Storia di un paese, la Slovacchia

Il giorno della fondazione della Repubblica Slovacca si festeggia il 1º gennaio e celebra la nascita della Repubblica di Slovacchia, avvenuta il 1º gennaio 1993, in seguito alla scissione della Cecoslovacchia e alla Dichiarazione d’indipendenza della Repubblica Slovacca. Nacquero, in pratica così, due repubbliche autonome e indipendenti: la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca. Figure di spicco, nell’epoca della scissione, furono Václav Klaus (politico ceco e Primo ministro della Cecoslovacchia e il primo della Repubblica Ceca) per la prima e Vladimír Mečiar (un politico slovacco, leader del Partito Popolare – Movimento per una Slovacchia Democratica)
Nel XIX secolo si affermò un accentuato senso di identità slovacca che si manifestò sia nella poesia e nella formazione di una lingua indipendente sia nella lotta per l’indipendenza, grazie anche all’eroe nazionale Ľudovít Štúr. La ricorrenza nazionale è una delle più sentite festività della nazione e anche, se in coincidenza col giorno del capodanno, viene ricordata con diverse iniziative volte a commemorare la nascita ma soprattutto l’indipendenza della Repubblica.
Ľudovít Štúr
Ľudovít Štúr, conosciuto al suo tempo con il nome di Ludevít Velislav Štúr (Uhrovec, 28 ottobre 1815 Modra, 12 gennaio 1856), è stato un linguista, poeta e giornalista slovacco. Codificò la lingua slovacca secondo le parlate della Slovacchia centrale e organizzò i volontari slovacchi durante l’Insurrezione slovacca del 1848 contro il regno d’Ungheria. Fu anche politico, editore, professore e filosofo.
All’inizio dell’anno 1843 Ľudovít Štúr confidò ai suoi più stretti sodali di voler riunire cattolici ed evangelici slovacchi sulla base di un’unica lingua letteraria. Infatti i cattolici avevano adottato la lingua slovacca codificata da Anton Bernolák (bernolákovčina) sulla base dei dialetti della Slovacchia occidentale più simili al ceco, mentre gli intellettuali evangelici usavano come lingua letteraria il ceco biblico che risaliva al XV secolo. Štúr scelse invece come fondamento i dialetti della Slovacchia centrale, soprattutto per la loro diffusione, genuinità e comprensibilità. L’unificazione degli Slovacchi si sarebbe dovuta realizzare attraverso l’associazione nazionale e interconfessionale Tatrín. Così avvenne la definizione di una lingua slovacca.
Indipendenza e primi attriti
Dopo il colpo di stato del febbraio 1948, il Partito Comunista Cecoslovacco (KSČ) prese il potere con Inizialmente una dittatura stalinista. Negli anni ’60 ci fu la liberalizzazione nella parte slovacca del paese dopo che Alexander Dubček divenne il primo segretario dei comunisti slovacchi nel 1963. All’inizio del 1968 Dubček divenne anche il leader dell’intero KSČ, avviando il periodo della cosiddetta Primavera di Praga. L’eccessivo distaccamento della Cecoslovacchia dal governo di Mosca portò alla repressione tramite l’invasione daparte del Patto di Varsavia, cui parteciparono tutti i Paesi del blocco ad eccezione di Albania, Germania Est e Romania. Il successore di Dubček, Gustáv Husák, perseguì un riallineamento filo-sovietico del Paese, che fu chiamato dalla propaganda “Normalizzazione”. Husák attuò un solo punto del programma riformatore di Dubček, ovvero la federalizzazione dello Stato, che divenne così costituito dalla Repubblica socialista ceca e dalla Repubblica socialista slovacca.
Dopo l’indipendenza, il primo ministro Vladimír Mečiar ha dominato la politica slovacca fino al 1998 e il suo governo è diventato gradualmente sempre più autoritario, soprattutto dopo la sua vittoria alle elezioni del 1994. Riguardo la politica economica Mečiar ha rifiutato di aprire completamente l’economia slovacca, come richiesto dall’Occidente, e non ha favorito le aziende straniere nelle privatizzazioni, ma principalmente quelle slovacche e per lo più vicine al suo partito. Riguardo la politica estera, Mečiar ha fatto avvicinare la Slovacchia all’Unione europea e nella NATO, ma allo stesso tempo desiderava mantenere un equilibrio tra Russia e Occidente nell’orientamento della politica estera. Tuttavia, poiché le sue politiche interne ed economiche violarono ripetutamente le linee guida occidentali, la Slovacchia si avvicinò sempre più alla Russia e si isolò dall’Occidente
Europa e Nato
Il governo di Mikuláš Dzurinda, salito al potere dopo le elezioni del 1998, avviò un’apertura globale dell’economia slovacca agli investitori stranieri e ha avviato misure di austerità su larga scala nel settore pubblico. La politica estera era concentrata esclusivamente sugli Stati Uniti e sull’UE, ma l’adesione a questa e alla NATO avvenne solo nel 2004, dopo che Dzurinda riuscì nuovamente a prevalere nelle elezioni del 2002. Nel suo secondo mandato il governo attuò una politica fortemente neoliberista, in base alla quale la Slovacchia è diventata il primo paese in assoluto a introdurre una flat tax del 19%. Il governo Dzurinda è stato elogiato come un governo riformista nei paesi occidentali, ma ha dovuto affrontare un crescente malcontento tra la popolazione slovacca a causa dei suoi tagli sociali.