La 359^ Festa di Sant’Efisio: a Cagliari si rinnova il voto in onore del Martire guerriero
È l’alba, quando Cagliari inizia a popolarsi, i primi ad arrivare sono i fedeli che partecipano alla processione con l’abito tradizionale sardo, arrivano da tutta l’isola per partecipare a una delle feste religiose più importanti della Sardegna: la festa di Sant’Efisio Martire. Nel frattempo nella Chiesetta a lui dedicata, nel cuore di Cagliari, nel quartiere Stampace iniziano le celebrazioni in suo onore: al suo interno è un lungo susseguirsi di fedeli fanno la fila per poterlo “salutare” all’interno del suo cocchio di gala collocato al centro della navata. Con tanta umiltà e commozione a lui i fedeli si avvicinano a lui per invocare una preghiera, una grazia, un semplice saluto.
Intanto lungo le vie del centro di Cagliari è iniziata la processione: prima le splendide traccas, gli antichi carri trainati dai buoi, ornati a festa con spighe di grano, fiori, tappeti preziosi e sopra i fedeli in costume sardo che intonano i “trallallera”, tipici canti delle feste sarde. A seguire il lungo corteo dei fedeli con l’abito tradizionale sardo, in rappresentanza di 90 comuni della Sardegna. Un fiume di colore, suoni e fede: stoffe preziose, alcune delle quali antiche, abilmente e pazientemente cucite dalle sarte e portate con fierezza e orgoglio da uomini e donne di Sardegna. I gioielli in filigrana decorano il tutto mentre si prosegue la processione recitando il Santo Rosario in sardo o intonando “Is Goccius”. Dietro di loro i cavalieri campidanesi e i miliziani a cavallo.
Dopo la messa dell’Alter nos, il Santo è portato fuori dalla Chiesetta di Stampace e trainato dai buoi ornati a festa e segue la processione iniziata ormai da circa tre ore. Dinanzi a lui la Guardiania, guidata dal Terzo Guardiano Agostino Murtas, che è il principale responsabile della festa e della sua organizzazione, hanno il ruolo di scorta d’onore del Santo. Segue l’Alter Nos, Matteo Lecis Cocco – Ortu, anche lui a cavallo col “Toson d’oro” e la fascia tricolore in rappresentanza della Municipalità di Cagliari, saluta la folla sollevando il cilindro dal capo. Il suono delle launeddas è sempre più forte perché dopo l’Arciconfraternita del Gonfalone con le consorelle e i confratelli segue il cocchio di Sant’Efisio che pare essere spinto dalla folla di fedeli alle sue spalle, Dai balconi, lungo le strade del percorso, vengono lanciati petali di fiori profumati, mentre dai marciapiedi stracolmi di persone partono gli applausi a festeggiare il suo passaggio.
Ancora tanti fedeli si uniscono alla processione dietro al Santo, al suo arrivo in via Roma, dinanzi al Municipio di Cagliari la strada è diventata un tappeto di petali di rosa ed essenze odorose pronto ad accogliere il Santo, a salutarlo anche il suono delle sirene delle navi di fonda nel porto e ancora petali di rosa gettati dai fedeli in costume dal balcone del palazzo Baccaredda . Emozioni, fede, devozione, colori, suoni, profumi raggiungono il culmine in questo passaggio da qui Sant’Efisio e come se salutasse la sua città per continuare il suo cammino verso i luoghi del martirio a Nora. Un grande saluto e un arrivederci tra quattro giorni, quando il Santo, dopo il lungo pellegrinaggio, in un’atmosfera più intima, ma sempre suggestiva farà il suo rientro nella sua Chiesa di Stampace. E solo allora si potrà decretare lo scioglimento del voto a Sant’Efisio per la 359^ volta.
Marilena Tuveri
2 maggio 2015