Chi ha Visto “Chi”? Anatomia di un fenomeno sempre più allarmante

Escono di casa e non tornano. Escono da una casa che rappresenta la prigione della loro dimensione umana. Parliamo in prima linea di donne, quelle che cercano fuori da quelle mura la fuga da qualcuno, il “lupo cattivo” che troppo spesso allunga la zampa, prima che quella zampa non diventi assassina. Oppure fuggono da un marito o un compagno che le guarda come fossero trasparenti, insensibile alle silenziosa grida di insofferenza in un rapporto simile a una pianta senza acqua.
Altre persone, che con termine a largo spettro vengono definite “disadattate” in ambito di psicologia sociale, fuggono dall’isolamento del loro ambiente abituale, dove non trovano rispondenza alle loro intime esigenze di vita, sentendosi diversi, non accettati. Potremmo chiamarli gli anticonformisti del sistema di vita odierna, i quali fuggono alla ricerca illusoria di qualche “isola felice”, che forse c’è … o non c’è.
Altri, malati, con sindromi depressive dovute spesso a menti dissociate, fuggono affidandosi a quel barlume di realtà che li porta ad ubbidire soltanto a se stessi, al loro istinto di salvaguardia quasi animale. Vittime di pensieri slegati e anaffettivi, fuggono dalle loro ossessioni, lontano da un nucleo familiare inadatto per cultura o incapace ad alleviare in qualche modo le lacune della loro mente malata, sia lontano dalle presenze estranee e vincolanti di strutture sanitarie, verso l’incognita di una vita liberatoria da persone, orari, farmaci e controlli.
Tra i malati scomparsi, va sottolineata la stragrande maggioranza di anziani affetti dall’alzheimer, morbo a grave impatto sociale attualmente senza terapie risolutive, laddove il fenomeno dell’allontanamento da casa viene previsto entro il 2050 di 1 persona su 85 !
Altri ancora fuggono per l’effetto assai preoccupante delle strettoie economiche del momento. Sono imprenditori con l’acqua alla gola, disoccupati per la dilagante chiusura delle fabbriche, giovani o anziani alla ricerca di un lavoro che non c’è e senza supporto familiare, i quali non riescono a trovare dentro di loro e intorno alcuna via d’uscita, alcuna luce ai loro problemi economici, preferendo la fuga o, peggio, il buco nero del suicidio.
Ultimi, non ultimi, gli scomparsi nel mirino delle cronache del secolo scorso, da inscrivere in quelle categorie di persone la cui esistenza era intrecciata in modo più o meno occulto ad interessi politici, militari, scientifici o anche industriali. Per andare indietro nel tempo, va ricordata la misteriosa scomparsa nel lontano 1938 del fisico teorico Ettore Majorana o dell’economista Federico Caffè nel 1987. Senza dimenticare la giovane Emanuela Orlandi , scomparsa nel 1983, involontario strumento di una serie di intrecci politici all’ombra delle alte sfere ecclesiastiche.
E sentiamo l’obbligo di ricordare il giovane Davide Cervia, ex militare della Marina ed esperto di guerre elettroniche, il quale, secondo testimonianze attendibili, fu sequestrato all’uscita dal suo luogo di lavoro vicino Velletri nel settembre 1990, proprio alla vigilia della Guerra del Golfo. Archiviate le sue ricerche nel 2000, nella dichiarata impossibilità da parte delle istituzioni governative di ritrovarlo pur nell’ammissione del suo rapimento, i familiari hanno intentato causa civile nel 2012 contro i Ministeri della Difesa e della Giustizia, nell’angoscia che il caso venga definitivamente archiviato per i termini di prescrizione che scadono nel 2015.
Gli scomparsi in Italia
Le cifre statistiche che riguardano le persone scomparse si presentano in tutta la loro drammaticità, nel balletto dei numeri riportati dagli organi di stampa spesso discordanti.
Per restare nel nostro Paese, si conta che solo in Italia scompaiono 1000 persone ogni anno e ancora 26.000 sono da rintracciare dal 1974 al giugno 2012, ultimo report del Ministero dell’Interno. In cima alla classifica delle scomparse in Italia, risulta il Lazio, seguita da Lombardia, Campania e Sicilia.
Ma vediamo cosa si sta facendo proprio a livello istituzionale.
