60 anni del Piper, tempio della beat generation

Il 17 febbraio 2025, il Piper di via Tagliamento a Roma celebra i suoi 60 anni, un traguardo che segna un capitolo unico nella storia della musica e del costume italiano. In questo anniversario, il club romano, che è stato un faro per la cultura giovanile negli anni ’60 e ’70, si trasforma in un luogo di nostalgia, ma anche di celebrazione di un’epoca che ha profondamente segnato il nostro Paese. Il Piper è stato molto di più di un semplice night club; è stato un autentico laboratorio del Nuovo, un punto di riferimento per le tendenze e la musica giovanile che si affacciavano sul panorama italiano.
“Quel periodo segnò la scoperta del ‘giovane’, il trionfo del mondo beat, dello ye ye, e delle nuove mode, balli e stili”, ha dichiarato uno degli storici del locale. Il club di via Tagliamento, con la sua atmosfera di sperimentazione, è diventato il cuore pulsante di una gioventù che si stava distaccando dalle generazioni precedenti, in cerca di nuove forme di espressione. La sua importanza non può essere sottovalutata: in un Paese poco avvezzo a costruire miti sul proprio intrattenimento, il Piper è stato un’eccezione che ha dato vita a un’icona che, ancora oggi, vive nella memoria collettiva. Le canzoni che accompagnavano quelle serate, che un tempo erano la colonna sonora di un cambiamento epocale, sono oggi simboli di nostalgia, ma anche testimonianze di un periodo irripetibile per l’Italia.
Quando il Piper aprì le sue porte il 17 febbraio 1965, divenne immediatamente il punto di riferimento per i giovani romani e non solo. Il club si inseriva in una tradizione di locali che, da Londra a New York, da San Francisco a Los Angeles, avevano segnato il fermento culturale degli anni ’60. Il Piper di Roma non era solo un luogo dove si andava per ballare, ma un autentico centro di aggregazione per una generazione che voleva vivere la musica come una forma di libertà e di affermazione. Al Piper si esibivano i gruppi più iconici dell’epoca, dai Rokes agli Equipe 84, ma anche band internazionali come i Pink Floyd, i Procol Harum, e i Byrds. Il club divenne una fucina di suoni e stili che spaziavano dal beat al progressive, una scena musicale che rimarrà nella storia.
Ma il Piper era anche il luogo dove incontrarsi, dove i “capelloni” potevano fuggire dalle convenzioni sociali e dai genitori per entrare in un mondo fatto di musica, abbigliamento alla moda e atmosfere da “Swinging London”. Non si può parlare del Piper senza menzionare la sua influenza sulla moda giovanile. Per entrare al club, infatti, era necessario un look specifico, una sorta di codice stilistico che diventava parte integrante dell’esperienza. Per le ragazze, la minigonna era un must, mentre i ragazzi si vestivano con pantaloni alla moda, comprati nei negozi più trendy o fatti su misura. La Carnaby Street londinese, simbolo del cambiamento stilistico di quegli anni, era l’ispirazione per molti di loro.
Il Piper era anche la casa di artisti e icone della musica e dello spettacolo. Personaggi come Renato Zero e Loredana Bertè facevano parte del gruppo di ballerini di Rita Pavone, mentre la “ragazza del Piper” Patty Pravo dominava le serate. Il club ha visto passare artisti leggendari, dai grandi nomi della musica italiana a stranieri che cercavano fortuna in Italia, come Mal dei Primitives e Pick Withers, il batterista che avrebbe poi raggiunto la fama nei Dire Straits. Un altro aspetto che ha reso il Piper un luogo leggendario sono stati i concerti che vi si sono tenuti. I mitici live dei Pink Floyd, dei Procol Harum e dei Byrds sono solo alcune delle esibizioni che hanno contribuito a fare del Piper un tempio della musica. Inoltre, la rivalità con il Titan, un altro club rock di Roma, ha reso ancora più affascinante l’atmosfera di quegli anni. Al Titan, infatti, si tenevano le jam session indimenticabili di Jimi Hendrix, subito dopo i suoi concerti al Teatro Brancaccio, che costituivano una parte essenziale della scena musicale romana.
Per festeggiare i 60 anni del Piper, domani si terrà una grande festa che riproporrà le atmosfere degli anni ’60, con dj storici del locale, l’orchestra di Alberto Laurenti che suonerà i grandi classici di quegli anni, e ragazze vestite con il look d’epoca. Non mancherà una sfilata di personaggi noti che hanno vissuto in prima persona quel periodo straordinario. Questa celebrazione non è solo un ritorno al passato, ma un tributo a un’epoca che ha cambiato per sempre la musica, la cultura e lo stile di vita dei giovani italiani. Il Piper non è stato solo un club, ma un simbolo, una fucina di talenti, un punto di incontro per chi voleva vivere la musica in modo autentico. E oggi, a distanza di 60 anni, rimane uno dei luoghi più significativi della storia della cultura giovanile del nostro Paese.