Perché Spano si è dimesso: dalla puntata di Report all’astio di Fdi
Francesco Spano si è dimesso dal ruolo di capo di gabinetto del Ministero della Cultura, mettendo un punto all’incarico durato 11 giorni e conferitogli dal Ministro Alessandro Giuli.
In una lettera indirizzata proprio a quest’ultimo, Spano si è così espresso: “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”.
Le cause sarebbero le anticipazioni sulla puntata di Report, che andrà in onda domenica 27 ottobre su Rai 3.
Francesco Spano: il passato nell’Unar
Francesco Spano è stato nominato capo di gabinetto del Ministero della Cultura (sostituendo Francesco Gilioli) da Alessandro Giuli, il successore di Sangiuliano, il 14 ottobre.
Spano è anche l’ex direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), che anni fa è stato al centro di un’inchiesta delle Iene. L’Unar avrebbe infatti finanziato alcune associazioni LGBTQ+, che organizzavano rapporti sessuali a pagamento.
La responsabilità di Spano è stata esclusa dalla Corte dei Conti, ma la vicenda ha comunque gravato sulla sua reputazione, oltre a rendere pubblica l’omosessualità del medesimo, che non è andata a genio a Fdi.
Le dimissioni: l’inchiesta di Report
L’inchiesta di Report, prevista per domenica 27 ottobre, riguarda invece il periodo in cui Francesco Spano lavorava al museo Maxxi di Roma, insieme al suo compagno Marco Carnabuci, nonché suo avvocato nello scandalo Unar.
È opportuno stilare una cronologia: nel 2018, Carnabuci ha ricevuto l’incarico di consulente legale al Maxxi, sotto la presidenza di Giovanna Melandri, la quale ha poi nominato Spano segretario generale; nel 2022, Alessandro Giuli è diventato il nuovo presidente del museo.
Oggi, due questioni sono al centro della diatriba: in primis, il possibile conflitto di interessi tra Spano e Carnabuci, che però non è mai stato né sollevato né affrontato; poi, il presunto favoreggiamento di Giuli nei confronti di Spano, che però non coincide con la cronologia delle varie nomine al Maxxi. Tutto ciò è stato riferito da Melandri e dallo stesso Ministero della Cultura.
Un secondo “caso Boccia”
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, commentando lo scandalo attorno a Francesco Spano, ha parlato di una “versione maschile del caso Boccia”.
Al che, il ministro Alessandro Giuli ha dichiarato quanto segue: “A lui [Spano] va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore”.
Tale mostrificazione sarebbe stata attuata da Fdi, in cui vi è sempre stato “nervosismo” nei confronti di Spano. Quest’ultimo, come emerso da alcune chat, è stato definito un “pederasta”, per via del suo orientamento sessuale e delle sue posizioni nell’ambito della comunità LGBTQ+.
Dalle opposizioni non poteva che arrivare un’ondata di disdegno, per via dell’instabilità che prevale all’interno del Ministero della Cultura, provocata dagli scandali che si susseguono e che riguardano la destra al governo.