L’Associazione Penelope sta compiendo dei passi significativi per dare un assetto organico alla lunga lista degli scomparsi. Sorta nel 2002 con l’intento di aiutare i familiari delle persone scomparse per iniziativa di Gildo Claps (fratello di Elisa Claps), che ne fu il primo Presidente, la Onlus vede un nuovo Presidente dal 2013 (dopo Elisa Pozza Tasca) nella persona di Annalisa Loconsole, barese, figlia di Antonio Loconsole, malato di alzheimer scomparso nell’agosto 2006 e mai più ritrovato.
La Loconsole si è fattivamente adoperata per l’istituzione nel 2007 del “Commissariato Straordinario del Governo per le persone scomparse”, dipendente dal Ministero dell’Interno. Va inoltre sottolineata l’esistenza della Legge 14 novembre 2012 – n.203, recante “ Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse” entrata in vigore il 29 novembre stesso anno, nella quale si prefigura tutta una serie di operatività a vari livelli territoriali per la ricerca degli scomparsi, con il coinvolgimento di tutti gli organi istituzionali preposti.
“Esiste però il pericolo – nota la Loconsole – che, se il caso di scomparsa non fa audience a livello mediatico, è facile che le ricerche si fermino a due-tre giorni dalla denuncia di scomparsa”. E’ sconsolante ma vero, ma ci piace aggiungere che, nella crisi attuale e nell’attuale programma di revisione della spesa pubblica, viene sensibilmente depauperato l’organico delle forze di pubblica sicurezza, mal pagate e costrette a lavorare in un periodo di criminalità generalizzata che aumenta a livello esponenziale.
La piaga dei minori scomparsi
Subentra l’aspetto diversamente eclatante del fenomeno quando si tratta della scomparsa di minori, la cui lunga e triste casistica è sotto gli occhi di tutti e i cui coraggiosi genitori stanno lottando disperatamente e con tutti i mezzi per ritrovarli.
Anche i bambini fuggono. Sono per lo più bambini stranieri, resi orfani dai conflitti che da anni stanno sconvolgendo sia l’area mediterranea che il Medio Oriente, con la conseguenza dei flussi migratori verso l’Europa. Bambini sconvolti che fuggono dagli istituti di accoglienza, alla ricerca, chissà, di genitori che potrebbero essere vivi da qualche parte o soltanto verso un’esistenza affrancata dal numero di lettino di un orfanotrofio. Se poi non esistono genitori che premono per il ritrovamento, la ricerche non hanno seguito. E per questi bambini o adolescenti ci sono in agguato mille pericoli, gli stessi che incombono sugli altri minori dispersi.
Gli altri, quelli che non fuggono, vengono rapiti. E qui entra in gioco il fenomeno criminoso. Vengono rapiti da chi vuole un figlio che non può avere, rapiti da organizzazioni per l’espianto di organi o da organizzazioni pedofile, rapiti da piccole cosche locali per essere usati come specchietto per le allodole nell’accattonaggio o venduti all’industria del crimine, come si è visto.
Per tornare alle cifre, risulta che in circa 40 anni i minori scomparsi in Italia siano 11.615. Ma il dato più impressionante è la scomparsa di ben 695 bambini solo dal gennaio al giugno 2013, contro i 601 del 2012.
Solitudine
Migliaia di persone in preda a crisi esistenziali scompaiono quindi nel nulla, mettendo a nudo una realtà di vuoto sociale che, a tutti i livelli, non riesce a prevenire il peggio. Spesso si è incapaci di leggere tra le righe il comportamento di un familiare, di un amico o del vicino di casa , perché la vita di ogni giorno va di corsa, troppo di corsa. Nessuno più ama confidarsi, nessuno parla al di là di un fuggevole “tutto a posto? “ che non attende risposta, perché quella risposta non la si vuole ascoltare. Ti farebbe perdere troppo tempo, vai di fretta, devi pensare al tuo, alla tua giornata. E ognuno ce l’ha difficile e non ne vuole parlare per non assillare gli altri. Forse basterebbe un attimo di sosta, un sorriso, una mano sulla spalla, per compiere miracoli.
Così via, via da tutto e da tutti, da quelli che vedi come un muro di ombre davanti ai tuoi passi, un muro che non può offrire ossigeno a tante anime in affanno.
Angela Grazia Arcuri
19 agosto 2014.