La Disgrafia

Un particolare settore della grafologia che interessa prevalentemente le grafie infantili ma riguarda anche giovani ed adulti che si definiscono “disgrafici” è la Rieducazione della Scrittura.
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in assenza di deficit intellettivi e neurologici, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura che sono il rivelare se stessi e il farsi capire.
Il disturbo si manifesta in vari modi: scarsa leggibilità; lentezza e stentatezza; disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici; scarso controllo del gesto; confusione e disarmonia; rigidità ed eccessiva accuratezza; difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari.
Va individuata precocemente in quanto tende a peggiorare nel tempo e può avere riflessi sullo sviluppo della personalità. La disgrafia infatti generalmente incide negativamente sul rendimento scolastico, innescando sentimenti di delusione, scoraggiamento e demotivazione.
Si può prevenire durante la scuola dell’infanzia attraverso l’esame della grafomotricità e la proposta di esercizi ed attività ludiche preparatorie al gesto grafico nonché durante il primo ciclo della primaria attraverso una adeguata modalità di insegnamento e consolidamento della scrittura.
La scrittura disgrafica necessita di un intervento specialistico tempestivo.
Si può rieducare con tempi, metodi e tecniche adeguate, dopo aver effettuato una anamnesi completa del soggetto disgrafico (bambino, adolescente o adulto) condotta attraverso il colloquio, in età scolastica con i genitori e l’insegnante; l’esame della motricità generale, della scrittura e del disegno.
Questi strumenti consentono al rieducatore di individuare le cause delle difficoltà grafomotorie e di predisporre un intervento personalizzato.
Così come è possibile valutare l’età grafomotoria di un ragazzo in modo oggettivo, è altrettanto oggettivo il metodo di rilevazione della disgrafia attraverso la scala D messa a punto dall’equipe di Ajuriaguerra. Tale scala, che non tiene in considerazione dell’età anagrafica del ragazzo perché la disgrafia presenta peculiarità specifiche che non sono in relazione con l’evoluzione della scrittura, è composta da 25 item divisi in tre gruppi: cattiva distribuzione nello spazio, mal destrezza, errori nella forma e nelle proporzioni. Una volta diagnosticato il disturbo nella sua specificità, è possibile valutare l’opportunità e la modalità dell’intervento grafoterapeutico. Quest’ultimo e le sue modalità destano un interesse sempre più alto a scuola e nelle famiglie con bambini dato l’aumento di tale problematica. Problematica del resto risolvibile, nella maggior parte dei casi, con una serie di sedute rieducative alle quali si sottopongono anche persone adulte per il semplice desiderio di migliorare graficamente la loro scrittura rendendola più “gradevole” e leggibile.
Rossana Agnolin
5 aprile 2013