Babbo Natale for Italy

Santa Claus made in Eu quest’anno ha riposto in stalla la slitta con le renne e, adeguandosi allo standard popolare, se ne va in giro in motorino. Ma è agitato da forti dubbi. Deve decidere cosa mettere nei suoi sacchi regalo, ciascuno per ogni nazione europea. E quello che più lo preoccupa è il sacco destinato all’Italia. Cosa infilarci dentro?
Forse tante case della Lego per i senzatetto ? Forse tante vanghe per raccogliere il fango, tante palle di vetro per i politici e bilance pro-memoria per i giudici? Ed ai medici corrotti e alle case farmaceutiche corruttrici, forse un bel set di medicine killer con tanto di imbuto per fargliele ingozzare giù al pranzo di Natale? E per calmare questa sua vena punitiva, comincia a riempire il sacco di chicche e giocattoli per i bambini.
Alle case poi ci penserà, quanto alle vanghe spera che per Natale ormai il fango si sarà seccato e per le palle di vetro ai governanti dovrà rifletterci, nel vago dubbio che riescano a sistemare le cose anche con la palla divinatoria. Meglio un pallottoliere per i ragionieri di Stato che non masticano tanto bene di semplice aritmetica. E per i giudici, forse meglio una coscienza tutta nuova, cioè una grande busta trasparente riempita di aria affumicata, dove si agitano tanti minuscoli virus quanti sono i cavilli, le prescrizioni, i rinvii a giudizio, le assoluzioni alla Ponzio Pilato. Ecco, è al resto di noi italiani che Babbo Natale dovrebbe regalare la palla di vetro, quella per indovinare i veri responsabili di casi giudiziari risolti col verdetto cumulativo di innocenza, laddove solo Ulisse offre la carta d’identità dei colpevoli con un unico nome: Nessuno.
Il braccio corto della crisi e quello lungo di Gambadilegno
Già da fine ottobre supermercati ed esercizi commerciali hanno tirato fuori tutti i giocherelli mangerecci di Natale. Il cliente lancia una prima, quasi scettica, occhiata di rifiuto. E prosegue diritto, non lasciandosi attrarre dal canto ammaliatore delle sirene pre-natalizie. Ma le sue difese sono di breve durata. Cosicché, già un mese prima di Natale avrà portato a casa il panettone per la colazione, il pandoro per il dopocena e confezioni pocket di cioccolatini tanto per gradire. La politica commerciale la sa lunga, vendere è la parola d’ordine. E i biscottini dietetici saranno imboscati fuori di vista, nello scaffale più in basso.
Ma c’è chi non si può allargare. Una coppia di vecchi e dimessi pensionati fa tenerezza e ricompone a più frenate tentazioni di gola. Lui col bastone, lei protettrice. Li vedi tentennare davanti all’abbondanza anticrisi e soffermarsi in un breve conciliabolo fra loro. Comprare ora o prima di Natale e cosa regalare ai nipotini? Devono rifletterci. Come dovrebbe anche la Banda Bassotti di Italia-Topolinia, quando Gambadilegno si toglierà la mascherina nera dagli occhi almeno sotto l’Albero, davanti agli ignari Bassottini e a signora Bassotti non si sa quanto ignara.
