anche per qualcun altro si prevede la via del non ritorno. Ma se, con tutti i badanti a fargli da balia, da Gabrielli a Cantone, si ritenesse l’opportunità di mantenere in carica il sindaco-sub, il mondo intero ci riderebbe dietro.
Vaudeville all’italiana con musica ad andamento lento, anzi tragico, anzi tragicomico..
Angela Grazia Arcuri
Roma, 29 agosto 2015