Malta terra irredenta
Quando si ricordano i fasti della storia d’Italia a cavallo tra le due Guerre, è facile far risalire il termine irredentismo alle terre a nord dello stivale, che solo successivamente vennero integrate. Il sud, geograficamente appartenente al Regno già dai tempi della spedizione dei Mille, una volta sottratto ai Borbone sembrava essere questione risolta. I libri di Storia però, tralasciano spesso le sorti di un’isola seconda alle altre solo per estensione, ma di certo non per importanza.
La storia di Malta affascina più di molte altre e l’origine del nome stesso rimane ancora un mistero: fenicia, greca, poi cartaginese, infine romana. Già la storia antica ci lascia intravedere uno stretto legame con le italiche terre, ancor più con la Sicilia, con la quale è evidente una fratellanza millenaria. È infatti sotto la corona normanna di Ruggero d’Altavilla che Malta si unisce ai vasti territori della Contea di Sicilia, a partire dal XII secolo; senza mai dimenticare il precedente dominio arabo.
Il Medioevo la vede roccaforte della cristianità in un mondo dove la scomunica di un imperatore era arma infallibile e la redenzione passava solo dai suoi porti, da cui le navi veleggiavano verso oriente per la conquista del Santo Sepolcro. È in questo periodo che l’isola affonda ancora di più le sue radici nella cultura occidentale, legando il suo destino ai cavalieri Ospitalieri in fuga da Rodi; la sua veste porta i segni dell’arte orientale ma il suo cuore batte sempre più a ovest fino alla strenua difesa del mondo europeo, durante l’assedio del 1565 voluto da Solimano il Magnifico intento a crearsi un avamposto per minacciare l’Occidente.
Poi la breve egemonia napoleonica e il successivo protettorato britannico posero l’isola in condizione di alimentare sempre più le braci di un’indipendenza tanto agognata. Qui si situa l’irredentismo italiano, quel profondo desiderio di ricongiungimento con la nuova Italia e ancor di più con la Sicilia. La longa manus britannica però non ha mai lasciato spazio a ulteriori ingerenze politiche fin quando, nel 1964, i maltesi, autodeterminandosi, proclamarono la propria indipendenza dal Regno Unito. Al giorno d’oggi, i rapporti diplomatici restano il giusto dialogo tra l’isola e gli altri stati, ma nella sua lingua riecheggia ancora il nostro passato comune.
Il maltese, infatti, è una lingua di matrice semitica, il cui viaggio si intreccia con la misconosciuta lingua siculo-araba. L’influsso dell’italiano moderno è più che evidente, grazie soprattutto al lavoro svolto da radio e tv negli scorsi decenni; l’inglese dopo il lungo rapporto intrattenuto con l’isola ha anch’esso influenzato una delle lingue franche più affascinanti dell’Unione Europea.
Oggi, visitare Malta significa rivivere un passato comune che ci unisce sin dall’antichità, il caleidoscopio delle culture mediterranee trova nell’isola un diorama unico in grado di affascinare per l’incredibile capacità che ha di coniugare passato e futuro.