Forbici alle mense Caritas
Quando camminiamo in strada, pensiamo che ogni dieci persone che passano ce n’è una che versa nella povertà assoluta. Ce lo dice il Rapporto Istat del luglio 2014. I nuovi poveri, quelli che a pranzo mangiano alle mense sociali, la sera non mettono nemmeno il piatto in tavola. Ma, ironia dell’ironia, fra poco anche le mense subiranno delle ristrettezze. Infatti, nel nuovo Patto di Stabilità è prevista la soppressione del FEAD, il Fondo Europeo per gli aiuti agli indigenti, istituito nel 2012. Le buone intenzioni durano solo due anni! Nel 2014 erano previsti per il Fondo 40 milioni, 10 dei quali versati dallo Stato e 30 anticipati dalla Caritas. Ora, tale sostegno agli indigenti passerà dal Ministero delle Politiche Agricole a quello delle Politiche Sociali e, nel passaggio di mano, non si sa quale fine faranno i fondi. Il Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero si sta impegnando a mantenere almeno 5 milioni di euro dei 10 previsti a carico dello Stato, con l’aiuto anche della Grande Distribuzione. Gli altri 5 milioni li chiedano ai na-babbi Natale delle pensioni d’oro. Povertà e disoccupazione delineano un grave danno strutturale al tessuto del Paese, ove l’Italia si veste di un abito davanti coi brillantini e dietro pieno di tarli. E se prima era un problema in prevalenza meridionale, ormai il fenomeno si è esteso a quel nord Italia ieri l’altro simbolo di maggiore benessere.
Terra del Nord, del Sud e di… Mezzo.
Goethe resterebbe sconvolto se dovesse compiere oggi il suo “ Viaggio in Italia ”, trovando uno scenario da fantamovie : il settentrione pervaso dal fango, il sud inquinato dalle fiammelle puteolenti delle Terre dei Fuochi e tanti focolai di guerriglie urbane tra italiani non protetti nei loro diritti di sopravvivenza contro genti perennemente in fuga da povertà endemiche, da violenze religiose, sbattuti in una terra come la nostra che non ha più spazi per l’accoglienza, capitale umano sfruttato dal malaffare assai meglio di una partita di droga. Ed ecco infatti, tra nord e sud, sbocciare una fantastica Terra di Mezzo, una fiore di Natale dai miasmi mefitici con antiche radici sotto la crosta dei Sette Colli, conventicola di personaggi or ora e solo ora usciti allo scoperto con tanto di nomi e cognomi. Un bell’elenco per gli unti dal carbone più nero e indelebile di Babbo Natale.
Sorriso di bambini…
Ciò che Santa Claus ha visto in giro lo lascia sgomento, sconcertato, confuso, e finisce per perdere qualche sacco lungo la strada. Ma non quello per i bambini, a tanti dei quali non può più lasciare le sue chicche sotto l’albero perché estirpati come il piccolo Loris Stival dall’angolo puro della vita. Ecco, è ai bambini che deve andare il nostro primo pensiero, a loro che si aspettano da noi uno sguardo purificato dai piccoli o grandi veleni quotidiani, dai disincanti dell’esistenza. I loro occhi ci osservano, ci scrutano, in attesa di risposte convincenti. Torniamo ad essere bambini con loro, lasciandoli nella loro innocenza finché possono, finché il tarlo degli allettamenti sbagliati non appanni anche il loro sguardo. Aiutiamoli a capire certi confini, ma non comprimiamoli. “Hey, teacher, leave the kids alone…”, per dirla con i Pink Floyds. I muri da abbattere sono tanti e solo loro potranno riuscirci.
Infine un pensiero evocante un po’ di leggerezza alla nostra ragazza spaziale Samantha Cristoforetti che, fuggita tra le stelle, se ne sta a guardare in barba a Newton un bellissimo pianeta circonfuso di azzurrità, dove tutte le pesantezze gravitazionali sembrano fantasia. Poi ci racconterà come lassù la coraggiosa equipe di scienziati avrà trascorso il Natale. Da noi, tanta neve finta e tante luci che sospendono la realtà in un temporaneo azzeramento della memoria.
Ma che l’archivio della memoria resti nella breve parentesi festiva delle favole belle. La situazione davanti agli occhi di tutti non legittima alcun temporeggiamento, che non fa che aumentare lo stato di entropia del sistema, lasciato nel caos da troppo tempo. Azioni veloci, bisturi, è quel che ci vuole. Altrimenti ci addormentiamo sul guano della corruzione, il che non è un bel dormire.
Angela Grazia Arcuri
Roma, 10 dicembre 2014