Streghe: secoli di scura lucentezza
Strega: dal latino striga e stryx, con corrispondente nel greco stryx, strygòs che sta per “strige, barbagianni, uccello notturno”, è fin dalla notte dei tempi una figura femminile dai poteri magici, mistici atteggiamenti, è sicuramente una donna che ha fatto dei patti col maligno.
Il vero il processo e caccia alle streghe caratterizza il Seicento e inizi Settecento, quindi non siamo più nel Medioevo, fu il periodo dove la Chiesa si ritrovò al contrario della società che andava verso un pensiero illuminista, ad essere molto più superstiziosa di quanto non fosse stata in passato. Venivano processate tutte quelle persone che venivano denunciate per comportamenti ritenuti anormali, spesso pratiche erboristiche e naturalistiche, considerate di tradizione pagana e quindi per questo legate a pratiche demoniache. Nel saggio “Medioevo superstizioso” Jean-Claude Schmitt fa notare come prima del 1400 la Chiesa non era mai stata tendente a credere a pratiche stregonesche di alcun tipo, vi erano già resoconti dove si documentavano le pratiche antiche, spesso nelle campagne, ma nessuna di queste veniva demonizzata, né perseguita come sarebbe accaduto dopo, né tanto meno si parlava del Sabba che sarebbe poi arrivato per la prima volta solamente verso fine 400 e che caratterizzerà i due secoli successivi.
Le accuse potevano venire da chiunque, e di solito si basavano sul fatto che la persona sospettata avesse comportamenti considerati immorali, strani o lesivi degli Status Quo. L’inquisizione ( ma sarebbe più giusto dire “Le inquisizioni”, perché vi erano differenti apparati) erano uno strumento politico, atto ad estirpare il dissenso, cancellare le differenze e controllare le masse.
La storia delle streghe ha origini antichissime: sa di innocenza, sensualità e gramigna; l’esperienza umana sarebbe di certo più noiosa privata dall’esistenza di queste donne.
L’8 marzo 1972 a Roma non meno di ventimila donne invadono Campo de’ Fiori, l’unica piazza della Capitale senza una chiesa e dove Giordano Bruno fu bruciato vivo: data e luogo simbolici, sotto l’urlo di “Tremate, tremate, le streghe son tornate “. Sono gli anni delle prime lotte femministe, quelle che seguono il sessant’otto.
La parola strega è provocatoria urlata nelle piazze da orde di donne, il suo misticismo è urticante agli occhi degli uomini; come urticanti restano- ancora oggi- tutti quei comportamenti non domestici.
In quegli anni la figura femminile era pronta e volenterosa a voler squarciare l’immagine tanto idolatrata dal patriarcato: una donna madre, devota, moglie, fedele alla casa, senza nessun genere di guizzo mentale o dell’animo.
Totalmente amorfa verso l’arte, la curiosità e l’universo istrionico, marcato a fuoco dal maschile secoli.
Prima delle questioni sociali e della parità lavorativa, le donne hanno dovuto lottare secoli anche sulla libertà d’atteggiamento, lotta che ancora sembra non finire, basti pensare che un attacco di panico, un disordine mentale un amore non controllato dalla famiglia o la passione verso discipline non considerate femminili erano valide motivazioni per finire per sul rogo, e in un epoca più recente un manicomio per sempre.
Le streghe sono rappresentante sempre libere, non accompagnate mai dalla figura maschile.
Che sia stravaganza o magia, atti bizzarri o splendenti disordini mentali, la società privata delle streghe, come oggi possono intendersi nel 2024, sarebbe una società del tutto analfabeta, saccheggiata dalla propria storia ed educazione, opaca e noiosa. Non c’è storia senza esse. Né principesse o regni.
Ben vengano dunque le streghe e i loro incantesimi, ben vengano le donne con codici indecifrabili al comune occhio umano, ben vengano non solo per Halloween ma per tutto l’anno che ne resta.
Vere non saranno le loro magie, ma che ci crediamo è cosa ovvia.
Adorabile strega, ami tu i dannati?
Dimmi, conosci l’irremissibile?
Conosci il Rimorso dai dardi avvelenati
Cui il nostro cuore serve da bersaglio?
Adorabile strega, ami tu i dannati?
(Charles Baudelaire)