Luca Panichi: toccare il paradiso, nell’inferno dello Stelvio

Il secondo appuntamento di “Sportivamente” ci porta sulle rampe del mitico Passo alla scoperta di un atleta fuori dal comune che vi invitiamo caldamente a scoprire affinché possa esservi di esempio in ogni momento della vita.
Sabato 26 maggio, penultima tappa del 95° Giro d’Italia. I ciclisti attraversano, nella giornata decisiva, alcuni degli angoli più suggestivi e leggendari delle Dolomiti: Passo dell’Aprica, Tonale, Mortirolo e Stelvio. Un pezzo di storia che passa sotto le ruote della carovana di un Giro forse mai tanto modesto come quest’anno.
Negli ultimi 17 km però c’è una storia ad illuminare le ore che precedono l’arrivo della “corsa rosa”, quella di un ex ciclista che porta dentro di sé l’amore per uno sport dai valori tanto alti almeno quanto le inviolate vette delle Alpi Retiche. Un ex ciclista la cui passione fu spezzata da una macchina nel lontano 1994, durante il cronoprologo del Giro Internazionale dell’Umbria. In quel giorno, a Viterbo, una lesione spinale fece scendere definitivamente di sella Luca Panichi, spegnendo ogni speranza di diventare un affermato ciclista…ma non riuscì a sopire la sua passione per le salite. “Il ciclismo è salita” ci confessò dalla sua carrozzina durante un allenamento ad Assisi e così forte era la passione che questa convinzione non venne minimamente scalfita dal tragico evento di quel giorno. Due Giri d’Italia dilettanti avevano formato l’atleta, che si misurava spalla a spalla con nomi del calibro di Marco Pantani e Gilberto Simoni. Cosa formò l’uomo non ci è dato sapere, ma probabilmente fu lo stesso ciclismo a portare avanti questo lavoro attraverso la fatica, il sacrificio, la tenacia. La vita non si fermò per Luca in quel 1994; piuttosto iniziò una nuova avventura, fatta di prospettive differenti, di piccole difficoltà di tutti i giorni, di rapporti e proporzioni del tutto stravolti ma pur sempre affrontati a testa alta e con ostinazione.
“Nonostante l’incidente ho avuto la fortuna di recuperare una forma fisica invidiabile”. Queste parole dette all’uscita di un tornante dello Stelvio anticipano la nuova avventura di Luca. Nel 2009 capita infatti che una “lucida follia” lo spinse ad affrontare la salita del Blockhaus, arrivo della 17° tappa del Giro e capitò anche che la Rai intercettò l’arrivo, mandando in diretta le immagini. Una soddisfazione tanto grande non fece altro che rendere consapevole Luca del grande messaggio che poteva trasmettere con queste sue imprese… ma come ogni buon ciclista che si rispetti lo stimolo e la gratificazione personale erano un punto fermo della determinazione dimostrata nelle scalate. L’impresa si ripeté negli anni a seguire, sul Terminillo, sul Tonale, sul Grossglockner…quest’anno è stata la volta del “Gigante” del Giro, della Cima Coppi: Passo dello Stelvio a 2757 metri. I dati della salita lasciano esterrefatti anche solo a leggerli: 37 tornanti, 1500 metri di dislivello, 21.5 km di ascesa, pendenza media al 7.1% e punte al 12%. Pensare di affrontare tutto questo su di una carrozzina non può che essere definita come sana e lucida follia.
“Tale salto di qualità si è realizzato grazie al prezioso apporto di Lucio Saccarelli, produttore di materiale da ciclismo del comune di Marsciano, il quale nei primi mesi dello scorso anno mi ha fatto costruire una carrozzina in fibra di carbonio da uno dei suoi collaboratori. Per la scalata del Passo dello Stelvio, ho individuato però un nuovo telaio in carbonio che mi hanno consegnato pochi giorni fa e che è stato costruito presso la ditta Progeo di Treviso, costruttrice di carrozzine. Il tempo della scalata dei 19-20 chilometri dovrebbe aggirarsi sulle 8-9 ore, per cui, oltre la preparazione fisica, anche il mezzo diventerà decisivo. Fondamentale sarà la tabella di marcia anche sotto il profilo alimentare e di dosaggio dello sforzo”.
