La lateralizzazione della mano

La lateralizzazione è il processo con cui la dominanza emisferica cerebrale si esprime, a livello corporeo, determinando una maggiore quantità di energia (tono) di una parte del corpo rispetto all’altra.
E’ un processo che, pur cominciando ad instaurarsi già al momento della nascita in quanto legato al codice genetico, è tuttavia sottoposto anche a pressioni sociali. La Du Pasquier-Grall parla di due specie di lateralità:
* una lateralizzazione assiale del tronco, innata, definita come lateralizzazione dell’apparato neurologico deputata al movimento spontaneo;
* una lateralizzazione periferica, che riguarda l’uso corrente degli arti. Questo tipo di lateralizzazione si instaura progressivamente e risente delle influenze sociali, delle abitudini e dell’uso degli oggetti.
Se queste due lateralità concordano abbiamo destrimani e mancini completi.
Può capitare, però, che le due lateralità non coincidano.
Infatti, esistono molte persone con lateralità innata orientata verso il mancinismo, mentre la lateralità periferica è orientata verso il destrismo.
L’inverso è molto raro, trovare cioè persone con un destrismo innato e che si comportano come mancini nelle attività quotidiane.
Questo è dovuto al fatto che non c’è nessun incoraggiamento da parte dell’ambiente verso il mancinismo.
La Du Pasquier-Grall sottolinea comunque che tale discordanza tra lateralità di base e lateralità d’uso non porta a nessuna caratteristica patologica.
Afferma che non c’è da preoccuparsi se un bambino usa la mano destra per alcune attività abituali e la mano sinistra per altre.
Questo aspetto è solo un segno della flessibilità che riguarda l’organizzazione della lateralità d’uso.
Per scoprire la lateralità innata si effettuano alcuni movimenti che partono dall’asse del corpo:
* sovrapporre le braccia tese in avanti;
* incrociare gli indici delle mani;
* mettere le due mani una sopra l’altra con il pugno chiuso.
Nei destrimani il braccio o la mano destra si mettono al di sopra del sinistro e viceversa nei mancini.
Per determinare la lateralità d’uso vengono proposte una serie di attività raccolte in una forma completa e in una ridotta.
La forma completa è costituita da 20 item che permettono di capire la lateralità usuale attraverso gesti fini quali avvitare un tappo, cucire, sfregare un fiammifero, tagliare un foglio, lucidare una scarpa, travasare un liquido da un contenitore all’altro e così via.
La forma ridotta, invece, comprende 10 item tra i più caratterizzanti di quella completa.
Con questo tipo di prove si chiede al soggetto di eseguire le prestazioni sopra descritte annotando la mano usata per effettuarle.
Il test ridotto dà la tendenza di base, mentre quello completo la conferma o la attenua.
I risultati di questi test evidenziano cinque categorie all’interno dei mancini e dei destrimani:
* mancini puri;
* destrimani puri;
* mancini elastici ( qualche item viene effettuato con la destra );
* destrimani con lievi tratti di mancinismo ( qualche item è effettuato con la sinistra );
* ambidestri : in questa categoria rientrano coloro che usano indifferentemente le due mani per scrivere, fatto estremamente raro, spesso occorre fare attenzione in quanto si tratta semplicemente di bambini mal lateralizzati.
La lateralizzazione non è sempre così lineare: essere destrimani non implica una dominanza armonica di tutta la parte destra del corpo.
Quindi, per completare l’esame della lateralità è opportuno prendere in considerazione anche il piede e l’occhio.( continua)
di Rossana Agnolin
17 luglio 2013