SINGLE: una categoria in crescita esponenziale

Single bell, single bell! La campanella suona per una categoria sociale che sta facendosi largo tra le pieghe della vita moderna. La statistica rileva che a Milano ben il 50 per cento della popolazione sia single, ma Milan l’è Milan. Metropoli sfaccettata, da sempre attrazione per il giovane del sud che vi approda con la valigia delle sue speranze, culla dei colletti bianchi votati al marketing system, diventa crogiuolo di amori improbabili, intrecciati alla maniera superficiale del filone “Sex and the city”.
Milano non detiene tuttavia il primato della singletudine, poiché il fenomeno si estende a tutte le regioni d’Italia con percentuali più o meno significative laddove è più alto l’indice di precarietà lavorativa. Ma è da vedere, in linea generale, se restare single sia frutto di una scelta culturale diversa dal costume tradizionale o frutto di una serie di circostanze sociali, psicologiche ed esistenziali. Un po’ di tutto questo.
Categorie – Intanto, single è colui che non si è mai sposato o comunque che non vive in coppia. Accanto, c’è il single cosiddetto “di ritorno”, separato, divorziato o vedovo. Entrambe le categorie possono trovarsi in una situazione di “limbo”, in attesa cioè di incontrare la cosiddetta anima gemella o di ritrovarne una.
Esiste invece il single convinto, di solito maschio, quello che “vuole” restare solo. La scelta dichiarata per la cronaca come rifiuto del vincolo matrimoniale in realtà è un atteggiamento interiore assai sfumato. E’ scelta cosciente quando si rivela frutto di un senso responsabile di inadeguatezza caratteriale a vivere in coppia, in fondo un atto che egli ritiene di altruismo, volto a non deludere un’altra persona sapendo di non poter condividere le stesse aspettative. Fintanto che, dopo aver seminato una scia di “deluse”, non incontrerà quella che lo farà capitolare. Mai dire mai.
Subentrano invece in alcune persone motivi inconsci che i radicati nell’isolamento sentimentale non sanno confessare a se stessi. E’ assai probabile che, in quest’ultima ipotesi, finisca per diventare un’ostinazione del soggetto all’isolamento, perché in realtà non si sente “scelto”. Forse avverte in sé il rifiuto ad inserirsi in un mondo che non sente suo, un contesto sociale come quello di oggi dove al centro troneggia l’altare della dea “Immagine” e del dio “Money Money ”. Si vota quindi a una sorta di predestinazione. Ma per ognuno c’è qualcuno sempre, qualcuno simile a noi che aspetta d’incontrarci dietro l’angolo, portando scritti sulla fronte i nostri stessi difetti e le nostre paure.
Un tempo, quando gli inglesismi non erano ancora diffusi e i single non si chiamavano single, riguardo agli uomini si parlava di “scapolone incallito” e riguardo alle donne di “zitella”, se non si sposava prima dei trent’anni, mentre “zitellona” era colei che aveva superato abbondantemente tale traguardo. Solo lo “scapolone” non aveva problemi d’età, l’uomo che poteva permettersi il lusso di tutte le libertà e dedicarsi al culto egoistico della sua personalità, dichiarando “un’estranea in casa, mai!”. Meglio “outside the door”.
Amore global – Le sfumature di un fenomeno sono tuttavia infinite e dipendono da molteplici fattori, individuali, sociali, territoriali e geografici, per cui sorge il pericolo di generalizzare. Sta però di fatto che, nel momento in cui viviamo, l’unione fra un uomo e una donna si lega alle sorti dell’economia in seria difficoltà, scaturendo un cambiamento del sistema di vita che registra, non solo nel mondo occidentale, un cedimento dell’istituzione matrimoniale.
Da ciò il fenomeno si trasforma in moda corrente. Da necessità virtù, da precarietà economica a precarietà del vincolo giuridico e religioso. Sempre più sono le coppie che vivono “more uxorio” anche con figli, per evitare il famoso “pezzo di carta” prima di un prudente collaudo nella convivenza. L’esempio delle separazioni e dei divorzi all’ordine del giorno ne è il deterrente.
Vita da single – Il single senza problemi di sorta non si annoia davvero e può giostrarsi la vita come crede. Libertà libertà, un po’ invidiata dalle coppie tradizionali votate alla routine. Le grandi città gli offrono mille possibilità per trovare l’altra metà della mela. Ormai il single è diventato oggetto di consumo. Per lui e per lei si sbizzarriscono i creativi più fantasiosi in fatto di oggettistica, moda, profumeria, architettura e arredo d’interni.