Il giorno 26 maggio 2012 Luca parte alle 6:30 da Santa Caterina Valfurva in direzione del 37° tornante del passo dello Stelvio, versante lombardo. Dopo una breve preparazione, la partenza, alle ore 7 in punto, seguito in tutto e per tutto dal suo fidato team di amici, parenti e tecnici. Pronti, via e il ritmo è subito infernale: il lungo allenamento sulle strade umbre sembra avere il suo effetto e Luca sale, volando tra i primi tornanti ancora avvolti nel silenzio tipico dell’alba di montagna. Le prime piccole carovane di ciclo amatori iniziano a farsi vive e passano accanto a Luca , incitandolo, con il medesimo obiettivo: conquistare la vetta dello Stelvio per pura soddisfazione personale. La montagna a poco a poco si sveglia e la folla diventa sempre più importante salendo verso i 2757 metri del passo: dopo le gallerie scavate nella roccia viva si apre dinnanzi il muro di tornanti che caratterizzano il Passo dello Stelvio. Una cartolina imperdibile. Panichi sale di gran lena, con qualche minuto di anticipo sulla tabella di marcia prestabilita e, passato il punto più duro, è la volta del Pian di Grembo, un lungo rettilineo che consente di rifiatare un poco in vista del gran finale.
Gli ultimi 3 km di salita, i più duri, sono una lunga passerella, faticosa, interminabile ma piena di soddisfazioni: i ragazzi di Brescia che lo circondano, gli stranieri che lo applaudono, le ammiraglie che si fermano curiose a controllare chi sia questo “lucido pazzo”…l’incitamento che proviene dalla folla probabilmente spinge Luca e il suo team oltre lo sforzo e la fatica prestabilita, concedendo anche qualche bella immagine agli obiettivi che spuntano ai lati della strada. Qualche sosta per raccogliere i meritati applausi che ricaricano le batterie, altrimenti prosciugate; poi il bagno tra la folla stipata in ogni angolo del Passo dello Stelvio. All’arrivo l’adrenalina spinge l’atleta a chiedere strada per poter continuare, ma ormai l’impresa è conclusa.
Sotto lo striscione dell’arrivo ci sono le telecamere di Marsciano7 a riprendere l’evento che porta l’Umbria e la provincia di Perugia sulla Cima Coppi del 95° Giro. Luca Panichi si candida come uno dei pochi campioni presenti in questo mediocre Giro d’Italia…
Grazie al connubio tra 2Duerighe e Marsciano7 è stato possibile vivere (e rivivere) questa straordinaria avventura che ha portato l’eccellenza umbra in vetta al Giro, mentre è stato fatto passare un messaggio straordinario, quello che fa del ciclismo l’ultimo sport rimasto veramente popolare: “dedico questa impresa a Fabio Casartelli, a mio padre e a Marco Pantani…a tutti quelli che credono che nel ciclismo ci sia qualcosa di più grande. Il ciclismo diventa favoloso e meraviglioso quando riesce a farti vivere il limite della tua fisicità, spostandolo in avanti, senza mai utilizzare scorciatoie artificiali, ma vivendo la prestazione con il massimo del rispetto, della passione e della sana, gioiosa esaltazione dello spirito agonistico e della volontà di migliorarsi”.
Grazie Luca, è stato un onore essere al tuo fianco.
[guarda il reportage completo all’indirizzo http://www.marsciano7.it/puntata.php?id_puntata=87 ]
guardate il video dell’impresa dal canale Youtube di 2Duerighe: http://www.youtube.com/user/2duerighetv?feature=guide
Luca Bolli
31 maggio 2012