Trent’anni di meraviglie. Il telescopio Hubble dal 90 ad oggi
Hubble fa un giro di boa importante: trent’anni dal suo primo lancio, e non perde l’occasione di festeggiare con onore attraverso uno scatto spettacolare, uno dei suoi innumerevoli.
Una lente di ingrandimento sul cosmo
Se oggi conosciamo, o quanto meno abbiamo una certa visione dell’Universo, è anche grazie a questo grandioso telescopio: le foto che ha scattato di galassie, stelle, pianeti e parti dello spazio ci hanno dato l’occasione di godere di immagini assolutamente straordinarie, vertiginose.
Hubble ha plasmato l’immaginazione di un’intera generazione, ispirando non solo gli scienziati, ma praticamente tutti.
Sono queste le parole di Gunther Hasinger, direttore delle attività scientifiche di Esa. Non è un caso se Hubble viene considerato da molti il più importante strumento scientifico mai costruito. Soltanto lo scorso anno, si possono ricondurre ai risultati con esso raggiunti quasi 1000 articoli scientifici pubblicati. 17000 pubblicazioni, se si guarda alla sua intera storia e alle osservazioni (1,4 milioni) finora generate, dalle quali sono stati tratti dagli scienziati di tutto il mondo dati inimmaginabili. Tutto ciò, e non solo, rende Hubble uno dei più fecondi strumenti di osservazione spaziale della storia dell’astronomia, e il cui archivio favorirà ancora per molte generazioni la ricerca.
Prima del suo lancio nel 90, agli astronomi non era chiaro se l’Universo avesse 10 o 20 miliardi di anni; l’osservazione condotta da Hubble sulle stelle pulsanti ha ridotto tale incertezza, e ha permesso di ottenere quanto ora sappiamo, vale a dire che l’età dell’Universo è di 13,8 miliardi di anni. A quel tempo, non si era neppure effettuata alcuna individuazione di un esopianeta, i pianeti che orbitano attorno ad una stella diversa dal nostro Sole. Hubble è oggi il pioniere nello studio di questi mondi lontani, e ne esamina le atmosfere, ne indaga la natura. L’osservatorio ha poi contribuito in modo decisivo a mostrare l’accelerazione dell’espansione del cosmo (scoperta che è valsa un Premio Nobel) e a fornire la prova ultima dell’esistenza di buchi neri supermassicci al centro delle galassie.
Il telescopio del popolo
Viene chiamato «telescopio del popolo», perché ha portato l’Universo nelle case della gente, del popolo. Ora la BBC trasmette uno speciale chiamato «Hubble. Le Meraviglie dello spazio rivelate», a sottolineare quanto questo strumento — noto inizialmente per la sua visione un po’ offuscata, agli inizi della sua missione nel 1990, poi totalmente corretto — abbia contribuito allo studio e alla conoscenza scientifica, una «macchina da scoperta», come è stato definito.
Kathryn Sullivan, astronauta dello Space Shuttle Discovery al momento in cui Hubble è stato lanciato in orbita, il 25 aprile 1990, a 612km, ha raccontato a BBC News:
L’impatto scientifico di Hubble è stato semplicemente immenso. Ma quello che non avevo veramente apprezzato fino a quando non ho iniziato a scrivere il mio libro è stata la misura in cui Hubble — grazie alle sue splendide immagini e alle loro incredibili implicazioni — ha realmente permeato la cultura popolare.
E Antonella Nota, scienziata del progetto Esa, aggiunge: «Questa è una prospettiva entusiasmante per gli astronomi di tutto il mondo, ma soprattutto per quelli in Europa, dove Hubble è stato un’impresa davvero gratificante».
L’ennesimo regalo
Per il suo trentesimo, compleanno, ecco il regalo di Hubble: l’immagine di una incredibile culla di stelle nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, distante circa 163.000 anni luce. È stata soprannominata «Il corallo cosmico», perché sembra assomigliare a un mondo marino. L’immagine ritrae invece la nebulosa gigante NGC 2014 e la sua prossima NGC 2020.
Le due nebulose risultano ben distinte in questa foto, che è stata ripresa nello spettro della luce visibile; fanno invece parte, in realtà, di un gigantesco insieme di formazione stellare, intriso dal bagliore di stelle di dimensioni almeno 10 volte più grandi del Sole. Stelle con vite brevi, vale a dire solo alcuni milioni di anni: molto meno, se confrontate con il periodo di vita del nostro Sole, di 10 miliardi di anni.
A coloro che pensano che Hubble sia giunto ad una veneranda età, si potrebbe rispondere che il telescopio pare ancora molto lontano dalla sua ritirata. La NASA e l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) affermano che vi saranno finanziamenti per il periodo in cui vi sarà produttività.
Gli ultimi telescopi terrestri di otto metri possono certamente pareggiare e superare le potenzialità di Hubble in alcuni settori di osservazione; tuttavia non vi è dubbio che quest’ultimo rimane ineguagliabile nell’osservazione in campo profondo. Basti pensare che grazie ad esso si è raggiunto uno dei risultati più importanti dell’astronomia, a seguito di una osservazione durata giorni e giorni di una ristretta porzione di cielo finalizzata ad identificare l’esistenza di galassie molto lontane ed estremamente deboli.
Sembra certo che il lavoro continuerà per tutto il corso del 2020; il James Webb Space Telescope (JWST), che dovrebbe far seguito ad Hubble, potrebbe essere lanciato l’anno prossimo, e sarebbe in grado, per la sua strutturazione, di osservare il cosmo a lunghezze d’onda più lunghe di quelle attuali. La sua funzione parrebbe però non sostituire quella del predecessore, ma integrarla ed ampliarla. La coppia di telescopi si integreerà per permettere di raggiungere prospettive più profonde. La vita di Hubble sembra, quindi, ancora longeva.
Hubble ci ha regalato visioni stupende dell’universo, dai pianeti più vicini fino alle galassie più lontane che abbiamo mai visto. È stato rivoluzionario lanciare un telescopio così grande 30 anni fa, e questa potenza dell’astronomia sta producendo della scienza rivoluzionaria ancora oggi. Le sue immagini spettacolari hanno catturato l’immaginazione per decenni e continueranno a ispirare l’umanità per gli anni a venire.
Thomas Zurbuchen, NASA