L’arte contemporanea in carcere, il nuovo progetto della Santa Sede
Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede ha annunciato il suo programma d’arte contemporanea, che si concentrerà sul rapporto tra ispirazione e Speranza. Concetto richiamato anche dalla bolla d’indizione del Giubileo 2025, Spes non confundit.
Il programma è una prosecuzione del percorso all’interno delle carceri e prevede nuove collaborazioni e interventi artistici.
Il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si è mostrato entusiasta per il nuovo progetto, che dimostra la sua proficua collaborazione con la Santa Sede.
Il Giubileo inizierà durante la veglia di Natale, con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, da parte del Papa.
La seconda Porta Santa verrà aperta il 26 dicembre al carcere romano di Rebibbia, dove verrà installata l’opera Io contengo moltitudini di Marinella Senatore: una struttura verticale autoportante di 6 metri, composta da luminarie ed elementi che riportano frasi scritte da detenuti della sezione maschile e femminile, in seguito ad un workshop organizzato dall’artista stessa. L’opera resterà allestita fino a metà febbraio.
Un’altra importante iniziativa sarà Conciliazione 5, il nuovo spazio espositivo del Dicastero, aperto 24 ore su 24 sull’omonima via, che permetterà il dialogo fra artisti.
Come ha spiegato il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, durante la conferenza di presentazione del progetto, «l’importante è credere tutti che la trasformazione – la nostra e quella del mondo – sia possibile. Anche se è ardua e dolorosa, è possibile. Quando guardiamo e ci lasciamo guardare come fratelli, avviene questo grande miracolo che è la comune tessitura della speranza».
Un ulteriore progetto sarà poi Le porte della Speranza: in diverse carceri in Italia e nel mondo saranno aperte alcune Porte della Speranza, installazioni affidate ad artisti di fama internazionale in collaborazione con i detenuti.
L’intento definitivo è promuovere il dialogo tra la realtà del carcere e il mondo dell’arte, incoraggiando i detenuti a vivere in modo riabilitativo la permanenza nei penitenziari, guidati dal valore della Speranza, fulcro di questo Giubileo.