Dimissioni Papa Francesco: il ritorno simbolo di speranza

Dopo trentotto giorni di ricovero, Papa Francesco viene finalmente dimesso nella giornata di ieri, domenica 23 marzo, con il sollievo del mondo intero. La notizia ha lasciato molti stupiti, stanti le precarie condizioni rese note nelle ultime settimane, unitamente a deboli messaggi di rassicurazione ed immagini tutt’altro che incoraggianti. E invece Bergoglio alza il capo davanti ad una polmonite bilaterale che dal 14 febbraio scorso lo aveva costretto all’ultimo piano del Gemelli, con un quadro clinico che ha conosciuto due volte il pericolo per la vita stessa del Pontefice.
Due mesi di convalescenza all’orizzonte
È trascorsa tranquilla la prima notte che il Papa ha speso a Casa Santa Marta, raggiunta nella giornata di ieri, non prima di aver fatto una imprevista tappa alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha deciso di depositare quell’ormai famoso mazzo di fiori gialli portato da una fedele alle porte del Policlinico, e notata in occasione del saluto del Pontefice alla folla sottostante.
I medici parlano di almeno due mesi di convalescenza, ma poco conta, in questa sede, ove l’attenzione si rivolge inevitabilmente al sollievo generale per le dimissioni. Ovviamente il Papa non è ancora nelle condizioni di poter riprendere la guida delle proprie attività, ma non manca – come non è del resto mai venuta meno nel corso di questo pontificato – la volontà di far sentire la propria vicinanza ai fedeli e rendersi strumento e testimonianza della fede anche nelle notti buie che accompagnano la mortale esistenza. È a tal proposito intervenuto il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi, che in un’intervista al Sir ha affermato: “Dono di sé non significa attività. Il totale dono di sé Gesù lo ha realizzato quando era fissato sulla croce”.
Solo il tempo è un giusto consigliere
Continuano allora le preghiere della comunità cristiana, che ancora una volta si è riunita ieri sera in Piazza San Pietro per la recita del rosario in favore della salute del Pontefice. Non sono poi mancate le manifestazioni di vicinanza dal mondo politico, dove valga per tutti il pensiero speso dal Capo dello Stato Mattarella al villaggio “Agricoltura è” in occasione dell’anniversario della firma dei trattati di Roma.
Ora solo il tempo svelerà l’evoluzione di questo dinamico pontificato, la cui più intima realtà si preserva all’interno del Vaticano e lascia spazio fuori alle più fantasiose speculazioni. Nessuna trama segreta e nessun clima pre-conclave, come ha sottolineato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, solo gioia per il miglioramento delle condizioni di Papa Francesco, accompagnato dalla speranza, che sia chiave di lettura per quanti stiano in questo momento affrontando le avversità del vivere.