Il mini appartamento, per gli amanti delle leziosità, diventa un nido a forma di cuore, cuscini sparsi dappertutto e alla parete l’immancabile poster 3D di Marilyn. Invece, il maschio forte, quello che “non chiede mai”, preferirà un arredo stile minimalistico, ispirato alle nuances del grigio e alle profondità del nero. Prima dell’arrivo della prescelta di turno, si preoccuperà di nebulizzare l’aria con le note fresche o muschiate di un profumo Armani o Calvin Klein.
Il Club dei desideri – Un tempo, a combinare matrimoni c’era la “mezzana” o “paraninfa” o “ruffiana” che dir si voglia. Oggi l’attività si è trasformata in vero e proprio strumento di mercato.
Fioriscono “club” mascherati da associazioni culturali che organizzano i noti “speed date” d’importazione USA. Si tratta di intrattenimenti vari per favorire l’incontro di persone sole: viaggi, the danzanti a bordo piscina, cene a tema, con giochi socializzanti per scoprire le rispettive affinità, lettura di oroscopi e tarocchi, bla bla bla….
Naturalmente, oltre alla quota annuale di iscrizione, ogni attività è a pagamento. La consultazione in sede di più o meno sedicenti astrologi e cartomanti, la creatrice di bijoux per le dame, i quadri esposti sulle pareti del pittore della domenica in attesa di vendere, la pasticcera che fa dolci su ordinazione, creano dietro un bell’ indotto di piccoli affari imperniati sulla percentuale da versare all’associazione stessa.
Presso le normali agenzie di viaggi non mancano le crociere per single, ideate sulla scia della “Love Boat”, vecchia serie televisiva americana.
I Troni di Maria De Filippi – In Italia, da anni Maria De Filippi ci delizia con due trasmissioni zuccherose, una per giovani e l’altra per anziani, quelli del Trono giovani e quelli del Trono over (vale a dire dai 50 agli 80 e oltre).
I giovani Tronisti palestrati e le giovani superaccessoriate hanno trovato un bel palcoscenico di lancio verso le fortune cinematografiche. Amori scoccati sul Trono dalla freccia di Cupido, dipanati nelle romantiche riprese in esterna, finiscono per essere disintegrati dalle lusinghe della notorietà, sfruttati dalle copertine delle riviste di gossip, usa e getta nel cestino del parrucchiere.
La serie del Trono over regala invece l’ esempio dei più esilaranti accoppiamenti tra vecchi ancora in vena di… esternazioni e ringalluzzite ultrasettantenni con minigonne leopardate. Non si sa mai che fine facciano queste accoppiate. Scompaiono e ricompaiono a ruota, sbavando recriminazioni e improperi vicendevoli per la felicità della regia. Tutto è costruito ad arte. Molti di loro, i più giovani e bellocci, sono diventati delle icone in pianta stabile nella trasmissione, avendo trovato un vero e proprio lavoro part-time. La squadra Costanzo-De Filippi ha saputo creare una mirata operazione per l’ audience televisiva.
Fiori d’arancio appassiti – Nella vita reale esiste peraltro più d’una vedova ben felice di esserlo. Quando l’esperienza coniugale non si è dimostrata delle più felici, il pianto per la dipartita ha la durata di un fazzoletto di carta. L’anima santa, la cui foto d’obbligo troneggia sul comò per la venuta dei parenti, viene spesso fatta oggetto di espressioni liberatorie postume, tante quante sono stati i tradimenti del caro estinto.
Anche le donne che hanno avuto un matrimonio soddisfacente sono spesso restie a risposarsi. Perché le donne? Per il motivo che la donna è più autosufficiente dell’uomo. Così che, in giro, tra single nubili e single di ritorno, marcia un esercito di donne sole, le prime speranzose, le seconde per il solo piacere di godersi finalmente i loro spazi di libertà. E’ molto probabile comunque che una nuova unione riesca ad offrire al single di ritorno quelle sorprese affettive e caratteriali mancate nella prima esperienza. E’ sempre d’obbligo il “mai dire mai”.
In sintesi, l’animale uomo è destinato per natura a cercare un compagno e tutta l’impalcatura della società è basata sulla crescita della specie. Il mondo procede a coppie in ogni latitudine, ma è l’istituzione matrimoniale a subire le crepe dei tempi.
I forti cambiamenti sociali ci fanno prevedere nel futuro un mondo diverso? L’abito bianco e la marcia di Mendelssohn saranno ricordi da mettere in soffitta?
Angela Grazia Arcuri
28 aprile 2014