I pentiti del quartierino Italia: la morale della Legge

Il sermoncino di pentimento di un tal Brusca incappucciato, tanto vorremmo eliminare il nome dai nostri archivi mnemonici, ci fa attorcigliare dentro i nostri villi intestinali, presi da una passionale quanto sana indignazione che sta scuotendo il Paese per la sua scarcerazione dopo 25 anni. Ci si aspettava che un simile, pluridelinquenziale soggetto finisse la sua mala esistenza chiuso in un carcere a vita, buttando la chiave. Ma la Legge dice NO. Tanto vale per i responsabili della Funivia di Stresa, i quali, è bene ribadirlo, disattivarono i freni d’emergenza – il famoso “forchettone” – già da lungo tempo in quanto, se la funivia si fosse fermata, avrebbe compromesso il guadagno turistico locale. Ora, ammettendo senza mezzi termini le loro responsabilità, volgono gli occhi al cielo invocando Dio. Ma quale fu il loro Dio? Sicuramente Satana in persona nascosto sotto la mascherina di Dio.
Da tempo lo Stato ha, per così dire, “inventato” i collaboratori di giustizia, i cosiddetti pentiti, questa categoria di mezzi uomini che fanno tanto comodo al fine di intercettare le bolle di una società malata nei recessi più nascosti di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Tutto ciò sempre in nome di quella Legge che, vivaddio, andrebbe riscritta e rivoltata come un vecchio pedalino. Diciamolo, quale buona legge offre ai pentiti un assegno mensile dai 1.000 ai 1.500 euro, più vitto e alloggio, quando un Paese, composto da una maggioranza di anziani, fatica ad arrivare a fine mese con una modesta pensione che da anni non cresce e non crepa se non con un irrisorio aumento annuale del costo della vita che va lievitando dal mattino alla sera? E dei giovani senza un lavoro fisso, costretti a portare a spasso il cagnolino della signora della porta accanto per pochi euro di mancia o di altri che si affidano a sedicenti società di servizio pulizie per sbarcare il lunario.
Che dire poi dei vitalizi a persone a suo tempo indagate per irregolarità amministrative, vitalizi che sono in realtà delle vere e proprie pensioni, magari percepite da alcuni per brevissimi periodi della loro attività politica. Ma lo dice la Legge. Con tutta la stima per Draghi, l’avevamo previsto che, in questa sua investitura politica, non avrebbe dormito sonni tranquilli. Lui, che attendevamo come nostro Padre “salvatore”, insieme al buon Figliuolo, dovranno appellarsi allo Spirito Santo per mettere d’accordo le varie anime di un’estate colorata di giallo. Tutto il Paradiso in grande assetto.
Si fa presto a dire che entro pochi mesi raggiungeremo quella benedetta immunità di gregge. Ma attenzione con gli annunci che si rivelano spesso controproducenti. E, secondo il nostro modesto avviso, vale la massima ” Le cose si fa prima a farle che a pensarle”. Non pensiamoci troppo, in quest’estate… paradisiaca, a metter mano a una giustizia dove tutti i nodi vengono al pettine.