Psicoterratica. Il male del secolo

Otto ore al giorno sotto le luci artificiali dell’ufficio, poi di corsa tra gli scaffali del supermercato, cena e stravaccamento sul divano a guardare le nefandezze delle bagarre in TV. E la domenica? Un concentrato di quello che non si è potuto fare durante la settimana. Una vita sovraffaticata d’impegni, lavori, obblighi.
Non stupisce pertanto che il malessere più comune sia lo stress, una condizione psico-fisica che se prolungata nel tempo sfocia in patologie cardiache, respiratorie, intestinali e via dicendo.
Chi più, chi meno, ne soffriamo un po’ tutti e ne siamo consapevoli.
Quello che invece ignoriamo, è di essere un po’ tutti afflitti dalla psicoterratica, un disturbo psicologico che s’insinua dentro di noi quando ci priviamo per troppo tempo dell’immersione nella natura.
- Foto Cinzia Albertoni
Ad assegnare un nome alla sofferenza causata dalla disconnessione dall’ambiente selvaggio, è stato il professore di filosofia australiano Glenn Albracht che ha creato un nuovo vocabolario per definire la relazione tra salute mentale e ambiente.
Il suo dizionario Earth Emotions: New Words for a New World include termini come ecoagnosia significante l’ignoranza verso l’ecologia e solastalgia il dolore psichico dovuto ai cambiamenti negativi del clima e dell’ambiente, parola usata dagli esperti americani per gli effetti degli incendi in California e degli tsunami indonesiani.
Si occupa di psicoterratica anche la scrittrice Julia Plevin che titola il suo nuovo libro The Healing Magic of Forest Bathing, una guida al bagno nella foresta, inteso come full immersion nei boschi allo scopo di trarne benessere, salute e felicità.
Non si tratta di una cura aleatoria ma scientificamente studiata da alcuni ricercatori giapponesi che indicano nello shinrin-yoku la terapia medica, comparabile con l’aromaterapia, diffusasi in Giappone nel corso degli anni ottanta. Con il Giappone, anche la Finlandia, gli stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada s’interessano al potere curativo delle foreste.
L’effetto rilassante e benefico degli alberi è dovuto agli oli essenziali, chiamati fitoncidi, contenuti nel legno, emessi dalle piante e sparsi nell’aria. Tali oli sono capaci di regolare la pressione arteriosa, abbassare il cortisolo, sbollire la rabbia, aumentare l’energia e la creatività, debellare lo stress, combattere la depressione, potenziare le difese immunitarie.
Gli alberi sono pertanto nostri amici e alleati e non solo devono essere amati e rispettati, ma anche accarezzati, abbracciati, facendo attenzione alle sensazioni tattili che ci pervengono dal toccarne le cortecce, le foglie, le radici aeree, spesso straordinarie sculture naturali. Perché il forest-bathing non dev’essere una toccata e fuga ma un’acuire tutti i sensi per sentirsi parte dell’ambiente naturale e non esserne solo frettolosi frequentatori o semplici spettatori.
Per ottenere grandi benefici, la passeggiata dovrebbe durare almeno 4 ore, per circa 5 km di lunghezza, alternando ai passi soste lungo il sentiero e ripetersi per 3 giorni consecutivi. Pertanto …. prenotate le vostre vacanze in montagna.
Se poi nei vostri percorsi boschivi incapperete in un torrente dalle acque fredde e spumeggianti non privatevi del “rito” di tuffarci dentro i piedi. Pochi secondi e tutta la stanchezza sarà debellata e sarete pronti per riprendere il cammino con energie rinnovate.
- Travignolo. Foto di Cinzia Albertoni