Da Gaza alla tutela della libertà di comunicazione, parla Luca Ciriani

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha risposto dall’Aula di Montecitorio a interrogazioni sulle iniziative, anche in sede europea ed internazionale, a tutela della libertà di comunicazione e informazione, in relazione alla recente vicenda dell’utilizzo di programmi informatici “spia” a danno di giornalisti e attivisti della società civile.
“Il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque, in questi giorni, lo ha direttamente accusato di aver spiato i giornalisti” incalza il ministro nel discorso di apertura in aula e prosegue: “Come tutti hanno potuto constatare, finora il Governo non ha spiato giornalisti, ma se mai li ha portati in salvo”.
Ha poi affrontato anche altri temi: Gaza, Israele, questione migranti in Albania e il caso recente della sicurezza tecnologica.
Le agenzie di intelligence
Le agenzie di intelligence, viene sottolineato, “rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124. Questo rigoroso rispetto vale anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura”. “Va dato atto che la società Paragon Solutions (la società israeliana accusata di spionaggio) ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione”
La posizione del Governo su Gaza
Il question time in parlamento prosegue poi su altre tematiche. Assente in aula, Tajani usa come porta voce Ciriani che stabilisce la posizione del governo su Gaza, sui possibili accordi e la soluzione di Trump verso i palestinesi: “La posizione del Governo è molto chiara: l’unico orizzonte possibile resta quello dei due popoli, due Stati che convivano in pace e sicurezza. Altre soluzioni non ce ne sono. Per questo, continuiamo a mantenere stretti contatti con la nuova amministrazione americana, con i partner europei e con tutti i principali partner regionali, a partire da Egitto e Giordania”
“Certamente Hamas non può tornare a controllare la Striscia” sentenzia il ministro che poi offre l’unico scenario possibile per una pace duratura: “La popolazione di Gaza ha già pagato un prezzo troppo alto per la sua follia terroristica. Come è stato ribadito nei giorni scorsi al ministro israeliano Sa’ar. La priorità è sostenere in ogni modo il consolidamento del cessate il fuoco, a cui si accompagna il forte impegno per la ricostruzione materiale e sociale della Striscia. Soltanto un Governo palestinese forte potrà tornare a esercitare la propria sovranità su Gaza, anche con il supporto di una missione internazionale a guida araba sotto l’egida delle Nazioni Unite, cui siamo pronti a partecipare”