Chi è intelligente beve di più
“Le persone più intelligenti bevono di più”: è quanto afferma John D. Mayer, psicologo alla Western Reserve University.
Questa singolare tesi è frutto di un’indagine condotta su un gruppo di 1500 volontari, composto sia da bevitori abituali che da bevitori non abituali.
Durante questa indagine, sono stati somministrati dei test d’intelligenza, al fine di valutarne le performance intellettuali, e quelli più dotati intellettualmente sono risultati essere quelli con il vizio dell’alcol.
Secondo lo psicologo, le persone più intelligenti tenderebbero a fare maggiormente proprie le esperienze evolutive, e il consumo di sostanze che alterano la mente quindi, sarebbe “parte di queste esperienze evolutive” che sono alla base di un’intelligenza viva.
In base al pensiero di John D. Mayer, le persone dotate di maggiori capacità intellettive, tendono a cimentarsi in più cose, e a sperimentare tutto ciò che può arricchire la propria esperienza evolutiva, e questo si ripercuote non solo nella scelta della dimensione del bere, ma anche in quella del tabacco e perfino nell’assunzione di sostanze stupefacenti.
Alla fine dell’ ‘800, ad esempio, la droga più diffusa tra gli artisti era l’assenzio. Una droga a basso costo e di facile reperibilità. Di essa facevano uso gli artisti romantici incompresi dalla società. Era la droga di Degas, di Manet, Van Gogh, Picasso, Gauguin.
Negli anni ’20, invece, nella Lousiana e in particolare nella New Orleans era molto diffusa la marijuana, diffusione che coincide con la nascita della musica jazz.
Come avremmo notato dunque, all’interno del mondo dell’arte, la cultura della droga ha avuto numerosi profeti, teorici e praticanti.
Quindi già in passato, e non solo nell’ambito dell’arte, molti associavano l’utilizzo di droghe e di alcol, alla “genialità”, alla creatività, al potenziamento della capacità percettiva e l’amplificazione delle proprie capacità sensitive.
Comunque sia, secondo quanto affermato su Panorama, l’indagine svolta dallo psicologo, potrebbe essere l’ennesima indagine scientifica che sembra realizzata apposta per creare movimento sui social network, ma resta il fatto che a prescindere dall’ utilizzo di droghe e alcol, la persona intelligente è colei che vuole arricchire e ampliare i propri orizzonti.
L’intelligenza si percepisce nella capacità di comprendere, adattarsi e fronteggiare con successo nuove situazioni e può essere concepita come una capacità di adattamento all’ambiente., ma occorre fare una valutazione razionale dei rischi presenti nel mondo attuale, e non affidarsi solamente all’istinto. Uccidersi di alcol non è segno di intelligenza. E’ importante saper riconoscere i propri limiti.
di Serena Panacchia
1 novembre 2013